LUCIO TEOF'ANI - ALBERTO PALAZZl!TTI FU UCCISO GIACOMO MATTEOTTI L'ULTIMO SUO DISCORSO AL PARLAMENTO L'ORAZIONE COMMEMORATIVA Dl FILIPPO TURATI I L'Italia a<ve<va a'ùufo 'ùiffime innumere'ùoli, non a'lle'lla ancora a'ùufo un martire: la libertà, anzi la ct<viltà, ne a<ve<vbaisogno: Egli si è offerto. VIRGILIO BROCCHI EDIZIONI ROMANE "UMANITÀ LIBERA,, AGOSTO 1944 Con W contributo di
LUCIO TEOFANI - ALBERTO PALAZZETTI Fu ucciso GIACOMOATTEOTTI 'I ■ L'UOMO · L'APOSTOLO · IL MARTIRE ·· L'Italia aveva avuto vHlime intt11mt:r~voli, aon •veva ancora avuto 11JJ1 martire: la /ib~rfà, anzi la civi/fi, «' 1::vev111 bisogno: Egli si i o/Ferfo .,. VIRGILIO BROCCHI EDIZIONI ROMAME • UMANIT l. L18ERA • Agosro 1944
StabilimentToipograficoSocietà•nonim.1"La Tribuna.• Roma- ViaMilano7, 0
Benevoli lettori, è nostra inte1izione, se la furtuna ci aiuta, di far cono~ ,cere '<llpopolo italia110 le vite dei ~uoi figli più grandi, di quelli che maggionncnt<> contribuirono, qualche volta anche con il sacrificio della pro1,ria vita, •a mantenere accesa l'idea immortale della libertà e dei diritti dell'uomo, mentre ta11ti, purtroppo i più, subivano supinamente e servilmente per oltre un ventennio i soprusi, ile angherie della dittatura imperante. E' nostra convinzione infatti che i giovani poco cono- .,cano e poco sappiano dei purissimi nostri eroi, quali Matteotti, Turati Filippo, Ani.endola, Buozzi ed altri. Nè del resto questo si pu.ò ascrivere a loro colpa, quando si consideri che il solo rmnmentare tali nomi, veniva dal Governo fascista, considerato reato. _ iY on pubblicheremo libri di valore letterari-O, ma a tipo nettampnte propagandistico, semplice, piano, in modo che tutti li i>Ossano acquistare e li possano leggere e comprenderli. Il genere propagandistico giustifica la tw.~tra esistenza su. episodi sentimentali, più accessibili all'anima popoÙtre. Usciti però da questi episodi cercheremo sempre di riportare brani di discorsi. o di scritti che chiaramente rispecchino l'idea dei Nostri. Chiediam-0 venia delle mende cui siamo incorsi nella compilazione cli questo primo volumetto. Cercheremo migliorare la nostra modesta opera nelle prossime pubblicazioni. asoolta11clo i ~Uf!f!erimenti e colmando le lacune che ci ve,·- ranno segnn.lC1tee/ai nostri. cortesi lettori. I COMPILATORI
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e li popolo italiano è &tato troppi: volte inpnoato: non crederà ee non a chi gli mostri il proprio sangue •· :GIACOMO MATTEOTTI « Xac4ue a Fratta Polesine il 22 maggio 1885. Visse una vita di lotta e di sacrificio. Formò il suo spirito negli studi severi della giurisprudenza, laurendosi in detta scienza alla Università di Bologna. Fu assertore, per naturale inclinazione dell'animo, dell'idea socialista, che servi puramente al di sopra del proprio interesse e dell'interesse della propria famiglia. Il 10 giugno 1924, dopo aver sostenuto alla Camera dei Deputati le ragioni del socialismo italiano di cui era da tanti anni rappresentante, veniva improvvisamente rapito da un manipolo d'ignoti ed ncciso, in mezzo al cordoglio di tutti gli italiani senza distinzione di partito ». Così « L'Enciclopedia Pomba per le famiglie » edita nel 1926 iu Torino dall'Unione Tipografica E,litrice Torinese lumeggia la figura de·I purissimo Martire. Cenni biografici di Giacomo Matteotti sono pure riportati su « Il ovissimo Melzi » edizione 1928. Sulle edizioni successive di tali opere e di altre simili, pe1· ordine impartito dall'alto, la biografia di Matteotti è stata soppressa, poichè il regime fascista ha voluto ridunc il delitto Matteotti ad un fatto banale di cronaca, e toglier!!li ogni carattere politico. Quel crimine invece segnò un nuovo indirizzo nella politica fascista, che, fallito Oflni tentativo di collaborazione cogli avversari, soppresse la libertà di stampa e i partiti di opposizione, divenendo totalitaria ed intransigente. incontrollata cd iucontrolJahilc. Ma la veriti1 stoi-ica che si tramanda ·di generazione in generazione è insopprimibile: gli italiani non dimenticarono e dopo vent'anni per le vie di Roma e d'Italia riecheggiò libero il grido di "Viva Giacomo Malleotti! ». LE TRAGICHE VICENDE DELL'ECCIDIO MATTEOTTI Ri1mrtiamoci al Ferragosto delranno 1924: tutta Roma segue da due mesi con ansia e trepidazione le varie indagini per la ricerca del corJ)o dell'on. Matteotti. E' accertato il suo assassinio. sono stati arrestati i colpevoli. sono stati rintrac- -5-
ciati neHa valigia del Dumini calzoni sporchi di sangue, ma il cadavere non si è ancora trovato. L'o1>inione puhblica si appassiona, i giornali Il Mondo, Avcmti!, L<i Voce Repubblicana, svolgono ricerche per loro conto, ma il mistero sembra sempre più impenetrabile, dia• frammi sempre più spessi vengono frapposti da alte personalità del governo e della polizia. Il Dumini di cui è accertata la partecipazione al delitto se ne sta tranquillamente a Regina Coeli, beffandosi dei gin• dici inquirenti e fischiettando motivi toscani come risposta alle loro domande. La polizia non userà mai verso di lui nes• sun mezzo coercitivo per strappargli la verità. Intanto il Governo spera che col passare del tempo l'o• pinione pubblica si tranquillizzi, che il popolo italiano dimenti'chi. Infatti sempre più va diffondendosi il cominci• mento che mai potrà farsi luce sul tragico delitto. A scuotere improvvisamente questa opinione, a ri.vegJia. re tutte le speranze, nelle calde e festive giornate del fer• ragosto romano JIÌunge improvvisa la notizia: è stato ritrovato il cadavere di 1,,iacomo Matteotti. Come avvenne la scoperta? Il giorno 14 in una cunetta della via Flaminia, tra Scro• fano e Riano è stata rinvenuta una giacca grigia, sporca di sangue e di Len·a, mancante cli una 1nanica. L:i :2:iacca è stata riconosciuta per quella indossata dal Matteotti nel giorno della sua sparizione. La polizia e i carabinieri si precipitano e si dànno a perlustrare la zona. Il luogo è boscoso, pieno di caverne e di pozzi, si chiamano pertanto i vigili del fuoco da Roma per proseguire le rfoerche che durano ininterrottamente dn,, )!;iorni senza risultato. Fina·lmente il 17 mattina si ha la notizia che tutti atten• devano ansiosamente: un brigadiere dei carabinieri in congedo, perlustrando con il suo cane una piccola macchia, ha rinvenuto resti umani. Lo scheletro giace in una specie cli fossetta corta e poco