Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

- 203 - imposte, le carte procedurali dei notai e degli avvocati, i d·ocumenti dello stato civile, ogni segno di divisione fra le proprietà ecc. Espropriazione dei capitalisti, presa di possesso in nome di tutti e messa a disposizione libera del popolo di tutti gli oggetti di consumo; questa sad l'opera di piccoli gruppi sparpagliati, opera di scaramuccie e non di battaglie regolari. Ma questa guerriglia per opera degli anarchici dovrà diffondersi dappertutto, per molestare ovunque i governanti, .:ostringerli a disperdere le proprie forze, ridurli a difendersi coi denti e vi1Kerli ~epa"ratamente. E per tutto questo non c'è bisogno <li capi. Quando qualcuno pensa che c e qualche cosa da fare, <là l'esempio, cercando di trascinar gli altri con l'opera sua; quelli che sono d'accordo con lui lo seguono, ma la loro adesione non significa abdicazione della propria iniziativa nelle mani di chi è loro sembrato più adatto a guidarli, tanto più che, se durante la lotta uno scorgesse un mezzo migliore o la possibilità d'una condotta diversa, questi non andrà a domandare al primo il permesso di agire a suo modo, ma anzi farà partecipi della sua opinione tutti quelli che lottano con lui. Costoro, d'altra parte, vi si conformeranno se il nuovo metodo sembrerà ad essi pratico, e se no lo respingeranno. In anarchia, quegli che saprà insegnerà a quelli che non sapranno; il primo a concepire una cosa la metterà in pratica, spiegandola a .:oloro che vorrà tra3 ho ca Gino B anco

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