riserbi al nostro sforzo l'universo profondo, nè se ricompensa ci sarà mai; nel cercare la verità e nel proc.lamarla; nel non subire là legge della menzogna. trionfante e passeggera e nel non farsi eco, nè con l'anima nè con le labbra nè con le mani, degli applausi imbecilli e delle urla ·fanatiche ». E perciò egli fu ucciso. Egli non poteva non diventare il nemico implacabile, il nemico numero uno del fascismo. La stessa efferatezza con la quale fu ucciso dimostra di quanto odio egli fosse onorato dai sicari e dai mandanti; lo sgomento dal quale costoro furono presi quando il delitto venne scoperto, dimostra quanto la sua grandezza d'animo e di mente si fosse già imposta agli italiani. Ed è per questo che l'assassinio di Matteotti, marchio perenne di infamia sul regime che ha disonorato e rovinato l'Italia, resta un monito per la democrazia, per la classe lavoratrice nell'Italia e nel mondo . .Poichè l'insegnamento di Matteotti non è solo un insegnamento altamente morale,· ma soprattutto un insegnamento politico. Il socialismo democratico, se vorrà riprendere il suo cammino vittorioso, dovrà far propria la concezione della lotta politica di Matteotti: volontaristica, libertaria, positiva, realizzatrice, insomma concretamente rivoluzionaria. Bruno Buozzi fu il parallelo di Matteotti nella lotta sindacale. Operaio autodidatta, simboleggiava nella sua persona le possibilità di elevazione del proletariato. Ancora giovane, diviene uno dei più valorosi organizzatori sindacali e uomini politici del socialismo. Nell'acme delle agitazioni proletarie dell'altro dopoguerra, nella occupazione delle fabbriche avvenuta nel 1920, suscitata e fomentata dalla-resistenza e dalla jattanza padronale, egli scorge la possibilità di salvezza del proletariato italiano, e della Nazione italiana con lui; e con la conquista del potere, la rigenerazione della classe politica dirigente, una base di più equi 51
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