- 207 - cento operai, la cifra importa poco. li direttore dell'officina è su per giù come la media dei padroni, di cui non si dice nulla: nè troppo buono ne troppo cattivo; evidentemente se si incendia questa officina senza causa ne ragione, ciò non avrà per effetto. eh e metter degli operai sul lastrico; e questi, furiosi per la miseria momentanea loro cagionata, non andranno troppo pel sottile nel cercare le ragioni che avran fatto agire gli autori dell'atto, e faran cadere tutta la loro collera sugli incendiari e sulla idea che si crederà aver posto loro la torcia in mano. Ecco le conseguenze di un atto irragionevole. Ma supponiamo, al contrario, un momento di lotta tra padroni ed ·operai; uno sciopero qualsiasi. In questo sciopero, vi saranno certamente dei padroni che, più feroci degli altri, avranno con la loro esosità provocata l'ira della cla5se operaia e coi loro intrighi faran prolungare le ostilità incitando la classe <lei padroni a respingere le domande degli scioperanti; indubbiamente questi padroni si attireranno -l'odio dei lavoratori. Supponiamo che uno di questi padroni venga giustiziato a un angolo di strada, e con un mezzo qualsiasi si faccia sapere eh' esso è stato ucciso perchè sfruttatore; oppure la sua fabbrica ve11ga incendiata per lo stesso motivo. Niuno potrà ingannarsi, in questo caso, sulle ragioni che avranno fatto agire gli autori di questi atti, e possiamo anzi esser certi che riscuoteranno l'approvazione e la simpatia di tutti i lavoratori. Ecco un atto ragionato; ciò che prova che gli atti devono sempre riallacciarsi ad un principio direttivo. 9 li, e a Gin Jil II o
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==