sione e il volo lirico di una strofa, forse perchè nessuno sa esprimere la suggestione della grazia, del dolore, dell'amore per i sofferenti, dell'anelito di universale giustizia, personificate in una grande anima femminile, come colui che l'ha subito. Bonomi giovinetto fu conquistato all'idea nuova da quella suggestione che non lo abbandonò mai, anche quando la lotta politica lo fece divergere per altre vie. La prima conseguenza di quell'incontro fu un mutamento di fronte nella sua preparazione intellettuale: l'abbandono delle scienze naturali, per le discipline economiche e giuridiche. Legando ormai il suo destino al destino del Partito, passò dalle ricerche silenziose del laboratorio al tumulto umano delle lotte politiche e sociali. E da allora, per più di un ventennio, fino al 1912, la sua vita si confuse con la vita del Partito, attraverso un'attività, senza soste, continua, varia, feconda, appassionata, che lo doveva portare di grado in grado al vertice della notorietà: propagandista nelle città, agitatore nelle campagne, giornalista all'Avanti! per sostituire redattori arrestati o al bando nel periodo della persecuzione, collaboratore ordinario nella Critica sociale di Turati, consigliere comunale di Roma e. assessore nell'amministrazione di Nathan, deputato al Parlamento, oratore di eloquenza limpida chiara precisa e di solido contributo. Che avvenne nel 1912? Perchè Bonomi, seguendo Bissolati, e staccandosi da Turati, entrò nel Governo, uscendo dal Partito? Per intendere il pensiero e la condotta di Bonomi, uomo di governo, ricorriamo a Bonomi, scrittore politico, che spiegò la: dialettica della sua evoluzione. Il Partito socialista italiano sorse sui ruderi dei vecchi movimenti anarchici e bakuniani, modellato sul programma di Erfurt con schietto carattere marxista. Gli interni contrasti delle tendenze, che poi dovevano compromettere l'unità del movimento, si erano già verificati altrove, ma in Italia giungevano come s
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