GIUSEPPE FARAVELLI GIACOMO MATTEOTTI E BRUNO BUOZZI L giugno è stato un mese tragico nella lotta politica italiana di questi ultimi venticinque anni. Il 10 giugno 1924 Giacomo Matteotti fu assassinato a Roma; il 9 giugno 1937, a Bagnollessur-Orne, in Francia, furono assassinati Carlo e Nello Rosselli; il 6 giugno 1944, in località La Storta di Roma, Bruno Buozzi fu trucidato dai tedeschi. Infine, il IO giugno 1940, proprio nel giorno anniversario del suo delitto più infame, il fascismo decretava la propria fine ignominiosa decidendo di entrare in guerra a fianco del suo complice tedesco. A noi pare che non debba celebrarsi anniversario senza ricordare l'ambiente e le circostanze nelle quali furono consumati codesti orrendi delitti, poichè è chiaro che essi non sarebbero stati possibili se l'ambiente non avesse maturato le circostanze, gli errori, il «clima » che portarono al potere i mandanti degli assassini. Di Giacomo Matteotti, segretario del Partito socialista unitario, fu detto spregiativamente che era un «riformista»; e, nel sen~o che maliziosamente si vuole attribuire a tale definizione, mai essa fu meno appropriata. Egli apparteneva, sì, a quella corrente di veggenti che fu classificata come la destra socialista italiana e che faceva capo a Filippo Turati, a Claudio Treves, a Emanuele Modigliani; quella corrente che, mantenendosi nelle linee del
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==