U. Zanotti-Bianco e A. Caffi - La pace di Versailles

_ 174 — legami int imi tra l'Ucraina, la regione dei Cosacchi del Don — appena ne fossero allontanati e i bolscevichi e le soldatesche zariste — e lo Stato del Kuban, dove v i è \ ina « Rada ucraina » presieduta da un certo Rabovil e dal colonnello Filimonov pure ucrainofilo, alla testa di un corpo di cosacchi; la delega* zione Kubiana a Parigi ha già iniziato negoziati con i rap– presentanti della Ucraina. La « Confederazione del Mar Nero » rimarrebbe comple– tamente separata dalla Russia. G E O R G I A . . Produce un certo stupore l'indugio della Conferenza di Parigi a riconoscere l'indipendenza della Nazione e dello Stato di Georgia. Non v i potrebbe essere problema più chiaro e più semplice. Una unità etnica recisamente definita, un popolo i l quale ha sempre dimostrato le più alte qualità di disciplina sociale e non ha mai perduto la precisa coscienza della sua coesione politica e della sua civiltà cristiana, vittoriosamente mante– nuta per nove secoli contro tutte le ondate turaniche che tante altre genti hanno sommerso intorno ad esso, una na– zione infine che, ferma nella rivendicazione della sua libertà, non ha mai manifestato, la miuima velleità di contrastare i di r i t t i altrui ed i l cui paese, povero in risorse per l'industria, poteva attirare le cupidigie di imperialismi puramente mi l i– tari ma non quelle dell'espansionismo moderno pervaso di spirito economico, non avrebbe dovuto trovare che pronte e unamini simpatie e pieno consenso al suo giusto e modesto programma di vita normale. ; Forse è apparsa troppo nuova la quistione georgiana nel consuetudinario orizzonte geografico delle grandi diplo– mazie. Giacché i l memoriale presentato anni fa da un comi– tato georgiano a una delle Conferenze dell'Aia, non fu pro– babilmente neppure letto dai grandi dignitari di quello sterile Tribunale per paura di offendere (non fosse che in ispirilo) la maestà di Nicola I I . Fu del resto tentativo isolato: da quando i l movimento nazionale georgiano ha assunto forme mo– derne (tra i l 1860 e i l 1880), sempre esso ha postole sue maggiori speranze in un'azione comune con le avanguardie del popolo . > A

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