vitello d'oro, innanzi a cui si battono e si prosternano i popoli. Ecco la via spianata al socialismo ». Dovranno passare quarant'anni e apparire il Manifesto dei comunisti e il Capitale di Marx e l'Internazionale e la Comune parigina perchè ben altro linguaggio informi la leoniana enciclica Rerum novarum, dove, pur affermandosi che " togliere dal mondo le disparità sociali è cosa impossibile », si enunciano i doveri dei capitalisti e dei padroni così: "non tenere gli operai come degli schiavi, rispettare in essi la dignità dell'umana persona», mentre si dichiara che "quello che veramente è indegno, è abusare d'un uomo, come di cosa a scopo di guadagno, nè stimarlo più di quello che valgono i suoi nervi e le sue forze ». A partire dal 1860, e specialmente nel 1861 che· fu un anno di miseria per le classi operaie, spesseggiano gli scioperi, in testa quello di seicento tipografi milanesi che· porta alla formazione della "Società fra gli artisti tipografi,,. Ma dove gli scioperanti non sono sostenuti dalle loro società di mutuo soccorso sono sconfitti, sia che domandino la diminuzione delle ore di lavoro, oppure aumento di salario. Negli anni 1862, '63, '64 il movimento operaio procede, si allarga e si accentua col crescere del numero delle società di mutuo soccorso, delle cooperative di consumo e specialmente delle cooperative di produzione, favorite dal credito delle Società operaie, delle Fratellanze artigiane e delle appena create Banche di credito sul lavoro. In Parlamento i rappresentanti del Paese, di qualunque colore politico, compresa la stessa sinistra, preconizzavano la libertà di commercio, la libertà delle banche, il suffragio universale e un equo riparto delle imposte, respingendo quelle che " colpiscono gravemente le classi bisognose», e, nell'ordinamento amministrativo, « lo scentramento pieno ed assoluto ». 12
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