profonda, da ciò si deduce che il corpo deve essere stato pie)!;ato e compresso, in modo da costringere il mento a toccare il petto, tranne che la testa non fosse stata completamente staccata dal bu,to. Non si trova traccia di abiti o di altri indumenti. TI teschio però è riconoscibile dalla disposizione di al• cnni denti d'oro (non l'avevi visto, quell'oro, Dumini ?), perfettamente conservati. on c'è alcun dubbio, si tratta del cadavere di Matteotti. Tutta l'Italia, il mondo intero è commosso; mai' si credeva possibile tanto scempio. Le prime pagine dei «iornali chiedono che sia fatta i:iustizia, che si puniscano i colpevoli. La moglie, appena ricevuta la notizia, vorrebbe preciJ>itarsi sul posto, per poter vedere almeno per l'ultima volta i resti mortali del suo sposo. Ma i suoi amici glielo impediscono, affinchè il dolore di sposa non sia superato dallo strazio di una vista così raccapricciante. Si procede al riconoscimento ufficiale. Gli amici cli famil!lia, signori Wornowiski e Steiner. pensano a questo. La -6--
I ~alma, per ,·olontà della mo;.;lie. -ara traoportata " F'rall3 Polesine. Ecco il testo della lettera che essa scrisse a] sig. Feder• zoni, lettera che merita di essere riportata: ,, Eccellenza, parto per accompagnare il feretro di mio marito, mercoledì 20 agosto dall<t sta:ione di .llo11teroto1tdo col diretto che parte da Romet per Firenze lllle ore 8. Confido che V. E. vorrà far rigorosamente osservare let mia domanda: ·voglia dare disposizioni perchè il suddetto treno si fermi <tMonterotondo per il tt>rnpo necessario a ,,oter sistemare la salmrr di mio marito. Chiedo che nessuna. rappresentanza della milizia fascista sia di scorta al treno, 11ess11nmilite ferroviario di qualsiasi grado coniparisca, 11em111e11.osotto forma di frm- :io11ario di servizio. « Chiedo che nessunct camicia nera si mo.<tri clcivanti al feretro ed ai miei occhi durante tutto il viaf!gio fino a tonto che la salma sarà sepolta. « Voglio viaggiare come semplice cittadirut i/(llillna che compie i srwi doveri ,,er poter esigert> i suoi diritti; quindi nessuna uPttura. salone; ness1111 scompartinteuto riservato, nessun.et llgevola::io11e o privilegio, nessuna disposizione per modifiCllre il percorso dt>l tre110 quale ris11.ltad<tll'orario di dominio 1mbblico. Se r<1gio11id'ordi11e pubblico impongono 1111servizio d'ordint> il detto st>rvizio sfo affidato solame11te et .<ofdati italiani ». Tntanto a casa la ''<'Cchia n,adre Isabella Garzorati ad nn con-i pondente del Corriere della Sera diceva: « Voglio chP Lui venga qni da me nella sua rasa, dove desiderava tornare da tanto tempo e dove io l'aspettavo da tre annj ». Tntta la notte prccf'clente l'arri,•o, la vecchia , eglia 11er lavorare. A chi le clice cli non affaticarsi risponde: « E' J'nlti1na mia fatica. poi non 1ni resta chf' ra~g:iun2:erlo. ~fa ora Lui torna a casa ccl io so come bisogna rice,·erlo ». Ad alcnni pac-sani che si sono offerti di fare ]a guardia la vecchia mach-e clice: "Non importa, benedetti, quando Lui •arà qni, io mi metterò sulla soglia e d'intorno non •arà che pianto. Dite a tutti i buoni che posrnno venire e che saranno graditi; a tutti senza distinzione perchi- il mio Giacomo er11 Poprattutto buono ,,. Finalmente il feretro arriva. una quantità enorme di gente cli tulle le rondizioni riverente e silenziosa lo attende. La madre P comn1o!ò:sa, ma forte ~i a,·anza ver~o la bara e la bacia. TI mC1mento è commovente: il popolo as~iste con l'animo •ospeso al calar della bara nella lomba. on una parola, tutto è •ilenzio. Si sente lento il Requiem del sacerdote. Tra qneUa gente aleggia però 1111 pensiero: ricordue \latteotti, vendicarlo. E improvvisa la scintilla •cocca: « EV'\·iva Matteotti! . E' un i1riilo solo. ma grande. immenso. di tutta la folla. -7-
E' uu grido che si ripercuote per tutta !"Italia: è lo stedèo grido che dopo venti anni ha risuonato per le piazze d'Italia: è un giuramento, una promessa, una fede. Quel grido di popolo così fu tradotto dalb Yedova nella epi!(rafe: SIA LA TUA ES'!mEMA DIMORA l!L MIO OUORE, LA TUA ETElRiNA CAMERA ARDENTE LA VITA DEI TUOI FIGLI E IL PREMIO DEJL TUO MARTIRIO LA FlAOCOLA ARDENTE DI TUTTO IL POPOLO CHE ESALTA NEL SAORIFICIO TUO L"I'l\ALIA ONESTA E R;EDENTA DALLA SCHLAVlTU'. Così si chiudeva la vita terrena di Giacomo Matteotti. IL DELITTO Erano in molti, specie fra i membri del Governo a sperare che con la sepoltura della salma, fosse sepolta tutta la tragica vicenda. Anzi per questo motivo ci si era adoperati, perchè tutto andasse nel migliore dei modi, senza incidenti. Grande perciò fu la contrarietà di questi signori nel constatare come la stampa, terminati i resoconti dei funerali, nuovamente ed anzi con maggior vigore indagasse e chiedesse indagini sul delitto. Questo fu ricostruho in parecchi modi e qui si darà accenno della versione più attendibile. Si appurarono innanzi tutto alcuni fatti di un'importanza e gravità tali che il lettore stesso potrà giudicare: 1) Il Matteotti avendo ricevuto lettere minatode clw parlavano chiaramente di soppressione nel caso non si fosse astenuto dalla sua politica antifascista, si era rivolto alla direzione della polizia. Questa gli aveva messo un poliziotto a disposizione, che doveva seguirlo sempre e dovunque. La mattina del f.!:iorno nel qua le doveva eseguirsi il rapimento per ordine della stessa direzione di polizia, la guardia fu tolta. Perchè? De Bono, direttore di polizia, se la cavò dicendo che ,, si reputava inutile una guardia del corpo. dato che non si erano manifesta6 fatti da giustificare tal<' precauzione ». 2) I famigliari demmciarnno la sparizione di Matteoui alla direzione di polizia il martedì stesso. Perchè per due giorni consecutivi non si dette alcun peso a tale denuncia, nè della sparizione fu informato il Ministro dell'Interno, permettendo così ai colpevoli la distruzione di prove compro· mettenti. la" creazione di alibi e la fuga di alcuni compromessi? 3) Come si spieira che il iriovedi stesso, in cui Mussolini dette annuncio alla Camern della sparizione di MatlP-l)tti, - s --
