L'ultimo discorso di Giacomo Matteotti ; La prima commemorazione di Filippo Turati

t-2 " .. voi uccidete me. ma l'idéa che è in me non la ucciderete mai ,, L'ULTIMO DI~COR~O DIGI.\COMO MT\ T~OT LA PRIMACOMMEMORAZIONE DI FILIPPOTURATI PARTITO SOCIALISTA lTALlANO FEDERAZlONE Dl FRANCIA PARIGI 1945 Con il contributodi PRESIDENZA DEL CONSIGLIO ,.rR..t 0E1 M1N1sTru lr~• Sin.mura di missione annh-crs,'uinazionali cd c-·cm; s1,o:•1;_n.a;,.;onah I, ::< e u11crnaz.1011ah N,- 2. ,o~

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L'ULTIMODISCORSO DELMASTlRE (Camera dei De_putati,30 maggio 1924) PRESIDENTE: Ha chiesto di-parlare l'onore,-ole Matteotti. Ne ha facoltà. « Contestiamo· in tronco la validita dei voti della maggioranza .... MATTEOTTI: Noi abbiamo avuto da parte della Giuntà delle elezioni la proposta di convalida di numerosi colleghi. Nessuno certamente, degli appartenenti a questa Assemblea, all'infuori credo dei componenti la Giunta ~delle elezioni, sa,prebbe rjdire l'elenco dei nomi letti per la convalida, nessuno, nè della Ca.mera, nè delle tribune della stampa. (Vive interruzioni, alla d~wà e al, centro). LUPI: E' passato il tempo in cui si parlava per le tribune! MATTEOT'l'I: Certo la pubblicità è p~r voi un'.i~tituzione dello stupidissimo secolo XIX (Vivi rumori - Interruzioni al"ff<1, destra e al centro). Comunque, dicevo, in qm.isto momento non_ ei,i!'lte da. pute dell'Aissemblea una conoscenza esatta dell'oggetto .:.1,11 quale .si. delibera. Soltanto per quei pochissimi nomi che abbiarp.o potutp afferrare alla lettura, possiamo immaginare che essi rappresentino una parte della maggioranza. Or contro la loro connJida noi presentiamo questa pura e semplice eccezione: cioè, .ehe la lista di maggioranza governativa, la quale nomin11.lmente htt _ottenuto una votazione di quattro milioni e tanti voti ... ([11,termtdo"!f,), Voci al centro: Ed anche più! .. MATTEOTTI: ... cotesta lista non li ha ottenuti, di fattò • •liberamente, ed è dubitabile quindi .se essa abbia ot~nuto qùel tanto di percentuale che è necessario (Rf,ffiffl • Prot~1t,) per B10lioteca Gino Bianco

conquistare, anche secondo la vostra legge, i due terzi dei posti che le' sono stati attribuiti I Potrebbe darsi che i nomi letti dal Presiden~ siano di quei capilista che resterebbero eletti anche se, invece del premio di maggioranza si applicasse la proporzionale pura in ogni circoscrizione. Ma poichè nessuno ha udito i nomi, e non è sta&I. premessa nessuna aff'ermazione generica di tale specie, probabilmente tali tutti non sono, e quindi contestiamo in questo luogo e in tronco la validità della elezione della maggioranza (Rumori vivissimi). Vorrei pregare almeno i colleghi sulla elezione dei quali oggi si gil\dica, di astenersi per lo meno dai rumori, se non dal voto.' (Vi.vi,comme,nti'- Proteste-"- lnterruzwni alla destra e al centro). MARA VIGLIA: In contestazione non c'è nessuno, diversamente si asterrebbe! MATTEOTTI: Noi contestiamo ... MARA VIGLIA: Allora contestate voi! MAT'DEOTTI: Certo sarebbe meraviglioso se contestasse lei! L'elezione, secondo noi, è_essenzialmente non valida e aggiungiamo che non è valida in tutte le circoscrizioni. In primo luogo abbiamo la dichiarazione :fatta esplicitamente dal Governo, ripetuta da tutti gli organi della stampa ufficiale, ripetuta dagli oratori fascisti in· tutti i comizii, che le elezioni non avev,rno che un valore assai relativo, in quanto che il Governo non si setitiva soggetto al rèsponso elettorale, ma che in ogni caso - come ha dichiarato replicatamente - avrebbe mantenuto il potere con la forza, anche se... (Vivaci interruzioni a destra e al centro - Mov'imenti dell'onorevole Presidente del Consiglio). ' . Voci a destra: Si, si! Noi abbiamo fatto la guerra! (Applausi alla destra e al centro). « Nessun elettore Italiano si é trovato libero » MATTEOTTI: Codesti vostri applausi sono la conferma pre- ,cisa della ·fondatezza del mio ragionamento. Per vostra stessa conferma dunque nessun elettore italiano si è trovato libero di decidere con la sua volontà ... (Rwmori, prd,teste). Nessun elettore si è trovato libero di fronte a questo quesito ... MARA VIGLIA: Hanno votato otto milioni di italiani! MATTEOTTI:· ...se cioè egli approvava o non approvava la politica o per. meglio dire il regime del Governo fascista. Nessuno _si è trovato libero, perchè ciascun cittadino sapeva a priori che se anche ~vesse osato affermare a maggioranza il contrario, c'era .µ:òa forza ~ disposizione d_elGoverno che avrebbe annullato il suo 2. Biblioteca Gino Bianco

