Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

ll collegio uninominale anèora una volta che la proporzionale integrata col premio di maggioranza sarebbe stata ragionevole, se il premio di maggioranza non fosse stato cosI sproporzionato da diventare premio di prepotenza e di camorra. Il premio dovrebbe mettere al sicuro la maggioranza, che ha conquistato il Governo, contro le manovre di minoranza, che si coalizzano per demolire un regime politico, ma sono inette ad accordarsi per costruirne uno nuovo. La minoranza o le minoranze hanno il diritto di sorvegliare e criticare l'opera del Governo voluto dalla maggioranza, e non quello di paralizzare qualunque Governo non obbedisca loro. Meno che mai si deve prendere sul serio la teoria costituzionale inventata in questi ultimi tempi da Nenni e da Togliatti, che in regime di "vera democrazia" la minoranza abbia il diritto di partecipare al Governo insieme con la maggioranza: cosicché ci sarebbe, putacaso, un presidente del Consiglio favorevole al Patto atlantico e un ministro degli Esteri contrario; un ministro dell' Industria rappresentante della Confindustria e un ministro del Lavoro rappresentante della CGIL, o meglio ancora dovrebbero esserci due ministri degli Esteri, e l'uno andrebbe a Mosca e l'altro a Washington; e due dell' Industria, uno per la Confindustria e l'altro per la CGIL. E questa teoria nuova di zecca, associata con quella della rappresentanza proporzionale pura, la proclamano Nenni e Togliatti, i quali se ottenessero una maggioranza di non piu che un voto solo su quel famoso 50 per cento, si attribuirebbero non un premio di maggioranza, ma un premio di unanimità. Un premio di maggioranza è necessario specialmente in un paese come l'Italia, dove i partiti di opposizione - vuoi fascisti, vuoi monarchici, vuoi socialcomunisti - non si sentirebbero impegnati, andando al Governo, a rispettare in buona fede i diritti di libertà nei loro oppositori. Se gli italiani vogliono dare il Governo ai fascisti, ai monarchici, ai socialcomunisti, diano siffatta prova di intelligenza politica con almeno il 50 per cento dei voti piu un votante solo. Ma se né fascisti, né monarchici, né socialcomunisti, sono in grado, ognun per conto proprio o tutti assieme, di arrivare a quel traguardo, non pretendano che il 50 per cento dei voti piu un voto formi un Governo paralitico, il quale permetta loro di dar la scalata al potere. Questo non vuole dire che la Democrazia cristiana si sia comportata onestamente pretendendo per la coalizione, di cui essa era centro, un pre- ' mio di 80 mandati, e che i "laici" abbiano dimostrato intelligenza inghiottendolo in quelle proporzioni. Con un premio di maggioranza escogitato da galantuomini, le liste apparentate, che approfittano del premio, debbono, nella Camera cosI eletta, rimanere strette insieme in un comune programma di lavoro, concordato in buona fede prima delle elezioni e presentato in buona fede al corpo elettorale. In altre parole, il premio di maggioranza deve essere goduto solamente se e fino a quando i partiti, che si apparentano per conquistarlo, mantengono la promessa di cooperare nel Governo cos1conquistato. Non appena viene comunque meno l'accordo, in base al quale il premio di maggioranza fu conquistato, ogni ragione che legitti865 Bibloteca Gino Bianco

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