il Oumini [osse anestato sollo l'imputazione di omicidio nella per,ona di Matteotti? C/,i era che sapeva. a priori, prima del rinvenirnentÒ del cada,·ere, prima <l.ell'istruttoria. clie Matteotti era stato ucciso? 4) Perché a Cesarino Rossi, fuf!gitivo appena scoppiò 1" bomha, ritrovalo poi ad Acerra, [11 impediro di parlare con i giornalisti? Perché per paura che parlasse a)i si fece fare il ,·iaA:l!iOio n1acchina, invece che in treno'? J:"erchè appena arrivato (u trallenulo in lunga conversazione da De Bono che si faceva ,:rarante presso i carabinieri di scorta dell'inunediato costituirsi del Ro~~i'? · 5) Come mai il Dumini, a cui erano stati trovati in una ,-ali.2ia, sporchi di san~ne i ca-lzoni riconosciuti sicura• mente per quelli indossati dal Malteoui nel giorno del rapi• 1.nento. 11011 subì un interrogatorio severo, 1ua f-u invece su• bito mandato a Re!!ina Coeli? Questi interro~~tivi rimaset·o sea1pre _senza una risposta, in quanto mai f-u falla luce completa sull'e,ecra11do delillo. Ecco come si ~archbero svohi i lutti: Dopo il discorso· alla Camera che riporCiamo in altra parie, si era clilfma la vore che nc·lla prossima seduta sarehbero siate falle dal ~lalleotli rivelazioni che avrebbero potuto causare 1·a11nullamc11lo delle elezioni. Mu,rnlini elette allora orclinf' alla otia hancla cli rapfre l'onore,ole rollo scopo di c,tor<·,•rl(li una ro11fe•sio11e rnm• pleta di ciò che ~ape,·a, e quindi, ~e le ri,·elazioni minac-<"·iate fossero slalc pericolose per lui, di sopprimerlo. fl rapimento av,-ennc nel pomerig:f?io di 1nartecli 10 giugno al tnnf(ote,·crc Arnalclo da Bre,cia. Mallcolli lcnlò cli opporsi con tulle le sue forze a qncsto ten1a1ivo di violenza e nella rolluttazionc rlir ne sef(ui il Dumini od un altro fu costrcllo acl adoperare un'arma eia ra;:dio con la quale lo ferì gravemente. Fu J)Oi trasportalo in una abi1azione fidata.• non si sa se a Roma o fuori. ron l"intenzion€' di interrogarlo, e di esa111jnare i do<'un~enti co111pr01ncllcn1i <"he sj supponeva [o!-- sero conlennti nella hor•a. l\'la le eonclizioni della vittima pef!~iorarono tanlo da allarmare f(li autori stessi ciel clelillo che terrorizzati pensarono all'enorme impressione popolare e alle immancabili come,!!uenze che avrebbe smcitato la morie del cle1rntato so• cialista in co~ì tra~ica circostanza. I banditi decisero allora di mandarlo in ospedale per sminuire ·1a propl'ia rcsponsabililit. J\1a ornrni era tardi. 1entre questa decisione veniva. presa. l'anima ele11a ciel Martire se ne volani a Dio. LA MISTERIOSA TELEFONATA Questa ver$ione '-'-piel-,!a f' confenna la rniHerio8-a telefonata all'ospedale San Giacomo. telefonata rhe suscitò tanto scalpore e che rimase ine;plicabile. Riportiamo qui la narrazione fallane ,h La Vo,-,, R,,. - 9 --
pubblicai,a che a sno tempo ne. a,,tmse la completa respon- ,.-abilità: , « La s_era di ~iovedi 12, _due 7iorni dop~ il rap~mento, una motoc1clet1a ;.1 ferma fuori dell ospedale d1 San Giacomo. :'.c scende nn 1101110 che trafelato si precipita in portineria e dice al personale di guardia: " Avvisate i sanitari che sta per arrivare Matteotti moribondo >>. Prima che i presenti si potessero riavere dallo stupore, I'nomo si precipita fuori, balza nella moto e scompare. Depo due ore circa, una 1eJ,..fona1a: E' arrivato Mat• lt>otti? - Non ancora. - )la è impossibile, sono due ore che dovrebbe essere lì .. Data la voce arrogante il telefonista un po' risentito domanda: - Ma, scusi, lei chi è? - Questo 11011 la riguarda, non s'interessi degli affari. ,legli altri. Risulta chiaro da questa conversazione che la morte ina• ;peltata della ,•ittima gettava scompiglio nella banda crimi• nale. Due problemi si presentavano improrogabili: Come sbarazzarsi del cadavere? Come affrontare l'opinione pubblica <·he già minacciosa cominciava a congetturare sulla ,comparsa ,lc-1nostro Martire? )fussolini entra in scena: annuncia ufficialmente in Par• lamento la scomparsa di Matteotti; ne riceve la mog}ie pian• gente a cui promette con freddo cinismo che si condurranno auive ricerche e che i colpevoli saranno puniti. Contemporaneamente dà ordine al Dumini e compagni di far sparire il cadavere nel più breve tempo possibile. Costoro nascondono gli abiti insanguinati in una valigia; mettono il cadavere, lep;ato con le gambe e le braccia dietro le spalle, in un sacco, carirano tuffo rnpra una macchina e ,i dirigono veri;o il lago di Vico. E' loro intenzione prendere una barca e di scaricare in c1uelle profonde acque il macabro involto. Non possono eseguire quanto stabilito, perchè non t.ro• , ano una barca libera, nè d'altra parte ne possono chiedere una ai pescatori. Darebbero troppo nell'occhio. Tornano indietro, procedono lentamente finchè trovano nn posto che sembra adatto allo scopo: nessuna casa vicina, solo boschi, caverne, buche. Scendono e frettolosamente, pan• rosi di oi2:ni n1inin10 ru1nore, scav~no una buca corta e poco i,rofonda. Vuotano il sacco, ricoprono il cadavere con la terra e l'opera esecranda è compiuta. Rimontano in macchina e dopo poche centinaia di metri, huttano in una cunetta la giacca insanguinata. Si sarebbero disfatti dei calzoni più avanti se il continuo pa~saggio di auto e di operai non glielo avesse impedito. E fu cosi che ad Amerigo Dumini, nel giorno nel suo ar• rt!sto, furono lroYati un paio di calzoni insan~ninati ri<"ono• sciuti per quelli di Matteotti ». 10 -
CHI ERA. CHI E' DUMINI Amerigo Dumini, capo della banda e JHincipale esecutore dell'eccidio di Matteotti, è una losca figura, un amorale. Nato nel 1893 a Saint Louis Missouri negli Stati Uniti d"A. rnerica cla un e1nigrato itaJiano e da una indigena, ~j rivelò oin eia fanciullo per un violento . .~el 1914 lasciò l'America per partecipare alla guerra mondiale qui in Italia. Dimesso eia nn ospedale militare, alla fine .delle ostilità ottenne - per anchilosi al braccio - una pensione temilOranea fino all'anno 1926. Partecipò quindi alle prime squadre fasciste d'azione, ma la sua attività non troppo chiara attirò sin d'allora l'attenzione della 1>0lizia italiana ed estera. Il 2 giugno 1921, a Carrara, in via Carriana, uccise a revolverate il fratello e la madre di una ragazza riuscendo però a salvarsi dall'arresto. Arresto che non potè più tardi evitare quando fu sorpreso a contrabbandare batterie d'artiglieria, fucili e lanciabombe con potenze straniere. Ma nel 1922, contrariamente alla volontà del Ministero della Guerra, il Dumini ottenne la scarcerazione. Poco tempo dopo, con compagni della sua risma, aggredì nn giornalista, ma, appoggiato da forti f.rotezioni, tramutò l'aggressione stessa in una vertenza cava] cresca chiusasi con un duello. Ispettore viaggiante del Corriere /talia1Jo a L. 1.500 mensili e impiegato all'Ufficio Stampa del Ministero dell'Interno, fu il 1>rincipale protagonista del delitto Matteotti. Gravi responsabilità emersero a carico di gerarchi fasci• 8ti e del Governo tanto che si dovette rimuovere il $en. De Bono dalla cariC'a cli ,lirettorC' ~enerale della P. S. IL PROCESSO Donati, direttore del Popolo, presentò una denuncia circostanziata contro De Bono al Senato, perchè questo Consesso, costituito in Alta Corte di Giustizia. ne giudicasse la responsabilità nel delitto Matteotti. , In qualsiasi altro paese civile, p.