Strategia e neutralità l'Italia, grazie alla sua pos1z10ne strategica verso l'Europa centrale e nel Mediterraneo, rappresenta un aiuto per i suoi alleati e un danno per 1 nem1c1. Ma la posizione-chiave dell'Italia può essere sfruttata solo quando le altre potenze si dividono in gruppi di forza su per giu eguale, cosicché nessuna coalizione può imporre la sua volontà all'altra senza l'aiuto italiano. E in proporzione del peso che l'Italia acquista nell'equilibrio delle forze altrui, le altre potenze debbono cercare il suo favore. Specialmente se essa è in termini amichevoli con tutte, essa può domandare un prezzo alto per la propria alleanza. Quando, invece, si trova impegnata in qualche lite, o non ha forze militari notevoli, essa non è piu corteggiata, ma deve corteggiare gli altri; invece di domandare un prezzo, deve pagarlo, o gli altri possono pagare a prezzo piu basso i suoi servigi. Il suo peso, grande in tempo di conflitto fra due coalizioni di forze eguali o quasi eguali, svanisce non appena il conflitto è stato composto. E quando una sola potenza o una coalizione di potenze acquista preponderanza indisputata, la possibilità di contrattare scema per l'Italia al livello minimo. La sola cosa che essa possa fare allora è di piegarsi con eleganza alla volontà di chi detta la legge. Quando tutto questo è stato detto, non bisogna dimenticare che le posizioni geografi.che e strategiche da sé sole non fanno storia. I fiumi e le montagne e le basi navali non fanno guerra. Sono gli uomini, organizzati in eserciti e flotte, che debbono sfruttare le posizioni strategiche e combattere. Le basi strategiche sono un fatto statico, mentre le condizioni interne ed esterne di tutti i Paesi sono in uno stato di flusso. La Francia agricola predominò in Europa finché la Germania rimase scarsamente popolata, disorganizzata politicamente e scarsa di industrie. Quando la Germania acquistò una popolazione piu numerosa della Francia, una piu potente organizzazione politica e militare e una superiore perfezione industriale, la Francia era condannata a diventare una potenza di second'ordine. Una popolazione ricca e incivilita, favorita da una bene equilibrata Costitu• zione sociale e politica, e dotata di una classe dirigente ben preparata ai suoi doveri verso la comunità e conscia di quei doveri, reagisce alle difficoltà e alle sventure (Inghilterra 1940-45), in maniera diversa da una popolazione afflitta da povertà e analfabetismo, e sfruttata da un'oligarchia stupida ed egoista (Italia 1940-45). Una posizione strategica chiave può essere una sventura anziché un vantaggio. Fino a quando la Germania rimase politicamente disorganizzata, tutti i vicini vennero a guerreggiare sul suo suolo per sfruttare la sua posizione strategica nell'Europa centrale. La posizione strategica dell'Italia sulla terra e sul mare, dal 'XVI al XIX secolo, non le portò che sventure. Sbranato in piccole, deboli, organizzazioni locali, incapaci a difendersi, il Paese diventò il campo di battaglia dei suoi vicini, violato in tempo di guerra, trafficato in tempo di pace. Dopo la formazione dell'unità nazionale, l'Italia non fu piu una pe845 Bibloteca Gino Bianco
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