t?òto e H suo responso. (i1umor1 e interruzioni a Jestra). Una voce a destra: E i due milioni di voti che hanno preso le minoranze? FARINACCI: Potevate fare la rivoluzionè ! MARA VIGLIA: Sarebbero stati due milioni di eroi! MATTEOTTI: A rinforzare tale proposito del Governo, esiste una milizia armata ... (Applausi vivissimi e prolungati a destra e grida di « Viva la Milizia »). Voci di destra: Vi scotta la Milizia ! MATTEOTTI: ...esiste una milizia armata ... (Interritzioni a destra - Rumori prolungati)·. Voci: Basta! Basta ! PRESIDENTE: Onorevole Matteotti, si attenga all'argomento. MATTEOTTI: Onorevole Presidente, :forse ella non m'intende: ma io parlo di elezioni. Esiste una milizia armata ... (Interruzioni a destra) la quale ha questo :fondamentale e dichiarato scopo: di sostenere un determinato capo del Governo bene indicato' e nominato nel Capo del fascismo e non, a differenza dello Esercito, il Capo déllo Stato. (Interruzioni e rumori a .destra). . Voci a destra: E le guardie rosse? MATTEOTTI: Vi è una milìzia armata composta di cittadini di un solo Partito, la quale ha il compito dichiarato di sostenere un determinato Governo con la :forza, anche se ad esso il consenso mancasse (Commenti). In aggiunta e in particolare ... (Interruzioni) mentre per la legge elettorale la milizia avrebbe dovuto astenersi, essendo in funzione o quando era in funzione, e mentre di fatto in tutta l'Italia specialmente rurale abbiamo constatato in quei giorni la presenza di militi nazionali in gran numero ... (Interruzioni - Rumori). FARINACCI : Erano i balilla ! MATTEOTTI: iE'' vero, onorevole Farinacci, in molti luoghi hanno votato anche i balilla; (Approvazioni all'estrema sinistra - Rum_ori a destra e al centro). Voce al centro: Hanno votato i disertori per voi ! GONZALES: Spirito denatµrato e rettificato! MATTEOTTI : Dicevo dunque che, mentre abbiamo visto numerosi di questi militi in ogni città e più ancora nelle campagne (Interruzioni) gli elenchi degli obbligati alla astensione depositati presso i Comuni, erano ridicolmente ridotti a tre o quattro persone per ogni città, per dare l'illusione dell'osservanza di BtbliotècaGino Bianco

tiifa legge apertamente violata, conforme' io stesso pènsiero 1,§. presso dal Presidente del Consiglio che affidava ai militi fascisti la custodia delle cabine. (Rumori). A parte questo argomento del proposito del Governo di reggersi anche con la forza contro il consenso, e del fatto di una milizia a disposizione di run Partito che impedisce all' inizio e fondamentalmente la libera espressione della sovranità popolare ed elettorale e che invalida in blocco l'ultima elezione in Italia, c'è poi una serie di fatti che successivamente ha viziate e annullate tutte le singole manifestazioni elettorali. (Interruzioni - Commenti). l Voci e destra: Perchè avete paura ! Perchè scappate!. MATTEOTTI: Forse al Messico si usano fare le elezioni non con le schede, macolcoraggio di fronte alle rivoltelle. (Vivi rumor-i - lnté1"1"it,doni - Appro!vazioni all'estrema sinistra). E chiedo scusa al Messico se non è vero. (Rumori pr-olungati). I fatti cui accenno ·si possono riassumere secondo i diversi momenti delle elezioni. La legge elettorale chiede ... (Interruzioni - Rumori). · . Dicevo che il primo momento elettorale è quello per il quale ogni Partito presenta con 300 o 500... (Interruzwni, rumori). GRECO: E' ora di finirla! Voi svalorizzate il Parlamento! MATTEOTTI : E allora .sciogliete il Parlamento ! GRECO: Voi non rispettate la maggioranza· e non avete diritto di essere rispettati. MATTEOTTI: Ciascun Partito doveva secondo la legge elettorale, presentare la propria liste di candidati ... (Vivi rumori). MARA VIGLIA: Ma parli sulla proposta dell'onorevole Presutti. MATTEOTTI: Richiami dunque lei all'ordine il Presidente! « In sei circoscrizioni le formalità notarili furono impedite con la violenza ... » La presentazione delle liste - dicevo - deve avvenire in ogni cirsoscrizione mediante un documento notarile a cui van·no apposte dalle trecento alle cinquecento firme. Ebbene, onorevoli colleghi, in sei circoscrizioni su quindici le operazioni notarili che si compiono privatamente nello studio di un notaro, fuori della vista pubblica e di quelle che voi chiamate « provocazioni », sono state impedite con violenza. (Rumori vi,rvissimi). BASTIA.NINI : Questo lo dice lei ! Voci dalla destra: Non è vero I Non è vero ! Biblioteca Gino Bianco · 4

MATTEOf'l'i: Volete i singoH fatti 1 Eccoli: ad Ìg1esias i1 Collega Corsi stava raccogliendo le trecento firme e la sua casa è stata circondata ... (Rumori). · MARA VIGLIA: Non è vero. Lo inventa lei in questo momento. F ANIN ACCI: Va a finire che faremo stil serio quello che non abbiamo :fatto! MATTEOTTI: Fareste il vostro mestiere! LUSSU-: E' la verità! E' la verità! . MATTEOTTI: A Melfi ... (Rumori vivissimi - interruzioni). A Melfi è stata impedita la raccolta delle firme con la vioÌenza. (Rumori). In Puglia fu bastonato perfino un notaio. (Rumori vi1Jissimi), ALDI-MAI: Ma questo nei ricorsi non c'è! In nessuno dei ricorsi ! Ho visto io gli atti delle Puglie e in nessuno dei ricorsi è accennato il fatto di cui parla l'onorevole .Matteotti. FARIN AOCI : Vi :faremo cambiare sistema ! E dire che sono quelli che vogliono la normalizzazione! MATTEOTTI: A Genova (rumori vivissimi) i fogli con le firme già raccolte furono portati via dal tavolo su cui erano stati firmati! • Voci: Perchè erano falsi ! MATTEOTTI: Se erano falsi. dovevate denunciarli ai magistrati! FARINACCI: Perchè non avete fatto i reclami alla Giunta delle elezioni.? MATTEOTTI: Ci sono. Una voce dal banco- delle Oorrvmissi{)ni: No, non ci sono li inventa lei. PRESIDENTE : La Giunta delle elezioni dovrebbe dare esempio di compostezza! I componenti della Giunta delle elezioni parleranno dopo. . Onorevole Matteotti, continui. MATTEOTTI : Io espongo fatti che non dovrebbero provocare rumori. I fatti o sono veri o li dimostrate :falsi. Non c'è offesa, non c'è ingiuria per nessuno in ciò che dico: c'è una descrizione di fatti. TERUZZI : Che non esistono ! MATTEOTTI: Da parte degli onorevoli componenti della Giunta delle elezioni si protesta che alcuni di questi fatti non sono dedotti o documentati presso la Giunta delle elezioni. Ma voi sapete benissimo come una situazione e un regime di violenza n_on solo determina i fatti stessi, ma impediscono spesse volte la de• nuncia e il reclamo formale. Biblioteca Gino Bianco