~ima di istruire e celebrare un processo che avrebbe potuto coinvolgere la respon• sabilità del capo e dei membri del Governo, ad evitare che giustizia e verità fos ero state influenzate dal'autorità politica, tutti i ministri si sarebbero dimessi o sarebbero stati in• vitati a rassegnare le proprie dimissioni fìnchè non ei fosse fatta completa luce. Invece in.Italia, madre del diritto e della civiltà, tutti i llliuistri restarono in carica; ma il delitto Matteotti produsse eguallllente un 'incrinatura iniziale nelle fondamenta del regime fascista, incri.natura che non poterono saldare nè gli anni, nè gli ulteriori ~avvenimenti. - 11 -
L"i3trultoria del delitto ,·enne affidala a due integerrimi magistrati: Grossi ( Of!l-(idefunto) e Occhiuto (tuttora viYente); 1ua essi, non e~scndosi \·oluti prestare a:rli inviti. alle pre,sioni, alle lusin)!he ed alle minacce delle autorità politi· rhe e ~overnative pe1· co111pi'lare un"istruttoriH u.~um delphini, ,cnnero esonerati llalrincarico ,~ dall'in1piCf!O. e pensionati; e l'i~lruttoria fu pas-ìala a rna~istrati pili docili e pili corri,·i. Cosi Goveruo e re:ri rnc fascista potei te1·0 aucvolinente ot1cnere dal Senato l"assoluzione di De Bono che. a titolo di rii-arcinH•11to del danno morale suhìto, ,·eone dest!nato :,ro· YE•rnatorc tn L·ibia, n,entrc il 1nalcapilato Donati <lo,·ette ,·arrarf' la [rontiera e ,·ivcl'c esule in Francia pPr evit~ne rap- ]'resa;dic e prohabilmcntc h stessa fine di M,1lteotti. Il processo de;rli esceulori e degli altri im1w1ali. ad· clomesticato secondo le direttive !!Overnativc e diretto da !!iudiei compiacenti, si svolse a Cl\irti. Sin dall'inizio dei' dih,,uimenlo. il rapprr•e11l,111tc della parte civile. 011. Modi· !,!liani. ahhanclonava l'aUla, non Yolcndo sanzionare con la H1a presenza 1111 prevedibile. in~iuHo ,·cnletto. I.:arrin~a di FarinacC'i. ahi"le te~snto senza <'Onlr:Hldittori. di n1cnzogne e ('alunnic alla sacra metnoria ,lel noi;:tro :,!l'Hnde À1a,:tirè, nClla su:1 tesi difcnsionalc ~o--tenne - e la i:iorìa lo ammisse - la preterintenzionalità dell'omicidio dPI Matteotli che colpito con pn~no al torar<" ~arebhc morto per ài~posizione alla en1ol i~i, e non per ferite d'arma da ta;:dio. li 2A marzo 1926 ,~11ivn e1ncssa una ~cntcnza as-solutoria per il Viola.,: il Malania ed nna condanna ad anni ~- 1,,e... j 11 ~ giorni 20 11cr on1icirlio pretcrinlcnzionale a Du1nini, Volpi e Poveromo, con il condono di anni ~i per l"anlnistia del 30 ludio 1925. Dopo il p,:ocesso la Procurn di Chieti ebbe tblraulori1:1 politica rordine di distru;::;.rere i clocun1en1i pili comprornetl('nli e quelli estra,wi alla causa. O YOi, artefì<:i e manipolatori di quella dra111111:iticafar,a che si chiamò« Processo di Chieti», o ,oi tutti che per prc,· curare attenuanti ed alibi a dei , ol~ari $icari. prescntaH<' ì'adamantina personalitù del Ma1t,-otli ,·0111e un ,·iolento cd un provocatore, come un predisposto alh tubercolosi. 11011 sentite orrore di voi stessi per l'oltraggio fallo aHa me1noria d1 un JeaJe, forte. ~eneroso av,·er~.ario che, ovunque, nei co• mizi e nell'aula parlame111are, deprecava o~ni violenza, Of!ni lolla inci,·ile, esorlll\a alla lollcrnnza. al rispetto della lihcrtà e dei diritti umani!? Intanto il 3 g:P-nnaio 1923 ~·J11s~o·li11i riaffermava la :-:-11a dittatura, togliendo la liberti, cli stampa e sopprimendo , ;riornnli di opposizione. Pii, tardi to/!lieva al popolo italiano anche il diritto di a~--oeiazione e di riunione elimina11tlo <·o~ì j partiti contrari alla sua po.litica. A circa nove n1esi di di~tanza dalrepilogo Llcl proccs~o chic· tino - e prceisamcnt<' il 18 dicembre 1926 -- una mozione, fiqnata dai cl~putati ~a ci•;:ti Auf!USlo T11rati, Farinacci, Star"ce. Renato Ricci, \ aecari. Limonrelli, 1.rone. CC'ri. Chio12
slri e Aldimai. dichiarò decacluli dal mand,110 parlamentare i 122 deputati di opposizione. i quali disertando l'aula par· larnentare, a,1evano rifìntato ogni collaborazioue col nuovo regime che, macchinndosi con tanti delitti culminati con <1uello :Matteotti e nssicurandosene 1·impuni1à con i poteri di cui di~poneva, s! era re~o jndegno di reggere le sorti della Nazione. Su invito del capo de'I Go\'erno faEcisla quella mozione vénne approvata per acclamazione. 11 triste e fatale destino d'Italia per due decenni era ~e~nato e abbandonalo all'arbitrio di un noi.no e di 11n re~ µime dannoso ... / -13- •
VITA E APOSTOLATO DI GIACOMO MATTEOTTI I( f\o non fermano d'un popolo il destino L'armi e gl'inganni de la tirannia: D'un despota il voler, la forza ria Del fato non arrestano il cammino». ALDO CORETTI. G/o,;e d'/1n/;o Giacomo Matteotti 11ato da una famiglia di dgricoltor1 benestanti, originaria del T1·entino, distintosi fin dall' adolescenza per l'acutezza, la prontezza dell'ini:egno e la passione allo studio, dopo conseguita giovanissimo a Bologna la lan· rea in giurisprudenza, accrebbe ]e sue cognizioni di diritto c dj psichiatria sotto gli insegnamenti del prof. Stoppato e le perfezionò poi in Inghilterra ed in. Germania. Scrisse un lihro sulle « Recidive " e articoli sulla « Rivista Penale>> e sulla « Critica Sociale>> e su altre riviste, attirandosi l'ammirazione di studiosi competenti. Le misere condizioni sociali dei contadini polesani, de· solati dalla pellagra, che eniigravano annualmente a migliaia per cercar fortuna nelle lontane Americhe, ìo indussero a profondere le sue ricchezze, la sua vasta cultura. il suo nobile intelletto, tutto se stesso per promuoverne la elevazione morale, intellettuale, economica organizzando la Camera del Lavoro e numerose leghe di miglioramento. Così i lavoratori della sua terra lo appre-.i:zarono, lo idolatrarono e lo nominarono prima consigliere provinciale e successivamente nel 1919 assessore e sindaco. facilitandogli nella sua instancabile attività, la fondazione di scuole e hihlioteche, la pubblicazione di vari volumi sulla educazione delle masse, la cut'a dell'istruzione popolare e della finanza comunale sulla quale pubblicò parecchi sag/ri e un piano di riEom1e amministrative e tributat'ie. Data la sua profonda competenza in materia finanziaria entrò pure nel Comitato Direttivo della Lel?a dei Comuni e. eletto deputato nel 1919 per la circoscrizione di Rovigo·Ferrara. si distinse fra tutti i suoi colleghi per la sua alta dottrina in materia economico-finanziaria. tanto che rieletto nel - 14 -
