La legge "ingiusta" socialcomunisti, ha tagliato la corda, è diventato muto, e lascia che i suoi avvocati di un momento e i suoi soci di sempre se la sbrighino fra loro. Lanciato il sasso, ha nascosto la mano. La questione principe è questa: se il papa debba amnistiare anche i delitti. Ma l'attenzione è deviata verso la discussione fra i clericali, che vogliono tenere stretti i cordoni e i comunisti che vogliono allargare i cordoni della borsa... del papa. I clericali sanno quello che vogliono. Quel che dovrebbe meravigliare è che uomini, i quali domandano l'indipendenza del Governo secolare dall'autorità ecclesiastica - e la domandano per oggi e non per quando la società capitalistica tirerà le cuoia - si illudano di trovare appoggi per la loro campagna presso i comunisti e le loro appendici. Il voto dell'articolo 7 della Costituzione non aprf loro gli occhi. Li aprirà il voto sull'amnistia? Di quante altre esperienze avranno bisogno per vedere la luce? La legge "ingiusta111 Solo chi non conosce la dottrina cattolica può trovare strano che Pio XII abbia affermato che è dovere dei giudici non pronunziare sentenze di divorzio, anche se la legge civile fa obbligo di pronunciarle. Secondo la dottrina canonica, la legge "ingiusta" non vincola · il cittadino di quella organizzazione supernazionale che è la Chiesa cattolica. E spetta al papa definire quale è la legge giusta e quale la ingiusta. E quando un papa pronuncia che una legge è ingiusta, il giudice cattolico ha l'obbligo di non applicarla. Una legge che consentisse il divorzio sarebbe ingiusta. Ergo ... o si accetta l'autorità indiscutibile del papa in questa come in ogni altra materia che il papa rivendichi al suo "magistero" - o non si è cattolico. È chiaro come due e due fanno quattro. Il fatto degno di nota è che Pio XII ha affermato quel principio, che è vecchio quanto Gregorio VII o giu di H, non in Francia, in Inghilterra, e negli Stati Uniti - questo non avrebbe osato farlo! - ma in Italia per giudici che hanno l'ufficio di applicare la legge italiana. In Italia Pio XII si sente padrone di comandare quel che non farebbe altrove. I giudici italiani dunque sono debitamente informati che è loro obbligo applicare la legge canonica, e non la legge secolare quando sorge conflitto fra le due 1 Da "Il Ponte," dicembre 1949, pp. 1544-1545, a firma "G. S." Riprodotto in "Controcorrente," marzo 1950, p. 3. L'affermazione di Pio XII è contenuta nel discorso da lui pronunciato il 7 novembre 1949 a Castelgandolfo e rivolto ai giuristi cattolici. [N.d.C.] 891 BiblotecaGino Bianco
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