Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Frammenti di vita italiana mai nessun discorso né ai coltivatori diretti, né ai cittadini di Roma, né agli imprenditori dirigenti, né agli alunni delle scuole cattolìche negli Stati Uniti, né alla nobiltà romana (per ricordare appena i piu recenti trionfi oratori di Sua Santità Nostro Signore felicemente regnante, come è definito ogni giorno nelle prime pagine dell'Osservatore Romano). Per arrivare dal Vangelo a Pio XII bisogna discendere per quasi mille e novecento anni di esegesi, deduzioni, discussioni, concili, eresie, condanne, ecc. ecc. Ecco come succede che nel Vangelo Pio XII trova tutto. Noi, invece, troviamo nel Vangelo solamente un breve manuale di precetti morali stupendi. Frase non ci appulcriamo, come direbbe Dante, perché sappiamo che · ad un testo si deve attribuire quel tanto che il testo dice immediatamente, e non le superfetazioni con cui esso è stato schiacciato da infiniti almanaccamenti diretti a trovarvi dentro tutto, anche i coltivatori diretti. Mameli epurato1 Dal Pensiero mazziniano, 10 dicembre 1951, si apprende che a Morravalle i bambini delle scuole elementari cantano l'inno di Mameli dicendo, nella seconda strofa, non "Uniti, per Dio, chi vincer ci può?" ma "Uniti con Dio, chi vincer ci può?" Il mazziniano Goffredo Mameli è stato cosf iscritto all'Azione cattolica del professor Gedda.2 Una volta, in Italia, i monarchici avevano come loro inno la marcia reale; i repubblicani e giu di H, l'iµno di Garibaldi; i socialisti l'inno dei lavoratori; gli anarchici l'internazionale. L'inno di Mameli fu messo in circolazione dai nazionalisti nel 1911, sebbene provenisse da una tradizione di pensiero che non era la loro; ma ai nazionalisti bastava l'elmo di Scipio e la vittoria che porge la chioma. Poi vennero i fascisti, e avemmo giovinezza. Poi le musiche di marcia reale e di giovinezza si fusero in una miscela incestuosa. Quando andarono via e Vittorio Emanuele III e Mussolini e Umberto II, si fece disponibile il posto per una nuova musica nazionale. Dato che c'era in Italia una repubblica, l'inno di Garibaldi, che viveva nelle tradizioni del Risorgimento, avrebbe dovuto essere adottato. Ma avrebbe disturbato il nuovo sovrano Pio XII, che non era né repubblicano né in quella tradizione. Allora si tornò all'elmo di Scipio e alla vittoria che porge le chiome: con questi lumi di lunai 4 Da "Il Mondo" 15 marzo 1952, senza firma. [N.d.C.] 2 Gedda Luigi (n. 1902), medico, nel 1951 presidente generale dell'Azione cattolica, fondò nel 1948 i Comitati civici di cui è presidente nazionale. Esponente della destra clericale piu reazionaria. [N.d.C.] 900 BiblotecaGino Bianco

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