U. Zanotti-Bianco e A. Caffi - La pace di Versailles

— 135 - * 4° Relativamente semplice è i l problema della frontiera occidentale della Polonia: si tratta di delimitare nel modo meno ingiusto che sia possibile le regioni dove si parla e si pensa in tedesco da quelle dove almeno la metà degli abi– tanti sono realmente polacchi. Più difficile è la questione dello sbocco marittimo e sembra inevitabile per Danzica un compromesso. Molto confusa invece si presenta la situazione sul confine orientale, dove i Polacchi devono trovare un modus vivendi con gl i Ucraini, con i cosidetti « Russi bianchi » e con i Lituani. Ora, precisare in questo momento le forze e le prospettive di vita di uno Stato ucraino quando i Soviet dominano a Kiew, i l bolscevismo si è già manifestato a Halicz, e vastis– sime zone sono devastate 4a una ininterrotta guerra di bande, non sembra cosa possibile. La Lituania, anch'essa duramente provata dalla invasione bolscevista, sembra tuttavia volere conservare ad ogni costo la sua recente indipendenza statale e avere avuto assicurazioni in questo senso dai grandi pro– tettori delle piccole nazioni r iuni t i a Parigi. Anche se la Lituania accettasse un patto cbe la collegasse alla Polonia, presso a poco come l'Ungheria era unita all'Austria, essa non potrebbe mai rassegnarsi al misero territorio cui la vuole ridurre i l memoriale polacco. Se si includono nel territorio della Polonia: Grodno, Troki, Vilno, Svienciany, Diana, Polozk, Saziorosv, che cosa rimarrà allo stato lituano ? » Inoltre nel progetto dei nazionalisti viene annessa alla Polonia quasi la totalità dei cosidetti alborussi Bianco-Ruteni. Parlare di una nazione alborussa, malgrado qualche velleità autonomista manifestata da un esiguo circolo di intellettuali regionalisti, sarebbe molto azzardato* Sono cinque o sei mi– l ioni di contadini, quasi tutti di religione ortodossa; parlano dialetti russi che rappresentano una transizione dalle parlate della Grande Russia all' idioma ucraino ; risentono ancora molte conseguenze del durissimo servaggio che subirono per quasi quattro secoli sotto i signori lituano-polacchi. Che siano ancora polonizzabili non è da credersi. Come nella Galizia orientale così nella parte russa del– l'antico -granducato di Lituania, i l contrasto ètnico e religioso si confonde con quello sociale : i l polacco cattolico è l'antico proprietario delle terre, spess? rovinato ma sempre « signore » ; l'ortodosso di stirpe russa è i l contadino cbe aspira alla com– pleta emancipazione.

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