Italia scombinata In regime di libertà, c'è senza dubbio il pericolo che i comumsti ne approfittino per sopprimere la libertà altrui. Il giorno in cui il pericolo della prepotenza comunista si dimostrerà chiaro e imminente, ciascuno di noi farà quel che può per respingerlo. Ma, se la libertà è minacciata oggi da altri, dobbiamo difenderla contro costoro, perché è difenderla per noi. La nostra non è opera agevole. Siamo come schiacciati fra i respingenti di due carri ferroviari. Ma non siamo pochi. Forse Garosci, affermando che sarebbe stato giusto abolire monopoli e privilegi economici detenuti da "enti e organismi a riconosciuta finalità totalitaria," avrebbe fatto bene a spiegare che enti a finalità tota- · litaria non sono amministrati dai soli comunisti. Ce ne sono altri che non sono affatto comunisti: per esempio la Pontificia opera di assistenza, che va monopolizzando tutta la pubblica beneficenza in Italia, e nel giugno 1952 ottenne per cinque anni tutte le colonie temporanee e permanenti della ex Gioventu italiana del littorio. E si badi che la Pontificia opera di assistenza non rende conto a nessuno della propria amministrazione - a nessuno, dico, fuori della Città del Vaticano. Non credo che Garosci voglia condannare i monopoli comunisti e ignorare i monopoli clericali. In una discussione fra persone concordi sulle linee essenziali del loro pensiero, un po' di luce su quel punto avrebbe potuto essere domandato a Garosci, e ottenuta, credo, senza difficoltà. Anche Ernesto Rossi, se avesse partecipato alla riunione del 19 dicembre, non avrebbe trovato nessuna contraddizione, quando disse che noi non siamo in alcun modo giustificati ad adottare, nei confronti dei comunisti, i metodi che i comunisti, se potessero, adotterebbero senza alcun riguardo contro di noi, come li hanno adottati contro tutti i democratici nei Paesi europei in cui sono riusciti ad impadronirsi del potere. La libertà è un bene indivisibile: non possiamo pensare di difenderla a settori, con le armi della tirannia [ ...] . Noi sappiamo che le misure discriminatorie contribuirebbero ad aggravare la diseducazione politica del nostro popolo, costringendo all'ipocrisia tutti i comunisti che hanno bisogno di lavorare per non morire di fame, e si tradurrebbe poi, nelle elezioni politiche, in un aumento di voti ai comunisti. Noi sappiamo che, col seguito attuale del Partito comunista in Italia, non sarebbe possibile metter fuori legge i comunisti senza abolire la libertà di stampa e senza tornare al sistema delle elezioni plebiscitarie. Noi sappiamo, infine, che una tale politica non potrebbe essere realizzata che dalla destra piu reazionaria nel nostro Paese: generali fascisti, gesuiti sostenitori del Sillabo, uomini di fiducia della Confindustria, dei latifondisti e dei grandi gruppi plutocratici stranieri. Sulla fine delle sue parole Ernesto Rossi dice: Per conto mio, convinto come sono che l'attuale coalizione governativa sia la soluzione meno peggiore che le circostanze presenti del nostro Paese consentono credo ~i de~ba fare cl~ tutto. per impedire che il presidente Scelba si inoltri su quella' strada, m cui sarebbe immediatamente scavalcato da uomini che danno molto piu fiducia alla destra economica e all'Azione cattolica. A me pare che il problema, da cui siamo oggi presi alla gola, non è se l'attuale coalizione governativa sia la meno peggiore che le circostanze 882 BiblotecaGino Bianco
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