1921. entrò Jap1>rirn.1 udi.i {,iunla del Bilancio " poi ndlJ C.ommi•-ionc Parlamentare di Finanza ove nel 192:2 steiw fra le altre la relazione ,ul bilancio d"entrata. sostenendo I\·· limi11a1.ione (lelle frontiere do/!anali e la libertà detreral'io iu fallo di spc,c. Come deputato fu 1rnre •t:/!retario pPt· la Conu11i,~io1w della riforma burocratica per cui redasse \'arie relazioni di n1inoranza. Sposo esemplare. tre volte padre. le cure della r ,miglia che E:rli idolatr3Ya non lo rli,tolsero dalle lotte politiche ,. dai ,uoi ideali per la redenzione sociale. Antinterventista co1l\"into. in coerenza 1•011il suo ideale 1>0Jiti<"o. nella ;.:rande ~uerra ro1.npì tuttaYÌa ller tre ~tnni il proprio do,·ere come -emplicc soldato. ma ciò non /!li risparmiò nè le 1>ersecuzioni. n"è l'internamento. Primo SC/!retario del Partito Socialista linitario. prcseuLata da questo nel 192-1 la sua candidatura a deputato nell.- circo-crizioni del Lazio e della Ycnezrn. risulti, elet1o in anr bedue con numerosi \"Oli di 1>rt>ferenza. Animo superiore e modesto. ai riti e cerimonie preferi,·a opere fatti"e, tanto che ad O/!ni in,·ito a partecipare a qualche banchetto tro,·a,·a sempre un pretesto per schermirsene. Si narra in J>rOJ)OSitoche una ,olla in\'itato dai com· pa)!ni all"ina11f!11razione della bandiera di un circolo socialista di una borl(ata nel Pole,ine, si rifiutò dieendo: << Verrù fra di voi quando ri sarà, da inau/!nrare la bihliotera popolare o la cooperatirn di consumo"· Di animo generoso aborrì sempre ogni violenza. ogni ,endctta, ogni in~ius1izia. oi;rni settari~rno e con1battè ~li avversari con ):i logica della parola, con la documentazione dei fatti. Per questo fu odiato e selvaggiamente colpito dal fa. scismo. Eppure egli" nella seduta parlamentare del 1921 ro•ì ai esprimeva: « Per lunl(hi mesi io ho predicalo anche ai miei compagni, come ho potuto, di subire tutte le violenze, di non reap:ire alle violenze. Ho fatto, lo devo confessare, l'apologia della viltà, perchè anche la viltà può essere un eroismo. l\fa dopo lunghi mesi di sacrificio, di attesa, di sopportazione sento ormai che non è più possibile di continuare (·osì e che dobbiamo deciderci a cambiare allel!f!iamento. L'on. Mussolini ha deciso ieri l'indecisione socialista. Sì, questa è la traitedia dell'anima nostra, di dovere rinnegare quello che è 1>rincipio attraverso il quale siamo arrirnti al socialismo, perchè noi iziovani specialmente provenienti dalle classi borizhesi. abbiamo abbracciata l'idea socialista per un alto ideale di civiltà e di redenzione insieme delle nostre plebi agricole. Orbene, noi stiamo dolonlsamente constatando che non ipiÌl possihilt> roniziun:rere la nostra' aspirazioni' di civiltà e di redt'nzione del proletariato. Que•to è il duhhio che ri ango- - 15 -
scia J" anima. La civiltà inerme di fronte al persistere della criminalità e della violenza, di fronte alla complicità conti• nua del governo non è più possibile. Noi sentiamo come il limite massimo della nostra resistenza passiva sia per essere raggiunto. on è più possibile vivere a questo modo ». PERSECUZIONI E MARTIRIO Giacomo Matteotti continuamente vigilato, fu prn volte persegmtato. Nonostante il diniego del rilascio del passaporto potè ugualmente con astuzia ed audacia passare il confine e partecipare ai t.:t)ugressi internazionali, ove rappresentò i socialisti italiani. Una sera dopo di aver parlato con la passione di apostolo ai contadini del suo Polesine fu rapito su di un autocarro, schernito, insultato, minacciato, percosso e poi Jasciato per morto, nella rigida notte invernale, nella solitudine <"amrestre. Bandito dalle sue terre e eia c1uelle che ospitavano la sua [amiirlia, alla vigilia delle elezioni politiche ciel 1924 riusci a scam1rnre abilmente e prodigiosamente dalle rappresaglie della F<ltiaclra che lo appostava su un treno che eia Patlova va a Venezia. Le persecuzioni dei nemici non avevano prima rispar n:iato nemmeno la madre clell'On.le che il 15 settembre 1921, a l .. egnano, n1entre recavasi ad un convegno privato, era stata a~:rredita e vin1perata con paro]e volgari da fascisti traspor~ tali su auloc,uri, che poi bastonarono a sangue un contadino ehe ne aveva prese le difese: e di tale aggressione se ne ebbe pure eco in Parlamento per opera dell'on.le Gallani nella st•dnta incle11a il 10 dicembre 1921. ~ella seduta del 30 marzo 1924 l'on.le Matteotti pro• nunciò al Parlamento italiano il memorabile discorso clie qni appre~so rip1·oclucian10, ove smascherò ]e violenze e gH arbitri perpetrali dal Governo e dai fascisti durante il re· <·ente periodo elettorale. A questo discorso dovern seguirne un altro nella pros- ~ima ~ecluta con nuove rivelazioni :-ulla concloua del governo nelle elezioni politiche. ma Giacomo Matteolli [u soppresso pri1na e i docnrnenli cornprornPtlenti sottratti ,lalle sue mani <lai snoi :-te:-si <-arnefici. ULTIMO DISCORSO pronunciato alla Camera dei Deputati da Giacomo Mattf;!otti il 30 maggio 1924 Presidente: Ha chiesto cli parlare l'onorevole Malleotti. N,. ha facoltà. Mattootri: Noi abbiamo avuto da parte della Giunta delle elezioni la proposta di convalida di_ numerosi collel!hi. 16 -