V'o1sapete che persone, ie quali hanno dato ii loro rionié t,ètl attestare sopra un giornale o in un documento che un fatto era avvennto, sono state immediatamente percosse e messe quindi nella impossibilità di confermare il ~atto stesso. Già nelle elezioni del 1921,quanclo ottenni da questa Carnera.l'annullamento per violenze di una prima elezione fascista, molti cli coloro che attestarono i fatti davanti alla Giunta delle elezioni, :furono chiamati alla sede fascista, :furono loro mostrate le copie degli atti esistenti presso la G-iunta delle elezioni illecitamente communicate, facendo ad essi un vero e proprio processo privato perchè avevano attestato il vero o :firmato i documenti! In seguito al processo :fascista essi :furono boicottati dal lavoro o percossi. (Rumori - fn-t)erruziO'flfi,). Vooe ,a destra: Lo provi. MATTEOTTI: La stessa Giunta delle elezioni ricevette allora le prove del :fatto. Ed è per questo, onorevoli colleghi, che noi spesso siamo costretti a portare in questa Camera l'eco di quelle proteste che altrimenti nel paese non possono avere alcuna altra voce ed espressione. (Applaii,8i alli estrema sinistra). In sei circoscrizioni, abbiamo detto, le formalità notarili :furono impedite colla violenza, e per arrivare in tempo si dovette supplire malamente e, come si potè, con nuove :firme in altre Provincie. A Reggio Calabria, per esempio, abbiamo dovuto provvedere con nuove :firme, per supplire quelle che in Basilicata erano state impedite. Una voce rk,,l ba;nco d/ella Giunta: Dove furono impedite? MATTEOTTI: A Melfi, a Iglesias, in Puglia ... devo ripetere? (/ nt,erruzioni - Rumori). « Ai candidati non fu lasciata nessuna Libertà di esporre il proprio pensiero ... » Presupposto essenziale di ogni elezione è che i candidati, cioè coloro che domandano al suffragio elettorale il voto, possano esporre in contradditorio con il programma del governo, in pubblici comizi o anche in privati locali, le loro opinioni. In Italia nella massima parte dei luoghi, anzi quasi da per tutto, questo non :fu possibile. Una voce: Non è vero I Parli l'on. Mazzoni. (Rwmori). :MATTEOTTI: Su ottomila Comuni italiani e su mille candidati delle minoranze la possibilità è stata ridotta a un piccolissimo numero di casi, soltanto là dove il partito dominante ha consentito per alcune ragioni particolari o di luogo o di persona. (I nterruzi,oni, rumori). Volete i fatti? 6 81b11otecaGino Bianco

La Camera ricorderà l'incidente occorso al collega Gonzale~. TERUZZI: Noi ci ricordiamo del 1919 quando buttavate gli ufficiali nel Naviglio. Io. per un anno, sono andato a casa con la pena di morte sulla testa ! MATTEOTTI: Onorevoli colleghi, se voi volete contrapporci altre elezioni, ebbene io domando la testimonianza di un uomo che siede al banco del Governo, se nessuno possa dichiarare che ci sia stato un solo avversftrio che non abbia popnto parlare in contradditorio con me nel 1910. Voci: Non è vero! Non è vero! FINZI, sottosegretario di Stato per l'lntemo: Michele Bianchi! Proprio lei ha impedito di parlare a Michele Bianchi! MATTEOTTI: Lei dice il falso! (Interruzioni - Ru1'1iorir Il fatto è semplicemente questo, che l'on. Michele Bianchi con altri teneva un comizio a Badia Polesine. Alla fine del comizio che essi tennero, sono arrivato io e ho demandata la parola in contradditorio. Essi rifiutarono e se ne andarono e io rimasi a parlare. ( Rumori - Interruzioni). FINZI, sottosegretario di Stato per l'l nterno: Non è cosi ! MATTEOTTI: Po1iero i giornali vostri che lo attestano. FINZI, sottosegretario di Stato per l'Inter-11.0: Lo domandi all'on. Merlin che è il più vicino a lei 1 L'on. Merlin cristianamente deporrà. MATTEOTTI: L'on. Merlin ha avuto numerosi contraddittori con me, e nessuno fu impedito o stroncato. Ma lasciam stare il passato. Non dovevate voi essere coloro che avrebbero portato un nuovo costume morale nelle elezioni 1 (Rumo1·i) e, signori che mi interrompete, anche qui nell'assemblea 1 (Rumori a destra). TERUZZI: E' ora di finirla con ·queste falsità. MATTEOTTI: L'inizio della campagna elettorale del 1924 avvenne dunque a Genova con una conferenz<i privata e per inviti da parte clell'on. Gonzales. Orbene prima ancora che si iniziasse la conferenza, i fascisti invasero la sala e a furia di bastonate impedirono all'oratore di aprire nemmeno la bocca. (Rumori - Interruzioni - Apostrofi). _ Una voce: Non è vero, non fn impedito niente. (Rumori). MATTEOTT!: Allora rettifico! Se, l'on. Gonzales dovette passare otto giorni a letto, vuol dire che si è ferito da solo, non fu bastonato. (Rwmori - In1-er1'ttzwni). L'onorPvole Gonzales che è uno studioso di San Francesco, si è forse autoflagellato ! (Si ride • Interruzioni). A Napoli doveva parlare... (Rumori vivissimi - Scambio di apostrofi fra alcuni deputati ohe sieef,onoall' estrema sinistra). 7 BibliotecaGino Bianco

