Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

:DI REPRESSIO-NE.• 1t9 esercita sempre contro .un reo, in quanto è reo l' allo medesimo ùi provocarla; ma la forza del delillo si esercita quasi sempre sull'innocente, e sempre senza dirillo. ,Come pertan~o avrà a definirsi codesta carità ipocrita , -codesta filantropia melensa, code~ta clemenza ridicola , che pretende i mezzi coattivi non addirsi al fiore di uma- ,uità e gentilezza che è il Jloslro secolo? come avrà a definirsi codesta mite.zza iniqua , che abhandona i pop.oli al furor ùi un parli lo, e orgogliosa della sua popolarità si compiace .che di sangue cittadino sia .vergine il suo ferro , mentre vi gavazza il p-ugnale dell'assassino? Le giornale di maggio in N~poli , quelle di giugno in Parigi furono spaventevoU: ma chi potria prevcrlcre a quali eccessi si saria ven.ulo, se si fossero lasciati prevalere i demagoghi e i socialisti? Il -tempo del terrore in Francia spense iniquamente quasi un milione di vite; a ,qualche provincia italiana non delle più popolose l' aua- • rchia sta costando qualche .centinaio di assa.ssinii per ciascun mese. Ogni animo cristiano compiause il .sangue versato sulla Senna e sul Sebe.to; ma il tanto più copioso delle villime cui l'anarchia immola al buio ed al chiaro , questo sangue, dic.o, non è certo acqua _, e meriterebbe é.IDch' esso gualche conside.raz.ionc.. Soprattutto , e già lo .dissi, che innanzi ad una legittima forza non può cadere che chi è in atto flagrante di fellonia, e colla provocazione , .pone un titolo troppo 'giusto della sua caduta. Ma sollo i pugnali demagogici cadono ad uno, a due, e a tre i pacifici cilladini, i padri di famiglia, i più onesti delle cittù, .ed alle .vedove cd ai pupilli è stato pedino conteso versare una lagl'ima sui cari loro uccisi , o p,osare un fiore: l sui loro sepolcri .

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