- 211 - malcontento esiste lo stesso, anzi p1u forte e più profondo. Lungi dal cessare o diminuire, la crisi commerciale aumenta, la disoccupazione pei lavoratori cresce sempre più, e quelli che son disoccupati vedono aumentare ogni volta la durata dei loro riposi forzati; e l'esercito dei senza lavoro diviene di giorno in giorno più numeroso. Ogni inverno ci mostra sempre più lunghe file di mendicanti che si d,ibattono tra il freddo e la fame, nel!' accesa ansiosa, alla porca delle caserme, degli ospedali, degli alberghi e di certi filantropi, dell'ora della distribuzione di una minestra o di un cozzo di pane. E siccome questa situazione non pnò prolungarsi, siccome gli individui finiranno con lo stancarsi di soffri re la fame, si ribelleranno. Ora, noi pensiamo che in questa rivoluzione, l'azione anarchica sarà tanto più forte, quanto più le nostre idee saranno state propagate; quanto più esse saranno state ben comprese, ben elucidace e completamente sbarazzate di cucco l'ammasso di pregiudizi che ci hanno lasciato l'abitudine, l'eredità e l'educazione. Ciò che cerchiamo dunque, anzitutto, è di precisare le idee, diffonderle, aggruppare compagni coscienti, evitando ogni transazione che potesse nascondere una parte anche minima del nostro ideale. Noi non vogliamo, pel mero scopo di aumentare il nostro numero, accettare alcuna alleanza, alcun compromesso, che, prima o poi, potesse divenire un ostacolo o lasciar sorgere un dubbio solo su ciò che noi vogliamo. Ancora una volta, per noi la rivoluzione non è lo scopo, ma un mezzo, inevitabile certo cd a cui, ne B lioteCçi G110 B .:mco
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