piano generale ai mutazione sociale, ina che mai neppure. indulse all'inutile rivoluzionarismo dei massimalisti, che negava le riforme ma non sape;a nè poteva fare la rivoluzione. Questa, soprattutto, fu l'azione di Turati, per trent'anni nel Parlamento e per cinquanta nel Partito, senza cedere alle lusinghe della congenita retorica italiana, nè abbandonarsi alle chimere delle importate dottrine, dopo il dramma della rivoluzione bolscevica. Se durante la guerra del 1915-18 l'opposizione turatiana fu veramente patriottica perchè dettata dai permanenti interessi della parte maggiore del Paese, dopo la guerra e sino al fascismo la sua opposizione al massimalismo imperante sarà dettata da un'esatta valutazione della realtà e dal perico_loche egli vedeva sorgere a destra, sulla carenza dello Stato e delle istituzioni democratiche, sino al trionfo previsto e invano combattuto del totalitarismo fascista. Se, dal 1920 al 1922, Turati e i suoi intimi erano anche disposti ad assumere responsabilità di governo per tutelare le esigenze di giustizia sociale e di difesa della democrazia contro la minacèia intestina, dopo il crollo dello Stato liberale e il suo cedere alla congiura fascista furono proprio questi uomini del socialismo che sopra tutti si assunsero la tutela della libertà e della legge dello Stato. Dal 1922 all'assassinio di Matteotti, Turati difese in Parlamento essenzialmente il Parlamento come simbolo di libertà e di democrazia, e per questa difesa, dall'Aventino condusse ancora la battaglia contro il fascismo che sempre più si installava al potere e si mutava in regim~. Io vidi in quel periodo veramente morire a poco a poco la signora Anna e Turati, sotto l'urgere della bufera fascista, non ce,rto per il timore de) pericolo ma per il disgusto morale della vittoria ferina dell'avversario; e se l'ultimo giorno del 1925 la canèa fascista osò perfino aggredire chi recava la bara della signora• • 341
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==