.PRESIDENTE : Onorevoli colleghi, io deploro quello che accade. Prendano. posto e non turbino la discussione! Onorevole Matteotti prosegua, sia breve e concluda. · MATTEOTTI: L'Assemblea deve tener conto che io debbo parlare per inprovvisazione, e che mi limito. Voci: Si vede che improvvia ! E <lice che porta dei fatti ! GONZADES: I fatti non sono improvvisati! tRumori). · MATTEOTTI: Mi limito, dico, alla nuda e cruda esposizione di, almuii fatti. Ma se per tale forma di esposizione.domando il compatimento dell'Assemblea ... '(Rumori) non cozy1pre11docome i fatti senza aggettivi e .senza ingiurie possano sollevare urla e rumori. Dicevo dunque che ai candidati non fu lasciata nessuna libertà di esporre liberamente il loro pensiero in contraddittorio con quello del Governo fascista e accennavo al fatto dell'on. Gonz:1les,accennavo al fatto dell'on. Bentini a Napoli, alla conferenza che doveva tenere il capo dell'opposizione ~ostituzioanle, l'on. Amendola e che fu impedita ... (Ohi ohi - 1·umori). Voci a destra: Ma che costituzionale! Sovversivo come voi! Siete d'accordo tutti !, MATTEOTTI: Vuol dire :dunque che il termine sovversivo ha molta elasticità ! GRECO: chiedo di parlare sulle affermazioni dell'on. Matteotti. :MATTEOTTI: L'on. Amendo1a fu impedito di tenere la sua conferenza per la mobilitazione, documentata, da parte di comandanti di Corpi armati i quali intervennero nella città ... rRESUTTI: Dica bande armate, non Corpi armati! MATTEOTTI: Bande armate, le quali impedirono la pubblica e libera conferenza. (Rumori). Del resto, noi, ci siamo trovati in queste condizioni : RU 100 dei nostri candidati circa 60 non potevano circolare liberamente nella loro circoscrizione! _ Voci di des.tra: Per paura! Per paura! (RU1nori - Commenti). F ARIN'ACCI: Vi abbiamo invitati telegraficamente! MATTEOTTI: Non credevamo che le elezioni dovessero svolgersi proprio come un saggio di resistenza inerme alle violenze fisiche dell'avversario, che è al Governo e dispone di tutte. le forze armate! (Rumori). · Che non fosse paura poi lo dimostra il fatto che, per un contradditorio noi chiedemmo che ad esso solo gli avversari fossero presenti e nessuno dei nostri: perchè, altrimenti voi sapete come è vostro costume dire che « qualcuno di noi ha provocato » e come « in seguito a provocazimù » i fascisti « dovettero » legittima-. mente ·ritorcere la offesa picchiando su tutta la linea! (lnterruziowi,). 8 BibliotecaGino 81arco

Voci di destra: L'aveté studiata bene! PEDRAZZI: Come siete pratici di queste cose voi! PRESIDENTE: Onorevole Pedrazzi ! « ••. Ed erano nell'impossibilità di circolare nelle loro circoscrizioni, e molti di essi di risiedere nelle loro stesse - abitazioni .•• » MATTEOTTI_: Comunque, ripeto, i candidati erano nella impossibilità di circolare nelle loro circoscrizioni ! Voce a destra:· Avevano paura! TQRATI Filippo: Paura! Si, paura! èome nella Sila, quando c'erano i briganti, avevano paura! (Vivi rumori a destra - .1pprovazioni a sinistra). Una voce: Lei ha tenuto il contradditorio con me ed è stato rispettato! . _ TURATI Filippo: Ho avuto la vostra protezione a mia ver- , gogna! (Applausi a sinistra - Rumori a destra). PRESIDENTE: Concluda, onorevole Matteotti. Non provochi incidenti! MATTEOTTI: 1o protesto! Se ella crede che non gli altri mi impediscano di parlare, ma che sia io a provocare incidenti. mi seggo e non parlo! (Approvazioni all'estrema sinistra - Rum,ori prolungati). PRESIDENTE : Ha finito? Allora ha facoltà di parlare l'on. ROSSI ... MATTEOTTI : Ma che maniera è questa ! Lei deve tutelare il mio diritto di parlare! Io non ho offeso nessuno! Riferisco soltanto dei fatti! Ho diritto di essere rispettato! (Rumori prolnngati - Conversazioni), CASERTANO, presidente della Giunta delle elézioni: chiedo di parlare. · PRESIDENTE: Ha facoltà di pn,rlare !'on. Presidente della Giunta delle elezioni. C'è una proposta_ di rinvio degli atti alla Giunta ... MATTEOTTI: Onorevole presidente! PRESIDENTE: On. Matteotti, se ella vuol parlare, ha facoltà di continuare, ma prudentemente. MATTEOTTI: Io chiedo di parlare non prudentemente nè imprudentemente ma parlamentarmente. PRESIDEN'DE : Parli, -parli. MATTEOTTI: I candidati non avevano libera circolazione ... (Rwnori - Interruzioni). PRESIDENTE : Facciano silenzio ! Lascino parlare! Voci: lasciatelo parlare ! MATTEOTTI: ·Non solo non potevano _circolare, ma molti 9 Biblioteca Girio Bianco

di essi non potevano neppure risiedere nelle loro stesse abitazioni, nelle loro stesse città. Alcuno, -che rimase al suo .posto, ne vide poco dopo le conseguenze. Molti non accettarono la candidatura, perchè sapevano che accettare la- candidatura voleva dire non aver più lavoro l'indomani o dover abbandonare il proprio paese ed emigrare all' estero. (Commenti). Una voce: Erano disoccupati! MATTEOTTI: No, lavorano tutti e solo non lavorano quando voi li boicottate. Voci da destra: e quando li boicottavate voi? FARINACCI : Lasciatelo parlare! Fate il loro gi uoco ! MATTEOTTI: Uno dei candidati, l'on. Piccinini, al quale mando a nome del mio Gruppo un saluto ... (Rumori). Voci: E Berta? Berta ! MATTEOTTI: ...conobbe cosa voleva dire obbedire alla consegna del proprio Partito. Fu assassinato nella sua casa, per avere accettata la candidatura nonostante prevedesse quale sarebbe stato per essere il destino suo all' indomani. (Rumori). Ma i candidati - voi avete ragione cli urlarmi, onorevoli colleghi - i candidati devono sopportare la sorte della battaglia e devono prendere tutto quello che è nella lotta che oggi imperversa. Io accenno soltanto, non per domandare nulla, ma perchr a11chequesto è un fatto concernente a dimostrare come si sono svolte le elezioni. (Approvazioni all'estrema sinistra). «·11rappresentante della minoranza non potè presenziare le operazioni. .. Un'altra delle garanzie più importanti per lo svolgimento di una libera elezione era quello della presenza e del controllo dei rappresentanti di ciasouna lista, in ciascun seggio. Voi sapete che nella massima parte dei casi, sia per disposizione di legge, sia per interferenze di autorità, i seggi - anche in seguito a tutti gli scioglimenti di Consigli comunali imposti dal Governo e dal Partito dominante risultarono composti quasi totalmente di aderenti al Partito dominante. Quindi l'unica garanzia possibile, l'ultima garanzia esistente per le minoranze, era quella della presenza del rappresentante di lista al seggio. Orbene, essa venne a mancare. Infatti nel 90 per cento, e credo in qualche regione :fino al 100 per cento dei casi, tutto il seggio era fascista e il rappresentante della lista di minoranza 110~1 potè presenziare le· operazioni. Dove andò, meno in poche grandi città e in qualche rara Provincia, esso subì le violenze che erano minacciate a chiiunque avesse osato di controllare dentro il seggio la maniera come si vota va, la maniera come erano letti e constatati i risultati. , Per constatare· il fatto, non occorre nuovo reclamo e documento. Basta che la Giunta delle elezioni esamini i verbali di tutte IO BibliotecaGino Bianco

