Signori, dall'eccidio di Giacomo Matteotti la nuova etoria d'Italia incomincia. A noi solo un compito : esserne degni. Eppure, neppure questo ci .consola. Perchè, se un'eccidio, e il più brutale degli eccidi era necessario, una cosa non era necessaria: che colpisse Lui. E, se parve, come ho detto, ch'egli fosse il più designato perchè era il più forte e il più degno, dice l'effetto che non sempre è profetessa la malizia dei masnadieri. Lui giovane, Lui forte, Lui armato di tutte le armi civili, Lui temerario nel coraggio, Lui che si fece volontario della morte - questo fanciulto dagli occhi pieni di bontà, che tutti ci rimbrottava ed a tutti indulgeva, perchè tutto sapeva comprendere e sapeva la inanità delle prediche contro la umana fralezza. Lui, figlio, di una madre-antica, che geme; Lui, sposo di una sposa giovine, che paventa di smarrire il senno ; Lui, padre di tre teneri bimbi, virgulti inconsci,. che un giorno metteranno le spine, verso i quali Egli aveva tenerezze di madre, come, nell'intimità della casa felice, pareva un figlio alla sposa. No ! inferocire su questo idillio non era necessario ! Altrove, poteva la sorte cieca e maligna eleggere il· suo strumento di pace e di giustizia. E questa vecchia carcassa di chi oggi vi parla, che la vita ha tutta ormai ·spesa e che il proprio inverno avrebbe barattato con gioia per salvarvi la primavera superba del nostro eroe, è oggi dilaniata dal rammarico, direi dal rimorso, di non averlo vigilato abbastanza, di non essersi imposto, col peso della anzianità a cui forse Egli avrebbe obbedito, alle sue gagliarde imprudenze, .. Lasciate, o colleghi, ch'io cessi queste parole, cosi impari, e che il singliozzo minaccia di rompere; eh'io dimentichi dove siamo e donde parliamo; ch'io mi inginocchi idealmente accanto alla salma del figliolo ·prediletto, e gli carezzi la fronte e gli chieda perdono della mia, della nostra indegnità e gli dica tutta la gratitudine nostra, la gratitudine di tutto un popolo. E gli giuri, a nome di voi tutti, che la Sua ombra, presto, sarà placata!». 1134 Bibl oteca Gino Bianco
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