ALE;SSANDRO SCHIAVI I PRIMORDI DEL SOCIALISMO IN ITALIA (Dal secolo xvm al secolo xrx) Sarebbe azzardato affermare che il socialismo abbia avuto dei precursori in Italia. Si può dire sì, che il pensiero socialista nella accezione più larga della parola, come di un richiamo a un senso di maggior giustizia verso i miseri, abbia avuto assertori anche tra noi fino dal secolo xvnr, ma si nega che quelle idee, per quanto ben formulate e sinceramente espresse, abbiano avuto efficacia tale da muovere prìncipi o reggitori a legiferare di conseguenza, e diffusione e penetrazione così da risvegliare le masse dormienti e da spingerle ad agire o guidate o da se stesse, al fine di cambiare e migliorare le proprie condizioni. A voler spigolare delle frasi di critica dell'ordinamento sociale e delle necessità di riformarlo, come riflesso dello spirito di umanità che caratterizza il pensiero settecentesco, dalle opere di pensatori, di politici e di poeti della seconda metà del Settecento e d~lla prima metà dell'Ottocento, c'è da comporre una fiorita ammirabile e commovente. Dal Beccaria al Filangieri, dal Pagano al Verri la rivendicazione della libertà del pensiero non è fine a se stessa, ma deve servire al benessere della comunità, il quale fine, a sua volta, si concreta in quello dei singoli componenti. Coi prodromi della Rivoluzione francese, e la penetrazione di contrabbando delle opere del Rousseau e dei socialisti utopisti francesi, dal Meslier al Mably e al 7
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