le circoscrizioni e controlli i registri. Quasi dappertutto le operazioni si SOQO svolte fuori della presenza di alcun rappresentante di lista. Veniva così a mancare l'unico controllo, l'unica garanzia, sopra la quale si può dire se le elezioni si sono svolte nelle dovute forme e colla dovuta legalità. « In quei luoghi dove fu concessa la libertà le minoranze prevalsero » Noi possiamo riconoscere che in alcuni luoghi, in alcune poche città e in qualche Provincia, il giorno delle elezioni, vi è stata una certa libertà. Ma questa concessione limitata della libertà nello spazio o nel tempo - e l'onorevole Farinacci, che è molto aperto, mé lo potrebbe ammettere - fu data ad uno scopo evidente : dimos~ trare nei centri più controllati dall' opinione pubblica e in quei luoghi nei quali una più densa popolazione avrebbe reagito alla violenza con una evidente astensione controllabile da parte di tutti, che una certa libertà c'è stata. Ma strana coincidenza, proprio in quei luoghi dove fu con-. cessa a scopo dimostrativo quella relativa libertà, le minoranze raccolsero unà tale abbondanza di suffragi, da superare la maggioranza - con questa conseguenza però, che la violenza che non si era avuta prima delle elezioni, si ebbe dopo le elezioni. E noi ricordiamo quello che è avvenuto specialmente nel Milanese e nel Genovesato ed in parecchi altri luoghi, dove le elezioni diedèro risultati soddisfacenti in confronto della lista fascista. Si ebbero distruzioni di giornali, devastazioni di locati, bastonat_ure alle persone. Distruzioni che hanno portato milioni di danni... (Vivissimi rumori al centro e a .destra), Una voce· a destra: Ricordat~vi delle deva.stazioni dei comunisti l MATTEOTTI: Onorevoli colleghi, ad un comunista, potrebbe essere Ìecito, secondo voi di distruggere la 'richezza nazionale, ma n'on ai nazionalisti, nè ai fascisti, come voi vi vantate, Si sono a:vuti, dicevo, danni per parecchi milioni, tanto che persino un alto personnaggio che ha residenza in Roma, ha dovuto accorgersene, mandando la sua adeguata protesta e il soccorso economico. « Le tre mani re di votazione e la « Regola del tre». In che modo si vota va 1 La votazione avvenne in tre maniere : l'Italia è una,-ma ha ancora diversi ·costumi. Nella valle del ·Po, in Toscana e in altre regioni che furono citate all'ordine del giorno dal presidente del Consiglio per l'atto di fedeltà che diedero al Governo fascista, a nelle quali i contadini erano stati prima organizzati dal Partito Socialista o dal Partito popolare, gli elettori votavano sotto controllo del Partito fascista, con la « regoia del tre ». Ciò fu djchiarato e aper'tamente insegnato, persino da un prefetto, dal prefetto di Bologna : i fascisti Il BibliotecaGino Bianco

consegnavano agli elettori un bollettino contenente tre numeri o tre nomi, secondo i luoghi. (Interruzioni) variamente alternati, in maniera che tutte le combinazioni, .cioè tutti gli elettori di ciascuna sezione, uno per: 1Jno, potessero essere controllati e riconosciuti personalmente nel loro voto. In moltissime Province, a cominciare dalla mia, dalla Provincia di Rovigo, questo metodo risultò eccellente. FINZI, sottosegretario di Stato per l'Interno: evidentemente lei non c'era! questo metodo non fu usato ! MATTEOTTI: Onorevole Finzi, sono lieto che, con la sua negazione, ella venga implicitamente a deplorare il metodo che è stato usato. FINZI, sottosegretario di Stato per l'Interno: Lo provi! MATTEOTTI: In queste regioni tutti gli elettori ... CIARLANTINI : Lei ha uri tra-ttato; perchè non lo pubblica?· MATTEOTTI: Lo pubbliçhero quando mi si assicurerà che le tipografie del Regno sono indipendenti e sicure. (Vivissimi rumori al centro e a destra); perchè come tutti sanno, anche durante le 'elezioni, i nostri opuscoli furono sequestrati, i giornali, invasi, le tipografie devastate o diffidate di pubblicare le nostre cose. (Rumori). La regola del 3, cui prima accennavo, diede modo al Partito dominante, di controllare personalmente ciascun elettore, ed applicare il giorno seguente ai ribelli la sanzione col boicottaggio dal lavoro e con le percosse. (Rumori). Voci: No ! No ! MATTEOTTI: Nella massima parte dei casi però non vi fu bisogno delle sanzioni, perchè i poveri contadini sapevano inutile ogni resistenza e dovevano subire la legee del più forte,la legge del padrone, votando, per tranquillità della famiglia, la terna assegnata a ciascuno dal dirigente locale del Sindacato fascista o del Fascio. (Vivi rumori - Interruzioni). , - SUARDO: L'onorevole Matteotti non insulta me rappresen- · tante: insulta il popolo italiano ed io per la mia dignità esco dall' aula. (Rumori - Oommentir . . La mia città in ginocchio ha inneggiato al duce Mussolini; sfido l'onorevole Matteotti a provare le sue affermazioni. Per la mia dignità di soldato, abbandono questo aula. (Applausi"- Rumori - Oommenti). TERUZZI: L'onorevole Suardo è medaglia d'oro! Si vergogni, onorevole Matteotti. (Rumori all'estr-ema sinistra). PRESIDENTE : Facciano silenzio! Onorevole Matteotti, concluda! · MATTEOTTI: Io posso documentare e'far nomi. In altri luoghi invece furono incettati i certificati elettorali, metodo che in realtà era stato usato in qualche piccola circoscrizione anche nell'Italia prefascista, ma che dall'Italia-tfascista ha 12. BibliotecaGino Bianco -·-

