Alessandro Schiavi, ... et al. - Figure del primo socialismo italiano

Il quale, frattanto, doveva cercare da sè la sua via senza alcuna guida dottrinaria, sul terreno pratico, seguendo gli impulsi dell'impellente bisogno, organizzandosi nelle timide e ancor anodine forme della mutualità, tentando la cooperazione di consumo e, a tratti, scattando con Io sciopero e col tumulto incomposto e sanguinoso e drasticamente represso. Perchè, dopo le rivoluzioni del '48-49, grava su tutto il Paese un'aurà di restaurazione, e le forze conservatrici, rappresentate da nobiltà imborghesitasi e da borghesia nobilitatasi, si mescolano e ·sostengono le ideologie conservatrici o moderate, appoggiate sia dai borghesi che fan parte dell'alta burocrazia, sia dai medi, dai piccoli impiegati e dai professionisti i quali, essendo clienti della borghesia possidente e della nobiltà, ne proclamano le benemerenze La monarchia fece sua la rivoluzione politica e aderì, secondo l'espressione di Giuseppe Ferrari, alla « rivoluzione del ricco». La « rivoluzione del povero », il rinnovamento sociale, restò implicitamente escluso nello stesso momento che veniva escluso il programma repubblicano dei suoi profeti, e « lo Statuto - osserva Giuseppe Rensi - non fu se non la valvola di sicurezza che impediva la rivoluzione del povero, nel mentre agevolava quella del ricco». Tutti, in difesa delle ideologie borghesi e dei loro interessi, per combatterli, mettono generalmente in un fascio socialisti e comunisti, dominati come sono dai terrori alimentati a bella posta dal clero. Così, si poteva leggere nel 1851 su L'Armonia: « L'idea pagana del " godere " riconquista il mondo, la terra è il tutto, il cielo è dimenticato: non si pensa che alla materia, si dimenticano le leggi spirituali e morali; la ricchezza, l'industria, i sensi sono il 11

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