Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Ammiragli "tradito,.;n cese, e la flotta inglese sarebbe stata mal ridotta dalla tedesca, e 1n conseguenza la flotta italiana sarebbe rimasta "padrona dei mari." (Alla flotta americana non pensò mai fino all'autunno del 1942.) A Taranto, nella notte dall'll al 12 novembre 1940, il comando locale· fu sorpreso da un nemico, il quale aveva preparato da mesi con cura meticolosa l'operazione, e conosceva esattamente la topografia del golfo, e sapeva dove erano ormeggiate le corazzate e gli incrociatori e i cacciatoperdiniere (p. 30); sapeva anche di varchi liberi nelle reti parasiluri intorno alle corazzate e nella cintura dei palloni frenati che proteggevano la piazza, e sapeva la località esatta delle batterie contraeree: l'ultima fotografia della base navale gli aeroplani inglesi la fecero la mattina stessa dell'll novembre. Finalmente, possedevano una portaerei, dalla quale partivano, a poca distanza da Trapani, gli aeroplani porta siluri, che dovevano mettere fuori combattimento la "Littorio," la "Cavour," la "Duilio" e il "Trento" (pp. 30-31). Nessuna difficoltà ad ammettere che gli inglesi abbiano messo a profitto, oltre alle fotografie dall'alto, anche un ben disposto servizio di spionaggio. T. ci fa sapere che anche la marina italiana aveva un "servizio segreto" (p. 136). Ce lo immagineremmo, anche se lui non ce lo dicesse. Ma spionaggio non è intelligenza col nemico. L'antiaerea - dice T. - non ·funzionò a Taranto. Ma dove, come, quando l'antiaerea mai funzionò? Era chiamata "la Tosca" perché non faceva mai male ad anima viva. Dato che era l'arma fascista per eccellenza, c'è bisogno di attribuire ai suoi capi tanta intelligenza da crederli capaci di intelligenza col nemico? Dopo il disastro di Taranto, i convogli per la Libia, non scortati da forze sufficienti, andavano a finire metodicamente in fondo al mare. SQrprendeva soprattutto il fatto che gli inglesi conseguissero cos( portentosi successi con mezzi limitati: cioè con pochi sommergibili e con pochi aerei [ ... ]. Tuttavia quei pochi sommergibili ed aerei riuscivano sempre ad appostarsi nel punto giusto o a portarsi nella giusta posizione, per abbattere, al passaggio, ogni nostra nave mercantile. Questi punti e queste posizioni, in cui il nemico preferiva agire, spesso erano nelle immediate vicinanze di nostri aeroporti o di basi navali fortificate, dai quali avrebbe dovuto cercare, invece, di tenersi lontano [p. 77]. Intelligenza col nemico? Prima di saltare a questa spiegazione, sarebbe il caso di tener presente che in Taranto una larga quota delle navi da battaglia era stata messa fuori corso, e per conseguenza quelle navi, che erano rimaste e avessero scortato i convogli, correvano il rischio di incontrare non "pochi sommergibili e pochi aerei," ma molte navi, molti sommergibili e molti aerei, senza essere accompagnate né da aeroplani da ricognizione, .né da aeroplahi da caccia. Si aggiunga un servizio di spionaggio inglese bene organizzato e il radar. E non ci sarà bisogno di ricorrere alla ipotesi <lel tradimento. Descrivendo la cos1 detta battaglia del capo Matapan (28 marzo 1941), 301 Bibloteca Gino Bianco

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