. avuto l'onore di essere allargato a larghissime zone del Meridionale; incetta di certificati, per la quale, essendosi determinata una larga astensione degli elettori che non si ritenevano liberi di esprimere il loto pensiero, i certificati furono ·raccolti e affidati a gruppi di individui, i quali si recavano alle sezioni elettorali per votare con diverso nome, fino al punto che certuni votarono dieci o venti volte e che giovani di 20 anni si presentarono ai seggi e votarono a nome di qualcuno che aveva compiuto i 60 anni. (Commenti). Si trovarono. solo in qualche seggio pochi, ma autorevoli magistrati, che; avendo rilevato il fatto, riuscirono ad impedirlo. TORRE Edoardo: Basta, la finisca! (Rum.ori - Commenti). Che cosa stiamo a fare qui? Dobbiamo tollerare che ci insulti? (Rw.mori - Almuni deputati scendono nell'emiciclo). , PRESIDENTE: Onorevoli deputati, li invito alla calma, sgombrino l'emiciclo ! TORRE Edoardo : Per voi ci vuole il domicilio coatto e non il Parlamento! (Commenti - Rumori.'). Voci: vada in Russia ! PRESIDENTE : Facciano silenzio ! E lei, onorevole Matteotti, concluda ! MATTEOTTI: Coloro che ebbero la ventura di votare e di raggiungere le cabine, ebbero dentro le cabine, in moltissimi Comuni specialmente della campagna, la visita di coloro che erano incaricati di controllare i voti. Se la, Giunta delle elezioni volesse aprire i plichi e verificare i cumuli-di schede che sono state votate, potrebbe trovare che molti voti di preferenza sono stati scritti sulle schede tutti dalla stessa mano, cosi come altri voti di lista furono cancellati o addirittura ·]etti al contrario. · · Non vogilo dilungarmi a descrivere i molti altri sistemi impieg-ati per impedire la libera espressione della volontà popolare. Il fatto è che solo una piccola minoranza di cittadini hà potuto esprimere liberamente il suo voto: anzi noi abbiamo potuto avere il nos.tro voto il più delle volte quasi esclusivamente da coloro che non potevano essere sospettati di essere socialisti. I 110stri furono impediti dalla violenza; mentre riuscirono più :facilmente a votare per noi persone nuove e indipendenti, le quali, non essendo credute socialisti, si sono sottratte al controllo e hanno eserçicato il loro diritto liberamente. , A questo nuove :forze che manifestano la reazione della nuova Italia contro la oppressione del nuovo regime, noi mandiamo il nostro ringraziamento. '(Applausi all'estrema sinistra - Rwmòri dalle altre parti della Camera). Per tutte queste ragioni, e per le altre che di fronte alle vostre rumorose sollecitazioni rinuncio a svolgere, ma che voi ben conoscete perchè ciascuno di voi ne è stato testimonio per lo meno (Rumori) ... pe_r queste ragioni noi domandiamo l'annullmento in blocco dellà elèzione di maggioranza. B1b 10 eca Gino Bianco

Voci alla destra : Accettiamo ! (V ivi applausi a destra e al centro). «_ La giunta investighi>> MATTEOTTI : Riconosciamo che i ricorsi non potevano, per la -stessa esistenza del regime di violenza, essere documentati. Ma è appunto una investigazione che solo la Giunta nella sua discrezione, nella sua coscienza potrebbe compiere, irivestigando da per tutto, in ogni documento, luogo per luogo. · Noi domandiamo che sia compiuto tale esame,. domandiamo che essa investighi sui metodi usati in quasi tutta_ l'Italia. E' un dovere e un' diritto, senza il quale non esiste sovranità popolare. Noi sentiamo tutto il male che all'Italia apporta il ~istema della violenza : -abbiamo lungamente scontato an~he noi. pur minori e occasionali eccessi dei nostri. Ma appunto per ciò noi domandiamo alla maggioranza che essa ritorni all'osservanza del diritto. (Rumori - Interruzioni - Apost1'ofi dal centro). Voi che oggi avete in mano il potere e la forza, voi che vantate la vostra potenza, -dovreste meglio di tutti gli altri essere in. grado di fare osservare la legge da parte di tutti. (Inte1'ruzioni a destra). Voci a destra: E la rivoluzione dov'è? « O Ristabilite l'autorità della legge o rovinate l'intima essenza della nazione » MAT'PEOTTI: Voi dichiarate ogni giorno di volere ristabilire l'autorità dello Stato e della legge. Fatelo, se siete ancora in tempo; altrimenti voi s1, veramente rovinate quèlla che è l'intima essenza, la ragione morale della Nazione. Non continuate più oltre à tenere la Nazione divisa in padroni e sudditi, poichè questo sistema certamente provoca la licenza e la rivolta. Se invece la libertà è data, ci possono essere errori, eccessi momentanei, ma il popolo italiano, come ogni altro, ha dimostrato di saperseli correggere da sè medesimo. (Interruzioni a destra). Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sè e deve essere governato con la forza. Ma il nostro popolo stava risollevandosi ed educandosi, anche con l'opera nostra. Voi volete ricacciarci indietro. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignit?t, domandando il rinviò delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle elezioni. (Applausi all'estrerrvasinistra - Vivi rwmori). 14 Biblioteca Gino Bianco

IL VINDICESACRIFICIO DIMATTEOTT celebrato da Filippo Turati Vorrei che a questa riunione, non si desse il nome logoro, consunto - specialmente qui dentro - di « commemorazione >. Noi non « comm(\moriamo ». Noi siamo qui convenuti ad un rito, ad un rito religioso, che è il rito stesso della Patria. Il fratellp, queili ch'io non ho bisogi10 di nominare, perchè il suo nome è nei vostri 'cuori, perchè il suo nome è evocato in questo momento da tutti gli uomini di cuore, al di qua e al di là dell'Alpe e dei mari, non è un vinto, non è neppure un assassinato. Egli vive, Egli è qui, presente e _pugnante. Egli è un accusatore; Egli è un giudicatore; Egli è un vindice. Un vindice. Non il nostro vindice, o colleghi. Sarebbe troppo misera e -futile cosa. Egli è qui il vindice della terra nativa; il vindice della Nazione che fu depressa e soppressa;, il vindice di tutte le cose grandi, che Egli amo, che noi amammo, per le quali vivemmo, per le quali oggi più che mai abbiamo, anche se stanchi e sopraffatti dal disgusto, il dovere di vivere. E il dovere di vivere è ;inche, e sopratutto, il dovere di morire quando l'ora lo comand11, . .- Di morire per rivivere; di morire perchè tutto un popolo morto riviva-; cli morire perchè il nostro sangue purifichi le zolle, . le sacre wlle della Patria, che alla Patria - se le fecondi sudore di servi - procacciano messi avvelenate. E questo vivo, che è qui accanto a me, alla mia destra, ritto nella sua svelta figura di giovane arciere, di cui voi vedete il sorriso, di cui voi scorgete'il cipiglio - perchè non è un'allucinazione, perchè lo vedete, perchè non vi inganno, - questo vivo, questo _superstite, questo ormai immortale e invulnerabile, fatto tale d11,i nemici nostri e d'Italia; questo vivo, nell'odierno rito, è trasfigurato. E' Lui ed è tutti. E' uno ed è l'universale. E' un individuo ed è una gente. IJ Bìblioteca Gino Bianco

