la pone in antitesi con la realtà esistente da superare, e cioè da negare, da distruggere, Modigliani pronunziò eloquenti discorsi nei congressi tenuti dal Partito Socialista di quegli anni. Ma tuttavia egli sempre si tenne con molta cautela lontano da un atteggiamento che potesse apparire troppo facile adattamento alla struttura fondamentale della società borghese e poteva con ciò attenuare quella coscienza della divisione e della lotta fra le classi, che è necessario presupposto di ogni azione diretta a sopprimere quella divisione e quella lotta, in nome di un ideale di giustizia e di fraternità. Per questa sua preoccupazione egli si separò formalmente, ..nel Congresso di Milano del 1910, da Turati e da Treves, pur rimanendo sempre nella scia del riformismo socialista; e tornò poi a sentirsi in tutto solidale con quei compagni quando lo scoppio della guerra libica li congiunse in una risoluta opposizione all'avventura coloniale; ma fu poi fermissimo nel ritenere che le « vie nuove del socialismo », per cui accennavano a porsi Bissolati, Bonomi ed altri rappresentassero una deviazione e potessero attenuare nel proletariato la coscienza di classe; sicchè ebbe parte notevole in quella risoluta resistenza contro la recente «eresia», che nel Convegno di Reggio Emilia (1912) condusse Bissolati e i suoi amici fuori del Partito. In quello stesso anno, quando Guido Podrecca, eletto poco tempo prima deputato di Budrio, aveva sentito il dovere di dimettersi perchè non condivideva l'avversione del Partito contro l'impresa libica, Giuseppe Emanuele Modigliani fu portato candidato nel Collegio rimasto vacante e divenne così rappresentante del consapevole e coraggioso proletariato cont_adino di Molinella. Alla Camera fu presto notato per la sua fluente e limpida eloquenza, per la finezza dell'intuito politico, per la passione con cui esercitò il mandato parlamentare, tratto non solo dal suo 74
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