Ne~5uno certm11ente. de~li appartenenti a qnes1a As~cn1hlea, all"infuori credo dei componenti la Giunta delle elezioni, saprebbe ridire l'elenco dei nomi letti per la convalida; ne.,- suno, nè della Camera nè delle tribune della stampa. (Vive interrnzioni alla destra e al centro). L1.111i: E' passato il tempo in cui si parlava per le tribune ! · Matteotti: Certo ]a pubblicità è per voi un 'istituzione dello stupidissimo secolo XIX. (ViYi mm ori -- Tnterrnzioni aIla destra e al centro). Comunc1ue, dicevo, in questo momento non esiste da parte dell'Assemblea 1ma conoscenza esatta dell'oggetto sul quale si delibera. Soltanto per quei pochissimi nomi éhe abbiamo potuto afferrare alla lettura, possiamo immaginare che essi rappresentino una parte della maggioranza. Or contro la loro convalida noi presentiamo questa pura e sempli• ce eccezione: cioè, che la lista di_ maggioranza governativa., la quale nominalmente ha ottenuto una votazione di quauro milioni e tanti voti. (Interruzioni). Voci al centro: Ed anche più! Matteotti: Cotesta lista non li ha ollenuti, di fatto e ]i. beramente, ed è dubitabile quindi r,e essa abbia ottenuto nuel tanto di percentuale che è necessario. ([ntcrrnzioni - Proteste) per conquistare, anche secondo la vostra legge, i due terzi dei posti che le sono stati attribuiti! Potrebbe darsi che i .nomi letti dal Presidente sieno di quei capilista che resterebbero eletti anche se, invece del premio di maggio• ranza, si applicasse la proporzionale pura in ogni circosc-ri• zione. Ma poiché nessuno ha udito i nomi, e non è stata 1nemessa nessuna affermazione generica di tale specie, pro· babilmente tali tutti non sono. e quindi contestiamo in que• sto luogo e in tronco la validità della elezione della maiz:gioranza. (Ru1nori vivissimi). Vorrei pregare almeno i colleghi, snlla elezione dei quali og~i si giudica, di astenersi per lo meno dai rumori, se non dal voto. (Vivi commenti - P,·oteste - Interruzioni-alla destra e al centro). il1arfldl{lia: In conteslazione non <''è 11e~s11no~diverea• mente si asterrebbe! Matteotti: ::\loi <'Ontestiarno ... Maravi7lia: Allora contestate voi! Mattpotti: Ce1·to sarebhe maraviglia se contestasse lei'. L'elezione, s.econdo noi. è C$:-enziahnenle non ,·alida. e ag~iun~imno che non è valida in tntte le circoscrizioni. In (Himo luogo abbiamo la dichiarazione [alta esplicitamente dal Governo~ ripetuta da lutti gli organi della stampa uffì. ciale, ripetuta dagli oratori fascisti in tutti i comizi, che le Plezioni non ave,·.1110 <-he un n,lore ,1ssai relati,·o, in quanto che il Governo non si senti,·a rnggetto al responso elettorale. ma che in ogni caso - c-ome ha dichiarato replicatamente - avrebbe mantenuto il potere con la forza, anche se ... (Vivaci interruzioni a destra e al centro - Mo,·imenti delronorevole presidente clel Consiglio). -17 -
Voci a destra: Si, sì! Noi abbiamo fatto la ;!li erra! (A p · plausi alla destra e al centro). Matteotti: Codesti vostri applausi sono la conferma precisa della fondatezza del mio ragionamento. Per vostra stessa conferma dunque nessun elettore italiano si è trovato libero d, rlecidere con la sua volontà .... (Rumori, proteste e inlen-uzioni a destra}. Nessun elettore si è trovato libero di fronte a questo quesito ... Maravi~lia: Hanno votato otto milioni d'italiani! · Mali cotti: ... se cioè egli approvava o non a_pprovava la politica o per meglio dire il regime del Governo fascista. :Nessuno si è trnvato libero, percbè nessun cittadino sapeva a priori che se anche avesse osato affermare a maggioranza il contrario, c'era una forza a disposizione del Governo che avrebbe annullato il suo voto e il suo responso. (Rumori e iute,·mzioui a destra). ' Una voce a dcst1·a: E i due milioni di voti che hanno preso le minoranze? Farina.cci: Potevate fare la rivoluzione! Maravi~lia Sarebbero stati due milioni di eroi! M,itteotti: A 1·inforzare tale proposito del Governo. esiste una milizia armata ... (Applausi vivissimi e prolungati a destr·a e grida di « Viva la milizia »). Voci a destra: Vi scotta la milizia! Matteotti: ... esiste una milizia armata ... (lntern1zioni a destra - Rumori prolungati). Voci: Basta! Basta! President<>: Onorevole Matteotti si attenga all'argon1ento. Matteotti: Onore,,ole Presidente, forse ella non m'intende; ma io parlo di elezioni. Esiste una milizia armata ... (Interruzioni a deslra) la quale ha questo fondamentale e dichiarato scopo: di sostene1·e un determinato Capo del Governo bene indicato e n·ominato nel Capo del fascismo e non, a differenza defl'Eserci10. il Capo dello Stato. (Interruzioni e rumori a destra}. Voci a destrn: E le guardie rosse? ~ Matteotti: Vi è una milizia armata composta di cittadini di un solo Partito, la quale ha il compito dichiarato di sostenere un determinato Governo con la {orzc1. anch<' ~r· ad esso i] consenso mancasse. (ConunenLi). In agf!iunta e in 1rnrlicolare ... : (lntenuzioni) mentre per la legge elettorale la milizia avrebbe dovuto astene1·si, essendo in funzioni o quando era in funzione, e mentre di fotto in tnlla lta]i;i specialme111e rurale abbiamò constatato in quei giorni la presenza di militi nazionali in ~rari numero ... (Interruzioni Rumori). ' Pa.rinacci: Ernno i Balilla! Matteotti: E" vero, onorevole Farinacci, in molti luoghi hanno ,·otato anche i balilla! (Apprornzioni all'estrema sinisll·a - Rumori a destra e al centro). Voce al centro: Hanno votato i disertori per voi! Gonza/es: Spirito denaturato e rettificato! Matteotti: Dicevo dunque che mentre abbiamo visto numerosi di questi militi in op1i città e più ancora nelle cam- - 18 -
pa,rne (Interruzioni). gli elenchi degli ohhligati alla astensione depositati pre,so i comuni. erano ridicolmente ridotti a tre o quattro per,one per ogni <"ittà. per dare l'illusione dell '·o,sen·anza di una legge apertamente violata, conforme lo sti-••o pensiero espresso dal Presidente del Consiglio che affidarn ai militi fascisti la custodia delle cahine. (Rumori). A parte questo argomento del proposito del Govetno di reggersi anche con la forza contro il consenso, e del fatto di una milizia :t d isposizion!' di un partito che impedisce all'inizio e fondamentalmente la libera espressione della sonanità J)opolare ed elettorale e che invalida in blocco l'ultima, elezione in Italia, c'è poi una serie di fatti che successivamente ha viziate e annullate tutte le singole manifestazioni elettorali. (Interruzioni - Commenti). Voci a destra: Perchè a,-ete paura? Perchè scappate! Muueotti: Forse al Messico si usano fare le elezioni non con le schede, ma con il coraggio di fronte alle rivoltelle. (Vivi rumori -· Interruzioni - Approvazioni all'e• strema sinistra). E chiedo sc11,a al Messico, se non è vero! (Rumori prolun11:ati). I fatti cui accenno si possono riassun1ere secondo i diversi momenti delle elezioni. La le1?11:elettorale chiede ... (Inter• Tnzioni - Rumm·i). Dicevo che il. primo momento elettorale è quello per il quale