Ji.,u,, _,J ljU,de mandi.imo il piit .ilto -~1111_0 e credi.11uo d_i rt· ,..-ndicarne la di,,.nità domandando il rmno dellt> elez1om inlìci.,te dalla viol;nza alla Giunta delle elezioni. ( \ppl:w•i ,tir i'•trema -ini,tra . Vivi rumori). APOTEOSI Nei !!Ìorni di µa~~ioue chr- cor.:-ero lnt la .:-CuJupar.5-a di Matteotti e il rim·enimcnto dei ,uoi re,ti mortali. fitte moltitudini •filarono al I.ungote,·nc Ar11aldo da "Brescia <' co•par- ,,-,·o di fiori il luo;ro clo\C fo 1·:ipito. Tutta Roma, J'lt.alia intera partecipò ai dieci minuti di -ilenzio a Lui cleclicati ecl o;rni atth·ità fu sospe a in quegli i•tanti cli raccol(limento. Il 27 ;riuirno 19:11 Filippo Turati al palazzo di r.lontecitorio. dinanzi ai parlan,eutari, apposil:.u11cnle convenuti. cou !::t fan1osa orazione eh~ qui ?-Otto riporIia1110. C"On11nen1oravu il :;trande <'01n1>arso. L'ORAZIONE DI TURATI DEL 27 GIUGNO 1924 fl \ orrci che ~1 questa riunione 11011 si desse i1 1ton1c Jot;on,. eon ...u11to - spcf·inlinc11tc qui dentro - cli « ccJinn1enu,- J·azione n. ::\"oi 11011 <-. con1111c1noria1no >»>. Noi sian10 qui couvenuti ac! un rito, a<l un rito religioso, che è il rilo stesso della Pa1,·ia. li fratello, quegli ch'io non ho bisogno di nominare, perchè il -110 nome è nei nostri cuori, perchi- il suo nome è evocato in quc;:to stc-~so 1no1nento da tutti gli uo1nini di cuore. al di qua e al di li, dcllef\ !pi e dei mari, non è morto, non è ·un vinto. non è neppure un as~assinato. Egli dve, Egli è qui, 1,re...ente c.- pu::;nan1c. E~li è 1111 accusatore: Eidi è uu ~iudi• calore: Ei(li è un vindice. :.'iou ·il nostro ,·indice, o colleirhi. Sarebbe tr0pJJ0 misern e !utile co,a. Egli è qui il vinclice clclla terra natirn; il vindice clella Nazione che fu clepressa e soppressa: il vindice di Ittite le cose /(raneli che Egli amò, che noi amammo, per le quali "fremmo, per le quali Ol(/!Ì. pii, che mai ahhiamo. anche se stanchi e SOJ)raliatti dal disgm10. il clovere di vivere. E il dove,·c cli vivere è anche, e soprattulto, il ,fovere di morire quando l'ora lo comanda. Di morire per ri,,ivere: cli morire perd1è tulto un poJ.h\lo morto rivi,·a: di mor.ire perché il nostro sanl(UI' purifichi le zolle, le sacre zolle della Patria, che alla Patria - se J,. fecondi sudore di servi - procacciano messi an·ele11a1e. E questo vi,·o. che è, qui accanto a me. alla mia clc,trn. ritto nella sua s,·elta figura cli giornne arciere. di cui ,·oi vedete il •onirn. di rui ,·oi •corl!ete il ripielio - perchi- non -28 -
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==