Alessandro Schiavi, ... et al. - Figure del primo socialismo italiano

Quest'ultima pos1z1one del Labriola, chiara in teoria, incontra difficoltà gravi nella pratica della vita politica; e se la sua intelligenza delle cose e degli uomini lo poneva in grado di realizzarla in se stesso, lo esponeva contemporaneamente alla delusione amara di non riuscire spesso a persuadere gli altri di quanto, per lui, era evidente. Donde un tormentarsi e un tormentare, un disperare frequente degli uomini e delle cose, che trovava remora soltanto nella spiegazione serena degli impedimenti alla semplificazione della grande lotta storica del mondo contemporaneo. Il tormento del filosofo era, in embrione, l'annunzio della crisi congenita del socialismo posteriore. Il Labriola si spense a Roma il 2 febbraio 1904 nel pieno vigore delle sue forze intellettuali. La prematura fine gli impedì di condurre a termine altri felici tentativi esplicativi ed applicativi del materialismo storico. Tuttavia la sua opera di scienziato e di maestro aveva già segnato il passo decisivo nella restaurazione del marxismo, nella quale egli non aveva mai smentito se stesso, la sua indipendenza e libertà spirituale. Ma se come ricercatore era stato sempre pronto ad inchinarsi al vero sperimentale, anche se inopinato o contrario alle prime presunzioni, come uomo era stato sempre coe_rente e saldo nei suoi ideali morali e politici, ricercati con lealtà, professati con disinteresse, difesi con coraggio e fino al sacrificio. Ciò nobilita ed accresce smisuratamente il valore dell'opera sua di scienziato e di maestro. 29

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