Alessandro Schiavi, ... et al. - Figure del primo socialismo italiano

alto senso del dovere, ma anche dal convincimento che occorresse rafforzare e nobilitare la funzione del Parlamento per poter creare , una democrazia genuina, efficiente, durevole. Pochi uomini ebbe il Parlamento italiano che con maggiore e più efficace impegno lavorarono per questo fine. Scoppiato il conflitto europeo, Modigliani fu tra i socialisti italiani uno di quelli che con maggior fervore cercò di tenere l'Italia lontana dalla guerra e, dopo l'intervento, fu tra i più appassionati e tenaci nello sforzo di affrettare la conclusione della pace. Fu pertanto uno dei più fervidi zimmerwaldiani (come furon detti), cioè di coloro che nei Convegni di Zimmerwald e di Kienthal (Svizzera) cercarono di creare un'intesa socialista internazionale per premere sui governi e indurli ad avviare trattative di pace; e più tardi andò a Londra, insieme con Schiavi e D'Aragona (le tre barbe più solenni del Partito, come allora scherzosamente fu detto), a prendere accordi per quel fine coi compagni inglesi e sostenne molto serenamente le accuse e le minacce rivolte ai tre pellegrini, come fautori « d'une paix quelconque », cioè di una pace che potesse anche deludere e tradire le speranze della coscienza nazionale italiana. Alla stipulazione di una pace che garantisse il diritto delle genti e la loro pacifica convivenza mirava allora l'opera di Wilson con la formulazione dei suoi celebri I4 punti e con l'entrata in guerra dell'America, che indubbiamente affrettò la fine del conflitto, che il recente èitiro della Russia minacciava di mandare assai in lungo. Dopo la conclusione dell'armistizio, poi della pace, nello stato di convulsa irrequietezza in cui fu gettato il proletariato italiano Modigliani fu tra i più fermi nel resistere contro l'infatuazione massimalistica. Egli forse sperò che il trionfo che questa aveva riportato nel Congresso di Bologna (1919) potesse essere canee!-

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