Filippo Turati e Anna Kuliscioff - La tragedia di Giacomo Matteotti

le tracce, ed il sequestro non sarebbe che la soppressione della persona. Non ti dico con che animo angosciat6 penso a lui, a voi altri, alla stes~a moglie, la quale chi sa - come se la caverà da un colpo mortale come sarebbe la scomparsa per sempre del padre dei suoi figlioli. Tutt'oggi è una processione di gente per sentire notizie, tele– .fonate confinue, e l'ultima fu di un zio di Matteotti, fratello di sua madre ora mala– tissimo a Rovigo. Gli dissi di telefonarmi dopo le 18, forse potrò avere qualche notizia dalla Giustizia. "COMPLICITA' !,, Alla Camera, in fine della seduta del 12, Mussolini si alza tra segni di vivissima attenzione e dice: "Credo che la Camera sia ansiosa di avere notizie sulla sorte del!' On. Matteotti scomparso nel pomeriggio di martedì improvvisamente in circostanze di tempo e di lu6go 110nprecisate e tali da legittimare l'ipotesi di un d't!itto, che, se compiuto, susciterebbe sdegno e ·corflmozionenel Governoe nel Parlamento. Non appena gli organi della polizia furono informati della cosa, io stesso ho impartito gli ordini più tassativi per solleci– tare le indagini' a Roma e fuori, specialmente alla frontiera. la polizia è sulle traccie di elementi sospetti e non lascie;à nulla di intentato perchè i responsabili siaf/o identi- ficati ed.assicurati alla giustizia,,. · Dopo che il Presidente della Camera Rocco ha dichiarato.di aver insistito presso il Presidente del Consiglio per un'azione rapida ed energica, ha fa parola Gonza/es. Egli dice: "In Roma, sede del Parlamento, a Camera aperta, un deputato dell'opposizione ha potuto. essere aggredito e.rapito ed al ferzo giorno dalla rapiqa, mentre le sedute della Camera tranquillamente continuano, 11011 sappiamo se esso ci sarà restituito. le parole del Presidente della Camera, garanzia dei diritti di noi tutti, e quelledel Presi– dente del Consiglio, custode della legge, non sono state quellf che noi attendevamo: hanno sapore di ordinaria amministrazione. In nome dei colleghi del gruppo unitario e con la saputa solidarietà di tutti i deputati def.laminoranza, denunzio alla Camer(Ied al Paese il fatto atroce e senza precedenti,,. Queste parole, dette con voce ferma e pacata, producono profonda impressione. Dopo un iStante di silenzio si ode da qualche parte dire: "Parli il Presidente!,, l'on. Mussolini siede al banco del Oovemo con le braccia incrociate e non fa cenno di voler parlare. Allora si ode l' on. Chiesa che dice: " Allora è complice!,,. la frase· del de– putato repubblicano suscita l'immediata reazione della maggioranza che rumoreggia e inveisce contro di lui. l' on. Mussolini, in piedi, protesta vivacemente con parole che non giungono fino alla tribuna della stampa, ed anche l'on. Ciano, chesta all'estremità del bancodel Governo versosinistra, in piedi, investe l'on. Chiesa.Si vedonopure agitarsi gli on. AcerbÒe Finzi. Il Presidente deplora la parola detta dall'on. Chiesa che domanda di parlare per spiegarsi, ed egli ihvifa la maggioranza a lasciarlo dire, ma dalla destra si risponde: "No, no! Non deve parlare!,, Allora Turati, in piedi, grida, verso il banco de/.-Go• verno: "le vostre narole s6110segni di ipocrisia!,, Da destra si ribatte violentemen.te , e i questori debbono durare grande fatica a tenere a bada i più scalmanati, che ogni tanfo sembrano volersi scagliare verso l'estrema. Finalmente il Presidente scampanel/ando ancora e_con ripetuti richiam/ riesce a ristabilire un certo silenzio. CHIESA dice: "Nessuno oserà credere che io abbia mai voluto chiamare complicè li Biblioteca Gino Bianco

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