Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Discutere o bastonare galità" che è "libertà," salvo a imporci domani la loro "legalità" togliendoci la libertà cioè come Scelba pretende toglierla a loro oggi (e forse a noi domani). Non ci terremo mai abbastanza in guardia contro la tecnica comunista della "fregatura," e in ogni documento da noi proposto non dovrebbe mancare mai un inciso che li obbligasse a rifiutarlo. Segnare sempre chiaramente la linea che ci divide da loro, è una necessità - ingrata quanto si vuole - alla quale non possiamo sottrarci, specialmente nei momenti quale l'attuale, in cui ci sentiamo in dovere di procedere paralleli con loro; colpire uniti quando sia il caso, marciar divisi sempre. Leggendo le relazioni di Piccardi e di Calamandrei, e leggendo nel numero 26 dicembre [ 1954] di La libertà della cultura quanto hanno scritto Achille Battaglia, Nicola Chiaromonte, Aldo Garosci e Ignazio Silone, mi sono domandato perché questi nostri amici siano mancati nell'adunanza del 19 dicembre. Valga per tutti quello che ha scritto Silane: Non ci sono altre armi efficaci contro i nemici della libertà all'infuori di quelle che la stessa libertà offre. Può darsi che la sola minaccia della discriminazione induca a risipiscenza una parte degli opportunisti che si affollano nelle sezioni del PCI; ma nessun uomo sensato può considerare come un trionfo della democrazia l'umiliante spettacolo di poveri braccianti che per averne assistenza portano la tessera del loro partito al parroco. Non si vince il comunismo epurandolo degli elementi piu fiacchi e deteriori, ma svuotandolo di ciò che esso ha di piu positivo. La disgregazione dell'amalgama comunista negli elementi contrastanti che ora lo costituiscono, non è compito di polizia, ma di vita moderna. La difficoltà maggiore al prevalere di tale impostazione risiede, purtroppo, nella persistente incapacità di gran parte del nostro cattolicismo politico ad acclimatarsi ai doveri della direzione della cosa pubblica, che son d~veri, in senso lato, di laicità e si spiega anche con la debolezza, non soltanto numerica, degli altri gruppi democratici della coalizione governativa. Le sorti della libertà in Italia dipendono dalla misura e dalla tempestività, con cui le forze operaie e culturali sane, attualmente irretite e neutralizzate dietro il PCI, si libereranno e affluiranno nel campo democratico. Senza di ciò, c'è da temere che la probabile crisi del comunismo italiano gioverà alle destre e il nostro Paese vivrà di nuovo momenti tragici. Grazie, caro Silane, per avere espresso bene un pensiero che io avrei espresso male. La sola speranza che noi abbiamo di un migliore avvenire per il nostro popolo, è che la parte buona del Partito comunista - e ce n'è molta nella gioventu maschile e femminile - sia condotta dalla esperienza a riconoscere che la via tracciata da quel partito è sbagliata. Or noi non possiamo sperare quel resultato se non da un'opera dì commento a quella esperienza e di persuasione, che non possono esser brevi. Io non so se siano vere le notizie di dissidi nell'interno del Partito comunista date dai giornali non comunisti. A notizie di questo genere non credo, finché non vi siano prove tali da sfondarmi gli occhi. Ma non c'è fumo senza arrosto. E questo arrosto, molto o poco che sia, è prodotto dalla libertà, che i comunisti godono e dalla esperienza che i migliori di essi fanno della libertà. Trattateli invece col manganello di una legislazione bestiale, e ricostruirete fra essi una unità che può sfaldarsi solo in regime di libertà. 881 Bibloteca Gino Bianco

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