Discutere o bastonar/ Il 19 dicembre un gruppo di aderenti a Unità popolare e altre persone individualmente invitate si riunirono a Roma per esaminare i provvedimenti anticomunisti annunciati dal Governo Scelba. La riunione fu fatta per inviti personali, ad evitare che comunisti e compagni di viaggio invadessero la sala e trasformassero la riunione in un comizio moscovita. Purtroppo è diventato necessario prendere siffatte pre- • cauzioni, data la tecnica comunista di confondersi con chiunque si trovi comunque in dissenso colla Democrazia cristiana e cosI trasforn1are ogni iniziativa non conformista in una manifestazione comunista. Perciò la pra• tica di tenere nettamente distinte le acque nostre dalle acque comuniste dovrebbe essere mantenuta con la massima cura. Oggi noi rivendichiamo tutte le libertà personali e politiche: per tutti e per sempre, contro chiunque. I comunisti si preoccupano delle sole libertà proprie, e sono pronti a sopprimere le libertà altrui - comprese le nostre - non appena se ne presenti l'opportunità. Noi obbediamo ad un ideale di vita, di cui quelle libertà sono parte integrale. I comunisti obbediscono ad un ideale di vita nel quale quelle libertà non hanno posto permanente. Una confusione ideologica fra comunisti e noi non è possibile, salvo che noi ci adattiamo a funzionare come idioti utili, o i comunisti abbandonino ogni intenzione dittatoriale. Può occorrere, fra i comunisti e noi, una coincidenza di azioni. Una coincidenza avvenne nella guerra civile del 1943-45. Una coincidenza si ha oggi nel rifiuto della politica annunziata da Scelba di resuscitare la legislazione fascista per mettere i comunisti - cioè gran parte della popolazione italiana - al bando della vita nazionale. Ma si trattava allora, e si tratta oggi, di coincidenze transitorie. Come i capi comunisti formarono allora le brigate Garibaldi e non si confusero con le forn1azioni i cui capi si ispiravano a ideologie diverse, cosI noi dobbiamo oggi tenerci nettamente separati dai comunisti, molti o pochi che siamo. Leggendo nella Lettera agli amici di Unità popolare, 1-8 gennaio 1955, le relazioni fatte da Leopoldo Piccardi e Piero Calamandrei, nell'adunanza del 19 dicembre, non ho trovato nulla che non possa essere sottoscritto da chi non ha venduto l'anima né alla Democrazia cristiana o alle sue ap• pendici di destra e di sinistra, né al socialcomunismo. Se volessi vedere il pelo nell'uovo, direi che tanto nella circolare, che convocò la riunione, quanto nelle relazioni di Piccardi e di Calamandrei avrei desiderato non si fosse parlato di "legalità" ma di "libertà." Perché anche i comunisti potrebbero oggi insieme con noi invocare la nostra "le1 Da "Il Mondo," 8 febbraio 1955, pp . .3-4. Riprodotto in Italia scombinata, cit., pp. 337-345. [N.d.C.] . 880 BiblotecaGino Bianco
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