Angelo Brucculeri - Il problema della terra

- 137 - giare in mezzo ad un polipaio di diseredati, ai quali - stanchi dalle spossanti fatiche del giorno -·- non è concesso di riposare altrove che in un lercio tugurio insieme col bestiame e dopo un ben lungo cammino. « La perfezione della vita sociale, osserva· il Périn, sarebbe la piena parteci'pazione di tutti a tutti i doni di Dio, nell'ordine morale come nell'ordine materiale». Ma questo è un termine inafferrabile, è vero : contuttociò « è saggezza e saggezza veramente cristiana lottare senza tregua e riposo contro tutti gli ostacoli della natura materiale e della natura umana per mettere le società nel1e condizioni dove, secondo l'espressione di Giuseppe De Maistre, il più gran benessere possibile sia la parte del maggior numero possibile di uomini » (r). E il Weiss alla ·sua volta scrive : « Lo stato più benedetto e prosperoso dell'umano consorzio è quello dove si dànno meno milionari e molti milioni di uomini i quali posseggono il necessario alla vita. Vero benessere universale è quando aléunchè torna di vantaggio al maggior numero possibile, non tutto ad alcuni pochi. Quando i più posseggono tanto da campare, non si dà, è vero, magnificenza nè lusso, nè le cose del mondo vanno splendidamente, nia di' sp1endore appunto non si vive» (r). (I) La richesse dans /Ps sociétés chrétiennes. Paris, Lecoffre, 1868, t, I, p. 35. (2) La questione sociale. Trento, 1897, p. 434. To. I, pp. 35 e 36. B bi oteca Gino Bianco

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