L'ultimo discorso di Giacomo Matteotti ; La prima commemorazione di Filippo Turati

invano gli avranno tagliuzzato 1e membra, invano (come si narra) lo avranno assoggettato allo scempio più atroce, invano il suo viso, dolce e severo, sarà stato sfigurato. Le membra si sono ricomposte. Il miracolo di Galilea si è rinnovato. A che le vane ricerche, o farisei d'ogni stirpe? A che gli idrovolanti sul lago, a che il perlustrare la macchia, il frugare nei forni? L'avello ci .ha reso la salma. Il morto si leva. ! > La mia id~a no~ ~uore ». ;E parla. E ridice le parole sante, strozzategli nella gola, che furono da uno dei sicari tramandate alle genti, che son Sue quand'anche 11011 le avesse pronunciate, che son vere se anche non fossero realtà, perchè sono l'anima Sua; le parole che si incideranno .nel bronzo ·sulla targa che mureremo qui o sul munumento .che rizzeremo sulla piazza a monito dei :futuri : .., « Uècidete me, ma l'idea che è in me non la ucciderete mai, .. · La mia· idea 'non muore ... I miei bambini si glorieranno del loro ·padre ... I lavoratori benediranno il mio cadavere ... Viva il Sociahsnio ! »: . E' qui tras:fjgurato, o colleghi. E di ciò il mio egoismo si duole,· il· mio piccolo egoismo di individuo, di fratello maggiore, di anziano, di padre: che Egli non è più soltanto il mio figliolo prediletto. L'uomo di parte, l'assertore nobile ed alto di un'idea nobilissima, quegli che :fu, per noi socialisti, tutto in una volta, il filosofo, il finanziere, l'oratore, l'organizzatore, il commesso viaggiatore, l'animatore sovratutto, il pensiero insomma e l'azione co'ngiunti - a;nche l'azione più umile che altri sdegnava - l'unico, l'insostituibile; colui che, come già Leonida Bissolati nel Cremonese, travolto dalla sublime follia dell' amore de' suoi contadini, del ·suo proletariato polesano, per essa aveva rinunziato indiffe- :,rente agli agi e alla tranquillità della vita, alla séduzione degli studii cari in cui più eccelleva, e dalla sua giovinezza poteva dire col. poeta della Versilia : · e· ti4tto ciò che facile allor prometton gli anni, io 'l diedi per un impeto lacrimoso di affawni, per im amplesso aereo in. faccw a l'a'lk.Venir; e per questa sua passione divorante, gelosa, era l'esule in Patria, · •il bandito dalla sua terra, il maledetto dei parassiti de la sua terra, il profugo eterno, sempre presente soltanto dove l'ora del periglio battesse la diana; quest'uomo, questa figura cosi staccata e yiva su lo sfondo verde e bigio di questo singolare paesaggio politico, non sparisce, no, non scolora - ma si riai:f accia oggi in troppo più ampia cornice. - 16 Biblioteca Gino Bianco

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