ENRICO BASSI NULLO B.ALDINI E GIUSEPPE M.ASS.ARENTI · Quando, nel corso dei primi decenni della seconda metà del secolo XIX, nacquero gli uomini, la cui vita e opera viene rievocata in questo « quaderno », il mondo -era già « quasi completamente sotto il dominio del socialismo ». L'idea socialista, anche in Italia, non si presentava più agli uomini come una vaga aspirazione ad una futura società di eguali, oppure, come ben dice Benedetto Croce, non si presentava più come « quella vecchia idea, che ha accompagnato sempre il genere umano ed è rispuntata più volte nel corso dei secoli », della quale si possono rintracciare germi e assertori in tutte le precedenti epoche storiche, ma si presenta già, ha scritto acutamente Rodolfo Mondolfo, come movimento storico « che abbandona ogni costruzione di disegni ideali, e si volge invece all'opera attiva di organizzare il proletariato per lo sviluppo della sua coscienza e azione economica e politica di classe >>. Infatti, svanite le illusioni dei moti rivoluzionari di Bologna del 1874 e di Benevento del 1877, sulle possibilità di grandi rivolgimenti immediati, a cui si era ispirata nell'ultimo decennio la propaganda bakuniniana, i giovani pionieri del socialismo italiano, con a capo Andrea Costa, che ne ebbe la prima intuizione, riconobbero la necessità di un'azione graduale di conquista per 33
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