ogni partito presenta con 300 o 500 ... (Interruzioni - Rumori). Greco: E' l'ora di fìnida! Voi svalorizzate il Parlamento! Matteotti: E allora sciordiete il Parlamento! Greco: Voi non risJlet1Ute la mag{!ioranza e non avete diritto di essere rispettati. Mattt>otti: Ciascun partito doveva, secondo la le11:geelettorale. presentare la propria li•ta di candidati ... (Vivi rumori). illaravi7lia: Ma parli sulla prnposta dell'onorevole Pre• •utti. Matteotti: Richiami dunque lei all'ordine il Presidente! La pi-esentazione delle liste - dicevo - deve avvenire in O:?.lli circoscrizione mediante un docu111ento notarile a cui vanno apposte dalle trecento alle cinquecento fìnne. Ebbene, onorevoli colle11:hi, in sette circo;crizioni su quindici le operazioni notarili che ai compiono privatamente nello studo di un notaro, fuori della vista pubblica e di quelle che ,•oi chiamate «provocazioni », sono state impedite con, vio• lenza. (Rumori vivissimi). Bastùmin.i: Questo lo dice lei! Voci dalla destra: Non è vero. non è vero! il!Jatteotti: Volete i singoli fatti! Eccoli: ad Iglesias il colle11:a Corsi stava racco!(liendo le trecento firme e. la sua ca~a è stata circondata ... (Rumori). Maraviglia: Non ;. rnro. Lo inventa lei in questo momento. Pari11acci: Va. a fìnire rhe faremo •nl erio quello che non abbiamo fotto! - 19 -
\fo1teo1ti: Farete il \"OStro me,tiere! L11ssu: E' la verità, è la verità! Ua.tteorti: A Melfi ... (Rumori ,·i\"issimi - lnterrnzioni). ,\ Melfi è stata impedita la raccolta delle firme con la violenza. (Rumori). In Puglia fu bastonato perfino un notaio. (Rumori ,·i,•issimi). Aldi-Mcti: Ma questo nei ricorsi non c'è! Jn 11essuno dei ricorsi! Ho visto io gli atti delle Puglie e in nessnto dei ricorsi è accennato il fatto di cui parla l'onorevole Matteotti. Fctrinacci: \'i faremo cambiare sistema! E dire che -0110 c1uelli che VO)!liono la normalizzazione! ,l/atteolli: A Genorn (Rumori vivissimi) i fogli con le firme già raccolte furono portati via dal tavolo su rui erano ,lati firmati. Yoci: Perd,è erano falsi. Ma11eo11i: Se erano falsi, dove,·ate denunciarli ai ma1,!i~trati ! Fllri11.<1cci: Perchè non ha fatto i redami alla Giunta dPlle elezioni? JJ,,11eo11i: Ci sono. Una ,·occ dal ba,wo del le Commissioni: ~o, non ci so• no: li inventa lei. Presidente: La Giunta de'lle elezioni dovrebbe dare e•empio di compostezza! I componenti della Giunta delJe Elezioni parleranno dopo. Onorevole Matteotti continui. Mfltteolli: lo espon)!O i fatti che non dovrebbero provo- ,·are rumori. I falli o sono ,·eri o li dimostrate falsi. 'on c'è offe~a. 11011 c'è iugiuria per 11(-"l"~unoin riò <'he dico; .-.·è-una ,lesrrizione cli fatti. Teruzzi: Che non esistono! \lflt11,011i: Da 11arte de)!li onorevo.li ·componenti cieli" Giunta dellf' elezioni ,i protesta ,·he ak1111i cli c1uesti fa11i 11011•ono dc,lotti o documentai i presso la Giunta deile elezioni. )la , oi ~apele 1Jeni$5:itnoC'orne 1111a :,,il nazione e un re- ;rilne di , iole11za non ~olo de1enninino i ratti ste.'-si, 111a irnpcdi•cano spt's,., volt" la denuncin e il reclamo formale. Voi ,apete che persone. le quali hanno cl,110 il loro nome per al• testare sopra un giornale o in un documento che un fatto Pra a, ,·enulo, sono .. ,atP in111redia1::unentc percos~e e nu•~se quindi nella impossibili1it di confermare il fatto stesso. Già nelle elezioni del 1921. quando ottenni da questa Camera l'annullamci,to per ,·iolenze di una prima elezione fa,cista. 111olli di coloro che attestarono i fatti davanti alla Giunta {l!'lle elezioni, furono chiamali alla sede fascista, fur0110 loro 1110,trate le copie cle~li atti esistenti presso la Giunta delle <'lezioni illrcitmneutr <·ornunicatc, [are11<lo acl C$~Ì un vero e prop1·io proC'esso privato perché ave,·ano attestato il vero o firrnal1 docun1enti ! Jn ~e~uito al Jlroce~~o fascista e~~i furono hoiC'oltati dal lavoro o percossi. (Rumori - Interruzioni). La ,tessa Giunta delle e'lezioni ricevette a]lora le prove <h-1fallo. Ed è per que,to. onorevoli colleghi, che noi spe-•c, •iamo co,tretli a portare in c1uesta Camera l'eco di quelle 1,rote~te c·he altrimenti nPI Paese non p0$~ono a,·ere alcun:1 allra ,oce ed espre,-i,,ne. ( ..\pplan,i alJ'(',lr<'rna ,inistra). In - 20 -
,ei ,·ircoscrizioni. abbiamo dello. le formalità notarili furono impedite con la ,·iolenza. e per arri,·are in tempo ~i dovette ..u. ppljrc mdlantcnle è, conte sj potè. con nuove finne in altre provincie. A Re:!~io Calabria. per e.senipio. abbia1110 do,·uto 1>rovvedere con nuo, e firme, per su 1>plire quelle che in Basilicata erano state i1npedite. {'na voce dal banco della Giunta: IJo,e furona1. i111pedite( \la11eot1i: A Melfi, a Iglesias, in Puglia ... °<ThYoripetere? (Interruzioni - Rumori). Presupposto essenziale di ogni <'lezione è che i c:indidati, cioè coloro che domandano al ,uffra;,;io Pletloi-alc il , oto, possono esporre il contradclitorio ton il pro:,!ram111a del Go,cr1to, in 1n1bhliti c-0111izi o anche in pri\'ati locali. le loro opinioni. Tn ltalia, nella ma«ima parie dei luo~hi, anzi quasi da per tulio, (lllf'!-1-lo non fu pos,ihik. 1·,rn ,oN•: '\'on Ì' vero! Parli l'onorevole" l\lazzoni (R11111orj ) . .\lulleotti: Su ottornila eon1uni italiani, e ~u mille ca111liclati tkllc minoranze la possibilità è stata ridotta a un piccolissimo numero di casj, soltanlo lù on?, ·il pari ilo doininan- · IP lrn ruusentito l>Cr alrunc- ra:,rioni partif•olari o di luo;ro o cli pe1·sona. (Interruzioni - Rumori). \ olet!' i fatti·> La Camera rjcorderà J'ineiclçnte occorso al eolle;ra Gonzale-. Teruz=i: :\'oi ci ricord iarno del 1919, quando b11t arnt,· :4li u(fìciali nel Xa\·i:,djo. Io, per un an)10. :--0110 andato a casa con ·1a pena cli rnorlc- sulla testa! Hatteotti: Onorevoli c-olleglii. se voi ,oletc eoutrapporc-i ahre elezioni, ebbene io domando .la tcstin1onianza di u11 uo1110 clic ~ìccle al banco del Go,·erno, $C n<'.::-Hmo po:.--!Òa di- <'hiararc che ci .:-ia -:tato un solo avvcr~ado che- non abbia potuto parlare in eontraclditorio con mc nel 19[9. Vo<'i: ~011 (' Yc-1·0; non è vero! Fi11zi (Sottose;rretario di Stato per l'interno) ,;\Jichele liianclii ! Proprio lei ha impedito cli parlare a Miche]" B;anelii ! Malleotti: Lei dice il [also! (Interruzioni - Uumori). Il fatto è sem1>licemcnte questo, d,e 1"011orcvnle Michel!' Bianchi eon altri tencrn un comizio a Badia Pole-ine .. \Ila fìne del c-omizio che essi tennero, sono arrivato io e ho doniandato la parola ·in rontraclditorjo. Essi F-i rifìularono e se ne andarono e io rirna~i a par1arc. (Huniori - T11!f'rruzio11i). Fi11zi: i'ion è eo•ì ! l/att<'otti: Porte'rò i ~iornali vostri clic lo auc~lano. Pi11::i: Lo doma11cli all'onorevok Yferlin che è il pii, vicjno a lei! L'onorevole Meri in cri:-tianamc-ntc dcporrù. llla11eoffi: L'onorc,·ole Meri in ha n, uto m1111cro,i <·011Lraddi1ori COII IHC, C UCSHlllO rn in1pc-dito O strouc~a10. ~la h1:.--ciamo slarc il pas~:llo. ·\fon rlo,·c,ale ci;:~erc voi i -rinno,a• tori dPI cost11n1e ita"licu10. non do,·c,·ate voi es~cre ('Oloro d1r-- a,·rebbcro po1·tato un nuovo cos111me moralf" nelle t'lezioni? (Rumori a destra). Ter11:;;zi.: E" ora di finil'la cou queste falsi1i1. \la11eo11i: L"inizio della campa;ma elellorale del 1921 '". YPnne <lunque a G("nova con una (·onfercnza priv~1a f' pf'r -21-
