U. Zanotti-Bianco e A. Caffi - La pace di Versailles

— 143 — , Italia. Perciò la campagna intrapresa contro la Pace di Ver– sailles comprende esplicitamente non più l'ambigua esigenza del « ri t iro delle truppe alleato dalla Russia », ma la protesta contro ogni aiuto prestato ai controrivoluzionari monarcbici e sopratutto la perentoria energica insistenza perchè sia im– mediatamente tolto il blocco con il quale viene affamato e re– spinto nella barbarie l'intero popolo russo. L I T U A N I A . Un triste destino quello della Lituania, cbe pure nel mo– mento culminante della sua storia sembrò più adatta della Moscovia a raccogliere l'eredità del grande Stato slavo-nor– manno di Kiev e più forte della Polonia per capitanare la lotta bifronte dell'Europa orientale, contro i l germanesimo ed i Tartari. Fino alla seconda metà del Cinquecento v i dominò una coltura russo-lituana, che conciliava l'opera compiuta da Bisanzio con gl i influssi dell'Occidente latino. Nei due secoli successivi i l paese si polonizzò fortemente. Si formò allora la larga, patriarcale, incoerente vita nobiliare elevata da quel rustico spiritualismo che respiriamo nei «Dziady» e nel «Pan Tadeusz ». Le città intanto si popolavano di Ebrei. La Svezia si im– possessò del Baltico, la Moscovia della regione di Kiew, gl i Absburgo soppiantarono la famiglia lituana degli Iagbelloni nella grande politica danubiana; furono altrettante diminu– zioni dell'importanza internazionale della Lituania, cbe sempre più dovette rassegnarsi alla parte passiva di provincia. La mancanza di ogni opera amministrativa da parte del Governo polacco, l'azione corruttrice svolta dai gesuiti ne affrettarono la decadenza. I l meraviglioso risveglio della società polacca tra i l 1770 .ed i l 1830 sembrò dover chiamare a nuova efficienza econo-

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=