U. Zanotti-Bianco e A. Caffi - La pace di Versailles

Scriveva i l corrispondente del Tempo : « da Parigi, 18 aprile. « Si saprà un giorno come e perchè la seduta dei pleni– potenziari convenuti a Parigi i n data 19 aprile 1919 doveva, risolvere o almeno definitivamente affrontare le questioni italiane. La discussione-potrà durare pochissimi giorni ed es– sere esaurita prima del 25 sia nei confronti delle rivendica– zioni nostre stabilite nel patto di Londra, sia nella questione di Piume italiana con porto franco. Pino a questa sera, du– rante l'ardente vigilia dell'attesa, non si possono fare suppo– sizioni di sorta nè in senso positivo nè in senso negativo. E domani che le due tendenze sino a ieri rappresentate da Wilson e da Orlando verranno in contrasto. La censura non per la prima volta chiaroveggente, consente solo di far co– noscere che i problemi italiani, non si sa perchè, hanno l'onore di un interassamento speciale da parte della stampa e degli uomini di governo d'Inghilterra, Francia ed America, quale non si è verificato durante quattro mesi. Alcuni giornali spa– rano le loro ultime cartucce a favore della tesi jugoslava che intanto non è più quella di Fiume croata, ma di Fiume libera, analogamente alla tesi di Wi l son», I l presidente degli Stati Uni t i a un certo momento cessò di prendere parte alla àiscussione. I rappresentanti della Francia e dell'Inghilterra, senza dubbio poco disposti a so– stenere francamente i l punto di vista italiano, ma molto de– siderosi di evitare una rottura, cercavano formule concilia– tive. Orlando discuteva più con Sonnino che con i delegati delle altre nazioni. Una proposta da parte jugoslava di ve– nire ad accordi diretti tra i due Stati che si contendono la Dalmazia e Fiume veniva respinta. Wilson aveva intanto preparato i l suo proclama al popolo italiano. (CENSURATO)

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