Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Fra storia e politica T. dice che le navi italiane "caddero in una trappola"; l'ammiraglio inglese Cunningham "era informato del loro itinerario": "tasto oscuro e doloroso" (p. 88). Infatti · nel rapporto sulla operazione, parla di "eventi ed informazioni anteriori all'azione, su cui era stato basato il suo calcolo." Dunque - commenta T. - prima del giorno 27 marzo informazioni "cosI autorevoli e di sicura fonte da essere accettate senza riserve" indussero il Cunningham a formulare il suò piano d'operazioni. Le parole "cosI autorevoli e di sicura fonte da essere accettate senza riserve" il T. le inserisce di suo. E commenta: "È chiaro che l'ammiraglio Cunningham conosceva, prima ancora che le nostre navi si movessero, la rotta che avrebbero seguita e l'obiettivo che si proponevano di raggiungere" (p. 89). "Vi può essere incertezza sul nome del traditore, non sul tradimento" (p. 94). Tutto questo si fonda su quattro parole: "eventi e informazioni an- • teriori." T. è sicuro che quelle quattro parole debbono essere interpretate con l'ausilio del seguente fatto "molto strano": Cunningham fece partire da Alessandria verso il Pireo un carico di truppe, che sul tramonto del 27 marzo doveva arrivare al sud di Creta, ma dopo il tramonto doveva ritornare sui suoi passi: ebbene la mattina del 28 marzo le navi italiane si trovarono proprio nella stessa "area" a sud di Creta, nella quale frattanto Cunningham concentrava le sue forze per dar battaglia. L'ammiraglio Iachino aveva ricevuto un ordine segretissimo, in doppia copia, "decifri personalmente," e doveva trovarsi in quell'area (p. 91). "Ancor piu strano, se non se ne conoscesse l'origine," è il fatto che Iachino doveva fingere di andare in Cirenaica, e solo durante la notte dal 27 al 28 marzo doveva volgere verso l'Egeo, a sud di Creta. Il comando britannico aveva, dunque, notizie sicure per aspettare che la flotta italiana si sarebbe , trovata la mattina del 28 marzo a sud di Creta. E la flotta italiana arri.: vò proprio H, proprio allora, secondo l'ordine ricevuto da Roma (p. 93). , Dunque c'era a Roma nel Ministero della marina un alto funzionario, che conosceva gli ordini personali piu delicati mandati a Taranto, e questo alto funzionario li comunicò agli inglesi. Anche se si accetta senza beneficio di inventario la versione del T., ci sarebbe una ipotesi che spiegherebbe i fatti senza ricorrere a nessuna intelligenza col nemico nel Ministero della. marina. Cunningham, volendo attirare la flotta italiana in quella trappola, mandò un .carico di truppe da Alessandria al Pireo come si butta in mare l'amo con l'esca per attirare il pesce. Non essendogli ignoto che Alessandria formicolava di spie pagate con denaro italiano, provvide a far pervenire a Roma attraverso quei canali troppo bene informati la notizia anticipata di quel convoglio, e lo _fece partire proprio nell'ora designata per la meta desi- ·gnata. Se a Roma avessero abboccato all'amo, il piano sarebbe riuscito trionfalmente; se nessuno avesse abboccato, il convoglio inglese se ne sarebbe tornato ad Alessandria con le pive nel sacco. Stratagemmi come questo sono stati sempre, in guerra e in pace, la delizia di ammiragli e generali. A Roma abboccarono al piano, e dettero ordine alla flotta di 302 BibliotecaGino Bianco

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