Alessandro Schiavi, ... et al. - Figure del primo socialismo italiano

avevano già dato vita ad un movimento che, per quanto avesse assunto quasi esclusivamente la forma di società dt mutuo soccorso, andava trasformandosi gradualmente in vero e proprio movimento di resistenza e di cooperazione, con un sempre più accentuato carattere di classe, il quale produrrà nei seguaci la formazione di una coscienza di classe, che li condurrà sulla vera via del socialismo. Ma di tutto questo fermento di idee e di iniziative, che si agitano tra i lavoratori dell'industria, nulla invece si avverte tra i lavoratori della terra, i quali, sin dopo il 1880, rimarranno assenti dalle lotte politiche ed economiche del Paese. Le loro precedenti agitazioni contro la miseria o le loro rivolte, come quelle del 1869 contro il macinato, che si svolsero nelle campagne, specie dell'Emilia, mancavano di scopi ben determinati, tanto che lasciavano le cose immutate. Solo nel decennio 1880-1890, nel corso del quale vennero pubblicati i risultati dell'inchiesta agraria, che rivelarono, in tutta la loro drammaticità, le condizioni di povertà dell'agricoltura e della popolazione rurale, si ebbe una serie di grandi scioperi agricoli. Il primo fu quello di Mantova del 1885, dove i contadini tumultuarono al grido di « la boj » (cioè la pentola bolle e non è più contenibile}, che diede luogo a un clamoroso processo, quello di Venezia del 1886. Questo processo e gli altri analoghi del tempo, pur risolvendosi di solito in generali assoluzioni, contribuirono senza dubbio a maggiormente denunciare al Paese « una vita secolare di miseria e di oppressione» e la decisa volontà dei proletariato dei campi di procedere al riscatto del lavoro. Da questi movimenti spontanei ebbe 1mz10 l'organizzazione di resistenza nelle campagne della Valle Padana, con il preciso scopo di indurre i lavoratori della terra a compiere sforzi per migliorare 56

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==