U. Zanotti-Bianco e A. Caffi - La pace di Versailles

— 14 — una parola mi tenta che trattengo sulle mie labbra. Oppure voi non siete certi del risultato. E allora, la montatura, che avete provocata, v i fa prigionieri di sè, v i taglia ogni via di ritorno, che non sia di umiliazione profonda, umiliazione, badate, non vostra soltanto. . « Yoi vi fate un piedistallo del vostro insuccesso. Yoi legate ad esso la vita del paese: voi provocate la solidarietà del paese fino alle estreme conseguenze, fino — i l cielo av– verta — alla guerra... « A una nuova guerra. Oggi! Ci pensate, o signori?.... Disse Barzilai alla folla: " Oggi si giuoca tutta la fortuna di Italia „. Si giuoca? Si giuoca? « Signori, noi non giuochiamo. Noi non beviamo nè alla coppa di Wilson nè alla vostra. v « No, la solitudine non è l'onore d'Italia; non può essere nella odierna complessità del tessuto economico del mondo, nè l'onore nè *la vita di alcun paese civile. Può essere bensì — vibrò questo sentimento, on. Orlando, nelle stesse vostre parole — la fame, la rivolta, la guerra civile, i l di– sastro ». Intanto a Parigi si tiene una riunione plenaria della Conferenza nella quale v^ene approvato lo Statuto della Lega delle Nazioni; si conclude l'alleanza difensiva franco-anglo– americana; giungono i plenipotenziari tedeschi. Nella parte seria dell'opinione italiana un disagio indicibile cerca di esprimersi attraverso i reticolati della censura e lo scrupolo di non indebolire ancora la posizione del Governo che rap– presenta l ' Ital ia. L'agenzia Stefani comunica da Parigi in data 5 maggio: « La notizia dei probabile ritorno a Parigi di Orlando e di Sonnino è stata accòlta con la più viva soddisfazione dalla Colonia italiana e dai circoli della Conferenza. « Dalle conversazioni avute con parecchie notabilità della colonia italiana, si ha l'impressione che l'eventuale decisione di Orlando e di Sonnino potrebbe anche essere determinata dal desiderio di non cagionare imbarazzi agli alleati e di dare alla Germania la possibilità di profittare di un qualsiasi pretesto per ritardare la firma dei preliminari di pace. « D'altra parte può darsi che le conversazioni scambiate in questi ul t imi giorni fra le cancellerie abbiano dimostrato all' Italia che è possibile una soluzione equa e soddisfacente del problema adriatico ».

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