Italia scombinata è di non nascondere a noi stessi la situazione reale, e tenerci pronti a fronteggiare l'avvenire possibile senza svenimenti. Non c'è altra via: e quando non c'è altra via, quella è la migliore. Comunque, non vedo perché una discussione su questo punto non sarebbe stata possibile o nella riunione del 19 dicembre, o sul Bollettino dell'Associazione per la libe1'tà della cultura. Né vedo perché un dissenso su questo punto dovrebbe condurre Rossi e me, Salvatorelli e Piccardi, Silane e Calamandrei in campi opposti, mentre ci sono mille altre ragioni che dovrebbero tenerci uniti: in dubiù libertas. E questo, se non altro, in vista della probabilità che fra sei mesi ci troveremo tutti insieme o ad' essere messi dentro da padre Lombardi o ad essere fatti fuori dall'Uomo della Provvidenza o da Togliatti. Stavo per mandare questo manoscritto alla copiatura, quando sono venuto a conoscenza di una lettera di Parri a Silone, in data 3 gennaio. In essa Parri manifesta il suo "disappunto" per le dichiarazioni comparse nel Bollettino, dato che il complesso delle risposte lascia nel lettore la impressione che nell'Associazione prevalgano opinioni diverse da quelle di condanna senza riserve; il Bollettino avrebbe dovuto almeno aggiungere qualche altro parere. Con tutto l'affetto e il rispetto che ho verso Parri, a me sembra che un'associazione per la libertà della cultura non abbia nessuna facoltà di condannare senza riserve nessuna opinione: deve lasciar libero campo ad ogni opinione, meno quelle di chi - fascista-clericale o comunista - non ha molto da dire in un'associazione per la libertà della cultura. Le maggi04 ranze debbono operare nei partiti politici, non nei gruppi culturali. Questi d bl " d. ,, " ,, e !JOno 1scutere, non votare. La democrazia - quella autentica, e non le democrazie "vere" come la vaticanesca, la mussoliniana e la progressiva - ha bisogno di discussione come l'uomo fisico ha bisogno dell'aria: discussione con gli avversari per chiarire a loro e a noi le ragioni dei nostri dissidi; discussione con gli amici ed affini per chiarire a noi e a loro le ragioni delle nostre concordie. Sopprimiamo la discussione, e non ci resterà che la scomunica (in mancanza del rogo), o il manganello, o il colpo alla nuca. 886 BiblotecaGino Bianco
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