invano gli avranno tagliuzzato 1e membra, invano (come si narra) lo avranno assoggettato allo scempio più atroce, invano il suo viso, dolce e severo, sarà stato sfigurato. Le membra si sono ricomposte. Il miracolo di Galilea si è rinnovato. A che le vane ricerche, o farisei d'ogni stirpe? A che gli idrovolanti sul lago, a che il perlustrare la macchia, il frugare nei forni? L'avello ci .ha reso la salma. Il morto si leva. ! > La mia id~a no~ ~uore ». ;E parla. E ridice le parole sante, strozzategli nella gola, che furono da uno dei sicari tramandate alle genti, che son Sue quand'anche 11011 le avesse pronunciate, che son vere se anche non fossero realtà, perchè sono l'anima Sua; le parole che si incideranno .nel bronzo ·sulla targa che mureremo qui o sul munumento .che rizzeremo sulla piazza a monito dei :futuri : .., « Uècidete me, ma l'idea che è in me non la ucciderete mai, .. · La mia· idea 'non muore ... I miei bambini si glorieranno del loro ·padre ... I lavoratori benediranno il mio cadavere ... Viva il Sociahsnio ! »: . E' qui tras:fjgurato, o colleghi. E di ciò il mio egoismo si duole,· il· mio piccolo egoismo di individuo, di fratello maggiore, di anziano, di padre: che Egli non è più soltanto il mio figliolo prediletto. L'uomo di parte, l'assertore nobile ed alto di un'idea nobilissima, quegli che :fu, per noi socialisti, tutto in una volta, il filosofo, il finanziere, l'oratore, l'organizzatore, il commesso viaggiatore, l'animatore sovratutto, il pensiero insomma e l'azione co'ngiunti - a;nche l'azione più umile che altri sdegnava - l'unico, l'insostituibile; colui che, come già Leonida Bissolati nel Cremonese, travolto dalla sublime follia dell' amore de' suoi contadini, del ·suo proletariato polesano, per essa aveva rinunziato indiffe- :,rente agli agi e alla tranquillità della vita, alla séduzione degli studii cari in cui più eccelleva, e dalla sua giovinezza poteva dire col. poeta della Versilia : · e· ti4tto ciò che facile allor prometton gli anni, io 'l diedi per un impeto lacrimoso di affawni, per im amplesso aereo in. faccw a l'a'lk.Venir; e per questa sua passione divorante, gelosa, era l'esule in Patria, · •il bandito dalla sua terra, il maledetto dei parassiti de la sua terra, il profugo eterno, sempre presente soltanto dove l'ora del periglio battesse la diana; quest'uomo, questa figura cosi staccata e yiva su lo sfondo verde e bigio di questo singolare paesaggio politico, non sparisce, no, non scolora - ma si riai:f accia oggi in troppo più ampia cornice. - 16 Biblioteca Gino Bianco

'lì 1imboio e ia nemesi. Quello, che era cosa nostra, è divenuto ancÌ1e la cosa vostra, l'uomo di tutti, l'umno della storia. E; ingrandito cosi, q~asi è tqlto a noi come alla ·famiglia dolorante - perchè- è •divenuto un simbolo. Il simbolo dì un oltraggio che riassume ed_ eterna .cento e cento mila altri oltraggi, tutti gli oltraggi :fatti ad un popolo; la tigura che compendìa tutti gli altri trucidati e percossi per lo stesso_ fine, da _Di Vagno .a Piccinini, agli infiniti altri oscuri; il simbolo di una stirpe che si riscuote; il simbolo di un _passato che si redime, di un presente che si ridesta, di un avvenire che si annunzia; della immortale democrazia, della indefettibile giustizia sociale, che si rimettono in cammino; dell'Italia che, dopo una parentesi cli spaventoso Medio Evo, risale nella luce dell'età .moderna, rientra fra le genti civili. Il simbolo e la Némesi; la Némesi augusta, o signori,_'che è della storia. Cerchi il Magistrato le colpe e ,le ferocie secondarie e minori; incalzi gli esecutori codardi e i mandanti immediati: compito anche questo altamente rispettabile e necessario.--:H\·ughi e tenti di sventarn la congiura degli intrighi, di snodare il gro- · viglio dei silenzi comprati o ricattati, le mendicate on'lel'tà, e il · tagliaborse che si annida nell'assassino. Tutto questo è la cronaca. La Némesi vola più alto. · .· Essa addita il grande mandato; il ,mandato che erompe da più anni di violenze volute, di violenze inanellate alla fròdè; cli consenso ·cercato ed irriso; dal sarcasmo di una pacificazione, i:iro- . · clamata a parole e impedita e violentata nei fatti; dall'incitamento perenne alla soppressione del pensiero libero e di chiunque lo incarni, la quale è· soppressione della vita, della Patria, della civ-iltà. Addita il mandato che scese dall'istrionismo bifronte, che adesca insieme e minaccia, che offre il ramo d'olivo ed affila nell'ombra i pugnali, Addita il mandato che sali dalle viltà incommensurabili, dalle fug!rn abbiette, dagli obliqui fiancheggiamenti, dai 'silenzi complici, dalla corruzione demagogica esercitata su anime semplici, talvolta generose ed eroiche, persino di combattenti insigni ed oscuri, i quali in buona fede hanno cr!)duto che un regime di minaccia e di prepotenza potesse essere ricostruttore_, che la più immonda curée potesse germogliare la rigenerazione del Paese, che gli errori è le colpe fugaci di une massa illusa (e non cerchiamo illusa da chi, e non domandiamoci se veramente esistanq le colpe di un popolo) dovessero espiarsi, non col richiamo severo alla ragione, ma con la catena dei delitti, con la'tregenda delle ·sopraffazioni esercitate su quel popolo; col dileggio di ogni umani\ ,dignità; con la tragedia del terrore, accoppiata alla coreografia di vetusti trionfi. mal redivivi .• Lo credettero in buona :fede; alcuni (sempre più radi) lo credono ancora, Biblioteca Gi'lo Bianco

