Le statistiche1 È venuto a farmi v1s1taun giovane pugliese assai intelligente. Fu impiegato a fare il censimento, e nel fare quel lavoro doveva anche notare le condizioni di abitabilità in cui si trovavano le case da lui visitate. Mi ha detto di avere solamente allora scoperto la città in cui pur era nato e aveva abitato per tutta la vita e di essere uscito sconvolto e rinnovato moralmente da quella esperienza terribile. Non avrebbe mai potuto immaginare che vi · fosse tanta miseria a pochi passi da casa sua! Diecine di persone accatastate in spaventosa promiscuità, in tuguri trasudanti fetida umidità da ogni pietra; giacigli distesi sulla soglia dei tuguri, proprio nel margine della strada, lungo la quale correvano rigagnoli infetti; un fetore che mozzava il fiato a chi si arrischiava dentro a quelle cos1 dette abitazioni. Naturalmente tutti rifiutavano la scheda del censimento: sospettavano si trattasse di una nuova tassa o di una chiamata alle armi, i soli mezzi con cui il "G " . f 11 overno s1 a conoscere a a povera gente. Il mio giovane amico classificava come inabitabili quelle tane in cui non sarebbe vissuta neanche la piu sciagurata fra le bestie e segnava sulla scheda quella notizia. Qui intervenne il sindaco democratico-cristiano (ma se fosse stato d'un altro partito sarebbe stato lo stesso; si nota qui la sua qualità di democratico-cristiano perché dovrebbe avere un po' di cuore come cristiano se non come democratico), chiamò a sé il giovane addetto al censimento e gli domandò come mai aveva dichiarato inabitabili tante case. "Perché sono inabitabili," gli rispose il giovane e gli dette particolari concreti di quanto aveva visto. "Certo, certo," rispose il sindaco, "ma se lei mettesse quella gente a vivere in una reggia non ne farebbe subito una casa inabitabile? " "In questo caso, io metterei nella scheda del censimento che la casa è inabitabile." Il sindaco non si mostrò convinto. Quale resultato abbia dato il censimento delle case inabitabili presieduto da quel sindaco e da chi sa quanti altri sindaci, si può essere certi che all'ufficio centrale di statistica in Roma sarà stato di certo inferiore. Le cifre simili si sommano, si dividono in percentuali con le macchine da scrivere e buona notte. Un sindaco di un comune siciliano ricevette mezzo secolo fa dal Ministero di agricoltura un questionario che lo invitava ad attestare quanti uccelli migratori passavano annualmente dal territorio del suo comune. "Come si fa a rispondere a una domanda cosf scema? " domandò al segretario comunale. Niente paura. Il segretario si attaccò al telefono e domandò al collega del comune vicino quanti uccelli migratori aveva denunciato a Roma per il suo territorio. Ricevuta la risposta disse al sindaco: "La su1 Da "Il Ponte," aprile 1953, pp. 565-566, a firma "G. S." [N.d.C.] 914 Bibloteca Gino Bianco
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