Filippo Turati e Anna Kuliscioff - La tragedia di Giacomo Matteotti
Anna a fiÌippo. Mio carissimo, :u.6.924.Mila1111 Ort 17 111 da stamane sono in tua compagnia. Verso le IO venne Musaui con la sorpren• den1e ed inattesa notizia della c.:onsegna alla giustizia del Rossi. Nel pomeriggio sino quasi a quest'ora si trovarono qui il nostro piccolo amico, Emerico [Vismara], Gon• zales, Treves e Mazzoni. Il nuo,·o colpo di scena si presta a molle ipotesi; quale di queste la piir attendibile? Un compromesso di reciproco sah•ataggio? Una seconda marcia su Roma, la liberazione dei detenuti, un pronunziamento ç proclamazione di dittatura? Tutto è da vedere, se i calcoli non sono illusori, se la Milizia nazionale, la quale in media rispose in tu1ta l'Italia non più del 20¾,. non sia già passata sot• to il Ministero della Guerra e. quindi sotto il comando di un generale dell'esercito, se la seconda marcia su Roma - proclamata ieri a Bologna - non è un s.emplice bluff, tenuto conto cli un limitato concorso cli scarafaggi, di soli 40 deputati della magl,!:ioranza e di accertamenti di debolezza da parte degli stessi giornalisti fascisti, per es. il Moniçelli del e Resto del Carlino ... li primo momento la costituzione del Rossi mi fece una terribile impressione. Comincio a covare il presentimento che il crollo definitivo dcli' uomo fatale non avverrà se non a costo .di altre vittime e di uno spargimento di sangue. Raccolgo iutti i dati e tutti gli indizi di una evidcn1e de· bolezza, una specie di collasso della belva ferita, traendo buone speranze anche dal· l'atteggiamento energico del Federzoni. Se Mussolini ha potuto buttare a mare il suo Rasciola, segretario personale, che lo seguiva come ombra dappertutto impostogli da federzoni, è segno che sia o molto debole, o mediti qualche cosa di molto irave. Filippo ad Anna. Romu. lun.-di 23/6/924 ort 1911, Sapevo che qualcuno • non sapevo chi • mi avrebbe cercato alle 9 ½ al mio domicilio. Ed era Sforza. Mi disse della visita al Re: Bonorni non ci andò delegan• do Sforza. Gli parlò vibramente. Gli disse molle cose in segreto ermetico, che mi affretterei a riferirti se ne valesse la pena; ma non valgono affatto. Nulla. E nulla pel Senato di domani. La tua lettera emolliente mi conforta di tutti questi nuUa e fa che non abbia oggi insistito sul ·mio testo di mozione, di cui sar?l conservata la pri• ma parte e qualche brano centrale e parte delle conclusioni, ma non di più. Avrete ragione voi. • E' venuto Baldesi. Le mie guardie del corpo che mi attendono puntual• mente dalle 19 1/ 2 in giù credo se ne torneranno in Sicilia. Baldesi mi racconta che l'adunata di Bologna fu magra assai, tanto che dovettero inventare un ritardo di treni inesistenti per giustificarsì. Ciò fa il paio con I' ordine dato ai fascisti di rime!• tere fuori i distintivi che in gran numero s'erano nascosti. C'è gente che ci si rac• comanda, dicendoci che vuol salvarci la vita a patto che ci impegniamo, appena mutato il vento, a salvar loro la pelle. La mia lettera pubblicata da Rocco ha sollaz. zato molto le popolazioni. Come vedi il comico si intreccia al drammatico. Ieri sera coi miei guardiani mi slanciai ad una passeggiata a piedi fino alla slazione, dove ali' interno si trovano i giornali di Milano sebbene sia domenica, e di li ad uno dei miei domicili. Ma mi è difficil~ sfuggire alle dimostrazioni, agli a-pplausi, ai e viva Turati> e agli "abbasso ~ ecc. Persino nel rifugio della stanza più riposta dei Tre Re, quando ci levammo mi fecero l'ovazione. - Ora il Comitato delle minoranze vuole 34 Biblioteca Gino Bianco
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