Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Anno Santo e amnistia1 L'Italia è il Paese delle amnistie. I guardiani delle carceri sono continuamente occupati prima a metter dentro, e poi a metter fuori la gente. Una volta, va bene, le occasioni buone per le amnistie erano: matrimoni, nascite e morti che avvenivano nella casa regnante, e guerre, e paci e altri disastri naturali. Nel regime post-fascista l'andazzo è continuato, anzi s'è accentuato. Secondo quanto ha fatto sapere il Ministero di grazia e giustizia, dal 2 giugno 1946 in qua sono state concesse ben sette amnistie - fra le quali la non mai abbastanza lodata amnistia Togliatti - e un'altra ne è in corso per i reati annonari. Cosf la legge si riduce a una beffa. L'avvocato penale manda per le lunghe la causa del suo cliente nella certezza che prima o poi - piuttosto prima che ·poi - un'amnistia estinguerà l'azion'e giudiziaria, e chi s'è visto s'è visto. Finora le amnistie erano motivate da ricorrenze di carattere politico. Da ora in poi, a quel che pare, avremo anche le amnistie dettate da ragioni religiose. La prima di queste è l'amnistia per l'Anno Santo. Il movimento diretto ad associare durante l'Anno Santo amnistie locali, per i delitti, alla universale indulgenza per i peccati, si è manifestato in tutti i paesi nei quali la Chiesa cattolica è in grado di esercitare una influenza politica. Nessuna meraviglia. Secondo la dottrina cattolica la Chiesa è una istituzione non solo internazionale, ma supernazionale, di cui il Vaticano è il centro e il papa il sovrano supremo, e ogni Governo locale incluso in quella unità supernazionale deve essere "il braccio secolare" - i massoni direbbero "la lunga mano" - della Chiesa. In occasione dell' Anno Santo il papa condona i peccati. Conformandosi all'esempio del papa i Governi condoneranno i delitti. E il merito ne sarà dato al papa. Bella, immortal, benefica fede, ai trionfi avvezza, scrivi ancor questo. Giuridicamente il condono per i delitti sarà associato al condono per i peccati. Ma di fatto l'uno dipenderà dall'altro. Quando i popoli avessero presa l'abitudine a quella dipendenza, la dipendenza di fatto diventerebbe 1 Da "Il Ponte," novembre 1949, pp. 1434-1435, a firma "G. S." Riprodotto in "Controcorrente," gennaio 1950, pp. 1-2. [N.d.C.] 889 Bibloteca Gino Bianco

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