Lucio Teofani, Alberto Palazzetti - Fu ucciso Giacomo Matteotti?

è un ·allm:ina,,ione, perchè lo vedete, perché non , i inganno. questo vivo, questo superstite. questo ormai immortale e inn,lnerabile. fatto ta.le dai nemici nostri e d'Italia; questo vivo, nell'odierno rito, è trasfigurato. E' lui ed è tutti. E" uno ed è l'universale. E" un individuo ed è una gente. Invano o-]i avranno ta«liuzzato le membra, invano ~CO· 1nf' si narra) 0 lo avranno as;oµ:gettato arlo sce1npio J}ill atroce. invano il suo viso dolce e 5evero~ saril stato sfigurato. Le membra si sono ricomposte. Il miracolo di Ga.lilea si è rinnovato. A che le vane ricerche, o farisei d"ogni stirpe? A che gli idrovolanti sul lago, a che il perlustrare la marchia. il frugare nei forni? L"avcllo ci ha re,to la ;alma. Il morto si lern. E parla. E ridice le parole sante, strozzategli nella gola. che furono eia uno tlei sicari tramandate alle genti, che son Sue quand'anche non le avesse 1}l'o1Hmciate, che son vere anche s<' non Cossero rea lti1, perchè sono l'anima Sua; le parole che si incideranno nel bronzo sulla tar~a che mureremo qui .-; sul 111on1unento f·he rizzeren10 ?olla piazza a mòni10 ,lei futuri: (l Uccidete me, 111ci l'idea che è in nie non la ucciderete niai ... La, niia, ide<t non ,nuore ... I nii.ei ba1nbini si glorieran• 110 del loro p<tdre... I lavoratori be11edirr11111i0l mio crula-ve• re ... Viv,i il Socialismo! ,,. E~ qui trasfigurato, o coJJeghi. E tli ciò il 111io e~oi::intosi duole, il mio piccolo egoismo di individuo, di frate1Io mag· giOl'e, di anziauo, di padre: che Egli non è soltanto più jl mio figliuolo prediletto. L'uomo di parte, l'assertore nobile ed aho di un'idea nobilissima. quegli che fu, per noi socialisti, tutto in una volta, il filosofo, il finauziere, l'oratore, ]'or· ganizzatore, il comn1esso viag~iatore, l'anin1atore sovrattutto. il pen$icro insomn1a e l'azione congiunti -- anche l'azione 1>iÌtumile che altri sclegnav.i - l'unico, l'insostituibile; Colui che, come già Leonida Bissolati pel Cremonese, travolto dalla ,ublime follia dell'amore de' suoi contadini, ciel sito proletariato polesano, per esso aveva rinunziato indifferente agli ag-i e alla tranquillità della vita, alla seduzione deirli studi cari in cui più eccelleva e di sè e della sua giovinezza poteva dire col poeta della Versilia: e tutto ciò che facile allor prometto11 gli. ,11111i, io 'l diedi per un impeto lacrimoso di <t/]atmi, ,,er 1111 ,w1plesso <Lereoin faccia a l'a.vvcnir; e per c1uesta sua passione divorante, gelosa, era l'esule in pa• tria, il bandito dalla sua tena, il maledetto dei parassiti della sua terra, il profugo eterno, sernprn prnsente soltanto dove l'ora del periglio battesse la diana; quest'uomo. questa fi. gura così staccata e viva su lo sfondo verde e bi«io di questo singolare paesaggio politico, non sparisce, no, n~n scolora - nrn 5Ì riaffaccia oµ:gi in troppo an1pia cornice. Quello era cosa nostra, è divenuto anche la cosa vostra. - 29-

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