Alessandro Schiavi, ... et al. - Figure del primo socialismo italiano

del pensiero scritto e parlato, nel quale molto poggiava sui valori fondamentali e insopprimibili dell'individuo come tale, fosse la libertà. Il giornalismo e l'oratoria d'idee, specialmente quando queste sono tutte contro-corrente, son già di per sè un atto e un fatto della libertà. E quando la violenza del fascismo logicamente intuì che la prima trincea da abba'ttere in Italia•era quella socialista e La Giustizia, il giornale dove Treves scriveva, fu soppressa, s'iniziò quella progressiva resistenza dei nostri migliori, durante la quale tutto quanto della democrazia politica poteva essere salvato, anche le briciole, fu strenuamente difeso. La posizione di Treves diventò cosi necessariamente, una delle più spericolate, ed egli fu, in mezzo a noi, l'antifascista più perentorio. L'ondata lo raggiunse attraverso l'orchestrata falsificazione d'un passo d'un suo discorso parlamentare risalente alla prima guerra mondiale: contro quella interpretazione stavano tutto il suo passato e, in modo inequivoco, i suoi scritti di politica estera tra i più chiari che abbiamo, derivati in parte dalle precedenti impostazioni bissolatiane e perciò italianissimi. Treves non piegò, non poteva piegare; la sua democrazia era integrale e senza residui, e perciò antifascista per definizione; si potrebbe dire che egli era un antifascista « ante-litteram », anche prima che il fascismo nascesse. Quello che seguì è noto. Il socialismo italiano ebbe il suo olocausto a catena: Turati commemorò Matteotti e fu l'ultima testimonianza in patria. Poi vennero gli esilii; Treves, esule, commemorò Turati, esule. Direi che que~t'ultimo addio di Claudio fu il più sofferto. Al fondo dei rapporti Turati-Treves non era la semplice concomitanza delle idee, la solidarietà della milizia di parte, ma un'amicizia e devozione umanissime, di luce quasi platonica. Ecco perchè a rileggere il necrologio di Treves sul feretro di Turati," senti che esso più che una testimonianza politica è un testamento, che rende i due maestri inseparabili nel nostro spirito anche oltre la morte. 80

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==