Alessandro Schiavi, ... et al. - Figure del primo socialismo italiano

Nella seduta dell'n di giugno del 1863, il garibaldino Siccoli, deputato di Pontassieve, interpellante sulle misure di polizia prese contro alcuni operai falegnami di Torino, macchiatisi del delitto di sciopero, affermò che la questione grave dell'epoca era la questione sociale; ma il suo ordine del giorno che invitava il Ministero a presentare un progetto di legge riguardante la formazione di collegi arbitrali per risolvere le divergenze fra operai e datori di lavoro, e che il ministro Peruzzi respinse, non raccolse nemmeno un voto favorevole! L'Italia era, infatti, fino a quel tempo, tra i paesi più arretrati del mondo in fatto di legislazione s·ociale. Soltanto nel 1865 il movimento operaio italiano assume colorazione politica socialistica, allorquando entra in Italia l' « Associazione internazionale dei lavoratori », costituitasi l'anno prima a Londra, col passaporto, se cosi può dirsi, del Mazzini, ben presto dissenziente dalla concezione di Marx, come, dissenziente da questo, sarà il russo Michele Bakunin. Questi, dopo aver partecipato alla rivoluzione del '48 a Parigi e a quella di Dresda nel '49, ev:aso dalla Siberia dove era stato deportato, discese in Italia, per svelare ai giovani l'insufficienza, la tiepidezza, il dogmatismo del Mazzini, e soprattutto la sua somministrazione di soporiferi di marca borghese nel nascente movimento operaio e costituì, sul cadere del 1864, prima, con poca fortuna a Firenze, poscia a Napoli, una «Alleanza della democrazia socialista» o «Fratellanza», segreta e insurrezionale, che si proponev.a di dare la proprietà della terra ai contadini e degli strumenti di lavoro agli .operai. Nel 1868, anno di miseria, di crisi industriale, di difficoltà finanziarie dello Stato nella grande fatica di recuperare l'equilibrio del bilancio, e di svalutazione della moneta colle immancabili funeste ripercussioni sulla vita economica del Paese, frequenti 13

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