inviti da parte dell onorevole Gon2,ale~- Orbene, µrima an- ,·ora che si iuiziassE- la conferenza, i fascisti invasero la ,ala e a furia di bastonate impedirono all'oratore di aprire nemmeno la bocca. (Rumori - Interruzioni - Apostrofi). Una rnce: )/on è ,·ero. non h, impedito niente. (Rumori). Maueot1i: Allora rettifico_! Se, l'onorevole Gonzales dovette passare 8 giorni a letto, vuol' dire che si è ferito da solo, non fu bastonato. (Rumori - Interruzioni). L'o11ore• , ole Gonzales che è uno studioso di San Francesco, si è forse autollagellato! (Si ride - Interruzioni). A Napoli doveva parlare... (Rumori vivissimi - Scambio di apostofi fra al• cuni deputati che siedono all'estrema sinistra). Presidente: Onorevoli colleghi, io deploro quello che accade. Prendano 1>osto e non turbino la discussione! Onore• \'O]e Matteotti, prosegua, sia breve, e concluda. 1l:fottPotti: L'Assemblea deve tenere conto che fo debbo parlare per improvvisazione, e che mi limito, .. Voci: Si vede che improvvisa! E dice che porta dei fatti l Gonzales: I fatti non sono hnprovvisati! (Rumori). Jlatteotti: Mi limito, dico, alla nuda e cruda esposiziouc di alcuni faui. Ma se per tale forma di esposizione domando il compatimento dell'Assemblea... (Rumori) non ,·on1prendo come j fatti senza aggettivi e senza ingiurie pos• •ano sollevare uda e rnmori. Dicevo dunque ai candidati non fu lasciata nessuna liberti, di esporre liberamente il loro pensiero in contraddittorio con quello del Governo fascista e accennavo al fatto dell'onorevole Gonzales, accennavo al fatto dell'onorevole Bentini a :Napoli, alla conferenza che doveva tenel'e il capo dell'opposizione costituzionale l'ono• revole Amendola, e che fu impedito ... (Oh! oh! - Rumori). Voci a destra. Ma che costituzionale! Sovversivo come voi! Siete d'accordo tutti! Matteotti: Vuol dire dnnc1ue che il termine « sovve,·si• vo » ha n10Jta elasticitù ! Greco: Chiedo rli parlare sulle affermazioni dell'ono- ,...,,ole Malleotti. Matteotti: L'on. 4-mf'ndola fu impedito di tenere la sua c·onfe,.enza per la mobilitazione, documentala, da parte di c·omandanti di corpi :irmati i quali intervennero nella città ... Pn-.su11i: Dica bande armate, 11011 corpi armati! Matteotti: Bande annate, le quali impedirono la pubblica e libera conferenza (Rumori). Del resto, noi, ci siamo trovati in queste condizioni: su 100 dei nostri candidati circa 60 non potevano circolare liberamente nella loro circoscrizione! Voci di destra: Pe,. panra! Per paura! (Rumori - Commenti). Farinacci: Vi abbiamo invitati telegraficamente! Matteotti: Non credevamo che le elezioni dovessero svolgersi p1·oprio con1e un saggio di resistenza inerme alle violl'nze fisiche dell'avve,·sario, che è al Governo e dispone di tutte le forze armate! (Rumori). Che non fosse paura poi lo dimostra il fatto che, per un contraddittorio, noi chiedPmrn;, f'he 41d e,.:~o !"olo iili avversari fossero presenti e ne"3- - 22-
suno dei no:,tri perehè, ahrin1e11ti, voi sapete come è vostro costume dire " qualcuno di noi ha provocato >> e come « in seguito a provocazioni ll j fascisti " dovettero » legittimamen• te ritorcere l'offe~a, p.icchiando su tutta la linea! (l11lcrruzioni). Voci di destra: L'avete studiato bene! Pedrazzi,: Come siete pratici di queste cose voi! Presidente: Onorevole Pedrazzi! Matteotti: Comunque, ripeto, i candidati erano nella impossibilità di circolare nelle loro circoscrizioni! Voci a destra: Avevano paura! Matteotti: Si, paura! Come nella Sila, quando .,·erano i hriganti, avevamo paura! (Vivi rumori a destra - Apprm·a• zioni a sinistra). Una voce: Lei ha tenuto il contraddittorio con me ed è stato rispettato! Turati Filippo: Ho avuto la vostra protezione a mia ver• gogna! (Applausi a sinistra - Rumori a destra). Presidente: Concluda, onorevole Matteotti. Non provo• eh i incidenti! Mntteotti: Io protesto! Se ella crede che, non gli altri mi impediscano di parlare, ma che sia io a provocare incidenti, mi seggo e non parlo! (Rumori prolungati - Approvazioni all'estrema sinistra). Presidente: Ha finito? Allou ha facoltà di parlare l'onorevole Rossi ... Mntteotti: Ma che maniera è questa! Lei deve tutelare il mio diritto di parlare! Io non ho offeso nessuno! Riferisco soltanto dei fatti! ho diritto di essere rispettato! (Rumori 1>rolungati, conversazioni). Caserwno, presidente deHa Giunta delle elezioni: Chiedo rii parlare. Preside11te: Ha facolti, di parlare l'onorevole presidente della Giunta delle elezioni. C'è una proposta di rinvio del!li atti alla Giunta. Matteotti: Onorevole Presidente! ... Presidente: Onorevole Matteotti, se Ella vuol parlare. ha facoltà di continuare, ma prudentemente. ,U,,ueotti: lo chiedo di parlare non prudentemente 11/> i1nprudente1nente, 1na parlan1entarrnente ! Presidente: Parli, parli. · Matteotti. I candidati non avevano libera circolazione ... ( Rumori - Interruzioni). Voci: Lasciatelo parlare! Presidente: Facciamo silenzio! Lascino parlare! -Mntteotti: on ·solo non potevano circolare, ma molti di essi non potevano neppure risiedere nelle loro stesse abitazioni, nelle loro stesse città. Alcuno, che rimase al suo posto, ne vide poco dopo le conseguenze. Molti non accetta• rono la candidatura, perché sapevano che accettare la can• didatura voleva dire non aver più lavoro all'indomani o dover abbandonare il proprio paese ed emigrare all'estero (Commenti). Una voce: Erano difoccupati! - 23 -
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