Alessandro Schiavi, ... et al. - Figure del primo socialismo italiano

le loro condizioni. E ciò fu opera dei socialisti che, nel giro di pochi anni, riuscirono a penetrare nelle campagne e a conquistare alla loro fede quella povera gente, dando vita ad un movimento senza precedenti in Europa e nel mondo, al quale Ivanoe Bonomi tributò il più alto elogio, scrivendo: ((Da ben sette secoli, da quando la propaganda francescana percorse le valli dell'Umbria, le popolazioni rurali italiane non avevano più sentito tanto calore di umanità scendere fino al loro livello per innalzarle. E quella schiettezza di fede le penetrò .e le conquistò per intero». *** Non è possibile spiegarsi le ragioni di questo successo se non si ha un'idea esatta delle reali condizioni in cui viveva il bracciantato, che sarà il principale attore del movimento dei lavoratori della terra e il promotore della cooperazione agricola e di lavoro, grazie alla quale esso potè elevarsi rapidamente e prendere posto accanto alle categorie più evolute. In un bilancio « Cosa prende e spende un contadino », che ho rintracciato in un raro periodico, Il Pellagroso del 25 gennaio 1885, si rileva che una famiglia di braccianti, composta di quattro persone (marito, moglie e due figli minori), il cui capo non lavora più di 240 giorni dell'anno, ha un'entrata totale di L. 412 annue, corrispondenti a L. 1,12 al giorno, mentre la sua spesa giornaliera risulta, invece, essere di L. 1,37. Onde, tra l'entrata e la spesa, vi è una differenza di L. 0,25. Il bracciante, anche mangiando male, resta indebitato, dato che, come si legge in una lettura pubblica tenuta nella sala dell' Accademia virgiliana di Mantova il 29 giugno 1878, dall'ing. Alessandro Ferretti, (< la mercede percepita (dai braccianti) è cosi mite da non permettere il più piccolo risparmio per il tempo in cui manca il lavoro». 57

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