Filippo Turati e Anna Kuliscioff - La tragedia di Giacomo Matteotti

a un cerio grado, per l' intercomunicanza delle facoltà umane, .1ssenza di senso comune. Stamane tornò Sforza da me, col dubbio di ieri. Aveva proposto un esordio, ma gli pareva pallido troppo, e infatti, lessi il discorso Albertini, non valeva la pe– na che egli parlasse per cosi poco. lo gli avevo in frelia proposto - e gli dissi e gli diedi - alcuni appunti, ben altrimenti forti, in replica al discorso del duce al Senato. Glielo diedi e lo stimolai perchè andasse subito a raccogliersi e a organiz- . zarsi un discorso. Gli fanno enormi pressioni perchè taccia. Spero di averlo deciso. Gli ho mandato a casa testè un ciclista per rafforzare il desiderio di intervenire. Sa– rebbe più pronto domani: ma oggi o domani dovrebbe parlare. Certe cose non le può dire che lui, che Albcrtini non poteva; e, dette da lui, avranno immenso rilievo, sia che siano ascoltate in silenzio, sia che siano rumoreggiate o magari impedite: nel qual caso le darebbe alla stampa. Sotto il suo guasconismo apparente c'è del co– raggio: ed è forse l'uomo del domani. Poi, qui, si commentò la mozione pel 27 - che divenne dichiarazione. In com– plesso fu conservata la mia non solo come scheletro, ma anche nell'esordio e nei suoi brani principali. Fu rimpolpata con accenni diretti a dimostrare meglio il nesso fra il delitto, il regime e il Governo. Riaffermata; contro i pissi pissi adescatori, la compattezza delle Opposizioni. Soppresso l'appello per la messa del Governo in istato d'accusa e ~per lo scioglimento e rinnovazione della Camera, che parevano prematuri. Ne sono abbastanza soddisfatto. Il collaudo definitivo sarà dato, credo, all'adunanza di stassera del Comitato o domani. Declinai la Presidenza dell'assemblea di venerdì, non volendo darle colore uni– tario, e porteremo Cesarò, come il meno estremo, ma non posso sfuggire alla com– memorazione. Ci penserò domani. Il pericolo è nei comunisti e nel loro sciopero generale. Speriamo che Confed. del Lavoro e massimalisti (che in questo sono con noi) riescano a sventarlo. Sarebbe un aiuto al Governo. Il pericolo dcli' incriminazione di De Bono, che manderebbe I' istruttoria al Se– nato, è avvertita dalla magistratura, che perciò ritarda. Bisogna che la istruttoria sia completa: solo dopo, quando sia indelebile, potrà passare all'Alta Corte, d'onde avrà il processo un'eco più largamente e solennemente mondiale. . Non è impossibile che il documento accusatore Finzi risorga: forse nello stesso discorso Sforza. Se ardirà. O per altra tvia. E c'è quello della canaglia Benedetti, che non avrà poca im1)ortanza. La prova mi pare inarrestabile. lo non prendo quasi più caffè: gli avvenimenti e le speranze e i doveri sono anche troppo eccitanti di per sè. Ora non so più se desiderare che il cadavere del povero Giacomo rimanga nel fondo del lago o nel forno dove forse fu abbrustolito. Pare accertata la evirazione. Da più punti è confermata. Dicono che i genitali dì lui fossero portati in una borsa a Filippelli, il quale ne svenne. Certo, se Bazzf venisse arrestato, si andrebbe in fine. Sarebbe l'ultima ora del responsabile maggiore. Non voglio sperar troppo. Ma mi pare che, anche senza ciò, abbiamo carne al fuoco abbastanza. Non capisco il tuo pessimismo. Non capisco per– chè fu un errore la sottoscrizione. Anche oggi mando mille lire. Se ci riesce, faremo un monumento nella piazza di Montecitorio. Pensa I Certo noi e l'Italia non paghe– remo mai abbastanza la gratitudine che dobbiamo al povero Giacomo. - Sono sceso a prendere le edizioni straordinarie del .. Piccolo,. col discorso di Palazzo Venezia. E' la ri&ciacquatura del discorso di ieri, ma ancora più dimesso. E' una supplica alle Opposizioni di rientrare alla Camera. • Il punto è questo• ... Se 38 Biblioteca Gino Bianco

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