Una leggenca dispersà Ma per -poco, ormai. L'oscena leggenda è sfatata. Giacomo Matteotti l'ha dispersa; l'ha dispersa per sempre. L'edifcio della iniquità e dell'ipocrisia crolla da ogni parte. Ah! si. I masnadieri avevano mirato giusto, sopprimendo il nostro migliore. Mirando al suo cuore, sapevano di mirare al nostro cuo're. Ma ignoravano la sanzione inesorabile che fu sempre nelle vicende del mondo. , Ignoravano - :fu confessato - che il delitto era sopra tutto un errore. Che la vittima sarebbe stata il giustiziere. Che la coscienza di un popolo, che ha millenni di storia e di gloria, si assopisce, si comprime, ma non·si spegne. Che i morti non pesano soltanto; ma sopravvivono. J Giacomq Matteotti vince morendo e ci accompa&"nae ci guida. Se commemorazione è questa, se questo è un lugubre rito, non è l'epicedio sul suo tumulo ignorato, non è la riconsacrazione di una salma che non puù riapparire e che più è present~ quanto più è assente e celata. ' « Altri s,ono i morti ». Altro è oggi il :funerale. Altri sono i morti. L'edificio dell'iniquità e dell'ipocrisia ci:olla dp, ogni parte. Neppure la speculazione ultima e più scaltra ed aue;lace- quella sulla nostra -speculazione - ha. alito ed ali per reggersi. Lo ,guardo vitreo della vittima illumina un panorama -d'in:f-arhia che i più non sospettavano ancora. Ove la sua Ol!lbra si leva; ivi si stende attorno la solennità del deserto. ; Noi parliamo da quest'aula parlamentare mentre non vi è più un Parlamento. I soli eletti stanno sull'Aventino dell~ loro coscienze, donde nessun adescamento li rimove sinchè il sole della libertà non albeggi, l'imperio della legge non sia restituito è cessi la rappresentanza del popolo di essere la beffa atroce a cui l'hanno ridotta. Le futili contese tacciono :fra essi, e una gr~nde unità si costituisce fra essi tutti e :fra essi e l'anima della Nazione. Quella, che :fu la maggioranza, è ridotta a un r:'eparto di milizia, cui è intimato l'obbedire in silenzio, perchè ogni sua parola 1a. disgregherebbe. ~ I due tronconi non si saldano. E i politici già ~i domandano se vi sia più un Governo, se vi possa essere più un Q-overno. Se vi è per l'Italia; se vi è per il resto del mondo. ·, Non lui doveva essere colpito. Ma un paese moderno non vive senza queste cose che vennero meno : un Parlamento rispettat9 e libero; un Governo legale e non sospettato. 18 Bib11otecaGino Bianco

Signori, dall'eccidio di Giacomo Matteotti la nuova etoria d'Italia incomincia. A noi solo un compito : esserne degni. Eppure, neppure questo ci .consola. Perchè, se un'eccidio, e il più brutale degli eccidi era necessario, una cosa non era necessaria: che colpisse Lui. E, se parve, come ho detto, ch'egli fosse il più designato perchè era il più forte e il più degno, dice l'effetto che non sempre è profetessa la malizia dei masnadieri. Lui giovane, Lui forte, Lui armato di tutte le armi civili, Lui temerario nel coraggio, Lui che si fece volontario della morte - questo fanciulto dagli occhi pieni di bontà, che tutti ci rimbrottava ed a tutti indulgeva, perchè tutto sapeva comprendere e sapeva la inanità delle prediche contro la umana fralezza. Lui, figlio, di una madre-antica, che geme; Lui, sposo di una sposa giovine, che paventa di smarrire il senno ; Lui, padre di tre teneri bimbi, virgulti inconsci,. che un giorno metteranno le spine, verso i quali Egli aveva tenerezze di madre, come, nell'intimità della casa felice, pareva un figlio alla sposa. No ! inferocire su questo idillio non era necessario ! Altrove, poteva la sorte cieca e maligna eleggere il· suo strumento di pace e di giustizia. E questa vecchia carcassa di chi oggi vi parla, che la vita ha tutta ormai ·spesa e che il proprio inverno avrebbe barattato con gioia per salvarvi la primavera superba del nostro eroe, è oggi dilaniata dal rammarico, direi dal rimorso, di non averlo vigilato abbastanza, di non essersi imposto, col peso della anzianità a cui forse Egli avrebbe obbedito, alle sue gagliarde imprudenze, .. Lasciate, o colleghi, ch'io cessi queste parole, cosi impari, e che il singliozzo minaccia di rompere; eh'io dimentichi dove siamo e donde parliamo; ch'io mi inginocchi idealmente accanto alla salma del figliolo ·prediletto, e gli carezzi la fronte e gli chieda perdono della mia, della nostra indegnità e gli dica tutta la gratitudine nostra, la gratitudine di tutto un popolo. E gli giuri, a nome di voi tutti, che la Sua ombra, presto, sarà placata!». 1134 Bibl oteca Gino Bianco

Biblioteca Gino Bianco lmp, du Point du}our 18, aveu. d~ la Frillière PARlS-XVI•

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Publicazioni edite dal PARTITO SOCIALISTA ITALIANO Federazione di Francia : 1 -· La j<esistenza in Jtalia prezzo fr. 10 2 - ,Mauro : Jdea e azione Socialista - ,o ·3 - L'ottimo l)iscorso di ~iacomo ,Matteotti e 1aprima comTl)emorazione di 'fi1ippo Turati 4 - Net decennale detfa morte di etaudio Tre',)eS (commemorazione ~della sezione della regione parigina) 5 - La 'j>aro1a de1 -Partito Socialista Jta1iano Federazione di Francia - 10 - 10 ( numero unico) 5 - 'j>ro;et d'un Statut des etrangers en 'france ( edito da la Federation des Socialistes etrangers en France) - 12 I ~ ■ - ~i_l Le richieste di copie di queste publica- ~=•--- zioni ed il relativo invio di fondi debbono ; essere indirizzati al compagno I ~ I !! MARIOSILVESTRI i I 16, Avenue Anatole france Clichy (Seine) ii ! I iim■1111■11111■11111■ll!l!■m11■11111■11111■11111■11111■11111■11111■11111■11111■1n11■11wu1m·ill 81bhoteca Gino Bianco

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