suno dei no:,tri perehè, ahrin1e11ti, voi sapete come è vostro costume dire " qualcuno di noi ha provocato >> e come « in seguito a provocazioni ll j fascisti " dovettero » legittimamen• te ritorcere l'offe~a, p.icchiando su tutta la linea! (l11lcrruzioni). Voci di destra: L'avete studiato bene! Pedrazzi,: Come siete pratici di queste cose voi! Presidente: Onorevole Pedrazzi! Matteotti: Comunque, ripeto, i candidati erano nella impossibilità di circolare nelle loro circoscrizioni! Voci a destra: Avevano paura! Matteotti: Si, paura! Come nella Sila, quando .,·erano i hriganti, avevamo paura! (Vivi rumori a destra - Apprm·a• zioni a sinistra). Una voce: Lei ha tenuto il contraddittorio con me ed è stato rispettato! Turati Filippo: Ho avuto la vostra protezione a mia ver• gogna! (Applausi a sinistra - Rumori a destra). Presidente: Concluda, onorevole Matteotti. Non provo• eh i incidenti! Mntteotti: Io protesto! Se ella crede che, non gli altri mi impediscano di parlare, ma che sia io a provocare incidenti, mi seggo e non parlo! (Rumori prolungati - Approvazioni all'estrema sinistra). Presidente: Ha finito? Allou ha facoltà di parlare l'onorevole Rossi ... Mntteotti: Ma che maniera è questa! Lei deve tutelare il mio diritto di parlare! Io non ho offeso nessuno! Riferisco soltanto dei fatti! ho diritto di essere rispettato! (Rumori 1>rolungati, conversazioni). Caserwno, presidente deHa Giunta delle elezioni: Chiedo rii parlare. Preside11te: Ha facolti, di parlare l'onorevole presidente della Giunta delle elezioni. C'è una proposta di rinvio del!li atti alla Giunta. Matteotti: Onorevole Presidente! ... Presidente: Onorevole Matteotti, se Ella vuol parlare. ha facoltà di continuare, ma prudentemente. ,U,,ueotti: lo chiedo di parlare non prudentemente 11/> i1nprudente1nente, 1na parlan1entarrnente ! Presidente: Parli, parli. · Matteotti. I candidati non avevano libera circolazione ... ( Rumori - Interruzioni). Voci: Lasciatelo parlare! Presidente: Facciamo silenzio! Lascino parlare! -Mntteotti: on ·solo non potevano circolare, ma molti di essi non potevano neppure risiedere nelle loro stesse abitazioni, nelle loro stesse città. Alcuno, che rimase al suo posto, ne vide poco dopo le conseguenze. Molti non accetta• rono la candidatura, perché sapevano che accettare la can• didatura voleva dire non aver più lavoro all'indomani o dover abbandonare il proprio paese ed emigrare all'estero (Commenti). Una voce: Erano difoccupati! - 23 -
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