'lì 1imboio e ia nemesi. Quello, che era cosa nostra, è divenuto ancÌ1e la cosa vostra, l'uomo di tutti, l'umno della storia. E; ingrandito cosi, q~asi è tqlto a noi come alla ·famiglia dolorante - perchè- è •divenuto un simbolo. Il simbolo dì un oltraggio che riassume ed_ eterna .cento e cento mila altri oltraggi, tutti gli oltraggi :fatti ad un popolo; la tigura che compendìa tutti gli altri trucidati e percossi per lo stesso_ fine, da _Di Vagno .a Piccinini, agli infiniti altri oscuri; il simbolo di una stirpe che si riscuote; il simbolo di un _passato che si redime, di un presente che si ridesta, di un avvenire che si annunzia; della immortale democrazia, della indefettibile giustizia sociale, che si rimettono in cammino; dell'Italia che, dopo una parentesi cli spaventoso Medio Evo, risale nella luce dell'età .moderna, rientra fra le genti civili. Il simbolo e la Némesi; la Némesi augusta, o signori,_'che è della storia. Cerchi il Magistrato le colpe e ,le ferocie secondarie e minori; incalzi gli esecutori codardi e i mandanti immediati: compito anche questo altamente rispettabile e necessario.--:H\·ughi e tenti di sventarn la congiura degli intrighi, di snodare il gro- · viglio dei silenzi comprati o ricattati, le mendicate on'lel'tà, e il · tagliaborse che si annida nell'assassino. Tutto questo è la cronaca. La Némesi vola più alto. · .· Essa addita il grande mandato; il ,mandato che erompe da più anni di violenze volute, di violenze inanellate alla fròdè; cli consenso ·cercato ed irriso; dal sarcasmo di una pacificazione, i:iro- . · clamata a parole e impedita e violentata nei fatti; dall'incitamento perenne alla soppressione del pensiero libero e di chiunque lo incarni, la quale è· soppressione della vita, della Patria, della civ-iltà. Addita il mandato che scese dall'istrionismo bifronte, che adesca insieme e minaccia, che offre il ramo d'olivo ed affila nell'ombra i pugnali, Addita il mandato che sali dalle viltà incommensurabili, dalle fug!rn abbiette, dagli obliqui fiancheggiamenti, dai 'silenzi complici, dalla corruzione demagogica esercitata su anime semplici, talvolta generose ed eroiche, persino di combattenti insigni ed oscuri, i quali in buona fede hanno cr!)duto che un regime di minaccia e di prepotenza potesse essere ricostruttore_, che la più immonda curée potesse germogliare la rigenerazione del Paese, che gli errori è le colpe fugaci di une massa illusa (e non cerchiamo illusa da chi, e non domandiamoci se veramente esistanq le colpe di un popolo) dovessero espiarsi, non col richiamo severo alla ragione, ma con la catena dei delitti, con la'tregenda delle ·sopraffazioni esercitate su quel popolo; col dileggio di ogni umani\ ,dignità; con la tragedia del terrore, accoppiata alla coreografia di vetusti trionfi. mal redivivi .• Lo credettero in buona :fede; alcuni (sempre più radi) lo credono ancora, Biblioteca Gi'lo Bianco
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