U. Zanotti-Bianco e A. Caffi - La pace di Versailles
è — 103 — valenza ma in sempre maggior crescenza. m« Più attivi, più intelligenti che i Bulgari, alla testa di famiglie più numerose, i coltivatori valachi romenizzano poco a poco i villaggi nei quali si sono installati. Gl i indigeni si lasciano assimilare facil– mente e nello spazio d'una, generazione tutta la popolazione si trova trasformata di lingua e di costumi ». Così scriveva Eliseo Reclus prima che la Dobrogia fosse data alla Romenia (1878): oggi queste affermazioni sono convalidate dall'esame delle variazioni avvenute nella popolazione dall'80 all'inizio della guerra balcanica, quando ammontava a 338.276 ab. 1880 1885 1890 1895 1900 1911 1 0 46.671 58.486 72. 422 103.029 120.691 186.334 54,7 24.915 29.722 33 747 37.540 39.282 48.963 14,3 L ' URGENZA D E L L E R I F ORME I N T E RN E . I problemi nazionali sono acuiti in Romenia da quello fondamentale della trasformazione del suo regime politico a base feudale, a regime democratico. Questa trasformazione deve essere tanto più rapida in quanto che non solo gl i Stati da cui la Romenia è circondata (Russia con Ucraina, Polonia, Ungheria) ma le stesse regioni ora suindicate posseggono una costituzione agraria più equa e progredita. La storia del contadino romeno è una storia di lagrime e di sangue. Le rivolte agrarie succedutesi periodicamente in quest'ultimo secolo, l'abolizione del servaggio nel '64, le varie spartizioni terriere fatte dallo Stato, non hanno per nulla modificato la sua triste condizione. Vittima di circostanze storiche cbe tuttora esercitano in– flusso preponderante e che lo hanno abituato ad una leg– gendaria rassegnazione; schiavo delle sue bestie —dall'epoca delle invasioni, sua ricchezza più sicura — per assicurare i l pascolo alle quali sottostà a qualsiasi condizione gl i venga im– posta dai detentori delle terre, da un sessantennio i l conta– dino romeno, non educato alla coltivazione intensiva, sfornito
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