rion senso, e propone una formula che pur lasciando unito il partito, superi l'antimilitarismo di puro principio e proponga una azione in nome degli interessi immediati delle masse, i quali sono di per sè unitari e i'enza equivoci. Ai riformisti ricorda la loro battaglia contro la reazione militare del 1898, ammonendo che riformismo non significa tin~nzia all'azione, se da questa potranno scaturire forze nuove che portino avanti un ordine civile; ai massimalisti ricorda che se un momento ci fu mai per una azione violenta del proletariato, questo è venuto e se essi sapranno come muoversi l'intero partito li seguirà unanime come unanime è stato pronunziandosi contro .la guerra. « Facciamo come Liebnecht! » sembra il suo motto sulla «Lotta» in anticipo di alcuni anni con l'altro grido delle folle del '17: « Facciamo come in Russia!». Anche l'equivoca confusione fatta nel campo riformista fra le posizioni dell'interventismo democratico e dell'interventismo nazionalista, 'è acutamente intuita e denunciata qui da Mattetotti, al quale non sfugge la debolezza di tutte le posizioni di centro quando le ali di uno schieramento sono decise a ri-' correre a soluzioni eversi ve. L'intervento dell'Italia conclude questa fase della vita politica di Matteotti. Un capitolo di storia si chiude per il partito socialistae per l'intero paese; il bilancio per i socialisti è una battaglia evitata e una sconfitta politica subita, sconfitta del socialismo e del proletariato europeo. Una densa caliginè di rovine e di lutti avvolgerà ormai il Polesine di Matteotti, e l'Europa intera. La «Lotta» sarà ridotta al silenzio, l'« Avanti!» imbavagliato dalla censura, il partito disperso e immobilizzato. Matteotti, su cui sarebbe caduta una denunzia per un discorso in Consiglio Provinciale di Rovigo contro la guerra, avrebbe pagato la rigidezza delle sue posizioni andando a finire in Sicilia, militare internato per ragioni politiche. IL DOPOGUERRA La fine della guerra vede il partito socialista di fronte al compito immenso di dare uno sbocco politico alla nuova situazione economica, sociale e psicologica del paese. La rovina economica, la cattiva condotta militare e amministrativa della guerra, la fallimentare politica delle trat5 Bibl oteca Gino Banco
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